lunedì 27 agosto 2007

La pittura nel cinema: Partie de campagne

Auguste Renoir: Jean con Gabrielle Renard (1897)
Solimano
Il film "Partie de campagne" di Jean Renoir fu realizzato nel 1936, ma uscì nelle sale solo nel 1946, per difficoltà economiche ed organizzative. Nessuno degli attori principali è diventato famoso, ma al film parteciparono a vario titolo Luchino Visconti, Joseph Kosma, Jacques Prevert, Yves Allégret, George Bataille, Jacques Becker, Henri Cartier-Bresson. Come si vede, una squadra notevole. Ma non finisce qui, della squadra facevano parte due artisti che non c'erano più, gli ispiratori del film: lo scrittore Guy de Maupassant, autore della novella da cui è tratto il film con molta fedeltà, ed il pittore Pierre-Auguste Renoir, il padre di Jean.
Mi soffermo su un episodio raccontato nelle prime pagine della novella: l'altalena, escarpolette (oppure balançoire) in francese. Così Guy de Maupassant in "Une partie de campagne" (1881):

"Les hommes, ayant retiré leurs redingotes, se lavèrent les mains dans un seau d'eau, puis rejoignirent leurs dames installées déjà sur les escarpolettes.
Mlle Dufour essayait de se balancer debout, toute seule, sans parvenir à se donner un élan suffisant. C'était une belle fille de dix-huit à vingt ans; une de ces femmes dont la rencontre dans la rue vous fouette d'un désir subit, et vous laisse jusqu'à la nuit une inquiétude vague et un soulèvement des sens. Grande, mince de taille et large des hanches, elle avait la peau très brune, les yeux très grands, les cheveux très noirs. Sa robe dessinait nettement les plénitudes fermes de sa chair qu'accentuaient encore les efforts des reins qu'elle faisait pour s'enlever. Ses bras tendus tenaient les cordes au-dessus de sa tête, de sorte que sa poitrine se dressait, sans une secousse, à chaque impulsion qu'elle donnait. Son chapeau, emporté par un coup de vent, était tombé derrière elle; et l'escarpolette peu à peu se lançait, montrant à chaque retour ses jambes fines jusqu'au genou, et jetant à la figure des deux hommes, qui la regardaient en riant, l'air de ses jupes, plus capiteux que les vapeurs du vin.
Assise sur l'autre balançoire, Mme Dufour gémissait d'une façon monotone et continue : "Cyprien, viens me pousser; viens donc me pousser, Cyprien!" A la fin, il y alla et, ayant retroussé les manches de sa chemise, comme avant d'entreprendre un travail, il mit sa femme en mouvement avec une peine infinie
".
Pierre-Auguste Renoir in un suo quadro, oggi al Musée d'Orsay, rappresentò proprio una giovane donna sull'altalena, che lui chiama balançoire. Nella novella di Maupassant le altalene sono due, su una va la madre, sull'altra la figlia, e così è anche nel film.
La presenza di Renoir padre non c'è solo in questo episodio, ma in tutta l'aria che si respira nel film, aria di natura lieta e libera, almeno per quel giorno. Il fatto che il film sia in bianco e nero è solo un dettaglio, i posti dove fu girato sono molto vicini ai luoghi prediletti dagli impressionisti, si tratta di Montigny-sur-Loing e di Marlotte nel dipartimento Seine-et-Marne.

Ma c'è una altalena più famosa di quella di Renoir, che non ho ancora visto al cinema, è quella di Jean-Honoré Fragonard, dipinta nel 1767 e conservata alla Wallace Collection di Londra, il cui titolo è "Les hasards hereux de l'escarpolette", e la malizia si capisce osservando bene il quadro. Uno spirito del genere non è stato possibile trovarlo, almeno finora, anche nei grandi registi che hanno fatto film sul Settecento, come Fellini e Kubrick. Più in sintonia con Fragonard sarebbe il Tony Richardson di Tom Jones, ma è inglese, per lui va meglio Hogarth. Forse è un quadro a cui poteva ispirarsi il Rohmer giovane, quello di Pauline à la plage e di Le genou de Claire. Gli altri grandi della nouvelle vague no, sono troppo seri per Fragonard, che per essere capito richiede una profonda leggerezza. La pantofola della giovane dama è lì, sospesa nell'aria, ormai da quasi 250 anni.

Fragonard: L'escarpolette Londra, Wallace Collection (1767)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo post è una piccola perla.
Laura

Solimano ha detto...

Grazie, Laura.
Il brano di Maupassant mostra, a chi ha visto il film, la fedeltà convinta di Jean Renoir al testo dello scrittore, con un po' di gioia di vivere in più.
Maupassnt è più drammatico, Renoir lirico-ironico, comunque avercene.
Incerto fra i due, infine scelgo... Fragonard!

saludos
Solimano