sabato 15 settembre 2007

Star Trek

















Star Trek, di Gene Roddenberry: 5 serie di telefilm (1966-2005) , 1 serie di cartoni animati (1973), 10 film (1979-2002 : l'11° è in lavorazione). Con (nella serie classica nonchè per molti l'unica) William Shatner, Leonard Nimoy, DeForest Kelley, Nichelle Nichols, Walter Koenig, George Takei, James Doohan. Sigla originale di Alexander Courage. Produzione: Paramount (che acquisì l'originaria Desilu)

Roby
Nel caso di un "fenomeno" tele-cinematografico a livello planetario (pardon! galattico) come Star Trek, credo non ci siano mezze misure: o lo si odia mortalmente o lo si ama alla follia. Io, personalmente, confesso coram populo di adorare senza condizioni l'USS-NCC 1701 Enterprise, le sue gondole sospese nel vuoto siderale, i suoi propulsori ad antimateria che la spingono fino a velocità worp, il suo ponte di comando superaccessoriato e soprattutto il suo equipaggio, dal brillante capitano Kirk all'enigmatico signor Spock, giù giù fino all'ultimo tecnico addetto alla sala macchine. Lo so: chi non fa parte della cerchia degli iniziati avrà capito ben poco di ciò che ho scritto finora, ma è anche vero che la spiegazione dettagliata di quanto sopra richiederebbe più KB e più energia di quella necessaria ad armare i phaser... Quindi, inutile perder tempo in simili quisquilie.
Già: il TEMPO... Quello di Star Trek è calcolato in data-astrale-punto-qualcosa, e a seconda dei pianeti e delle forme di vita aliene incontrate può anche capitare che si cristallizzi, tanto da far durare ore un solo nano-secondo, oppure che si acceleri come in un film di Ridolini.


E poi, lo SPAZIO. Qui la distanza più breve tra un punto e l'altro non è la retta, e gli anni-luce che separano stelle ed asteroidi sono ininfluenti, grazie al teletrasporto. Geniale sistema, del quale avverto acutamente la mancanza durante i miei mattutini viaggi (scusate l'eufemismo) in autobus, tra frenate improvvise, pestoni sui calli e zaini giovanili incastrati fra sterno e diaframma. Del tutto trascurabile il motivo della sua invenzione, volta in realtà ad abbattere i costi delle riprese della prima serie: filmare atterraggi e decolli di astronavi e navette sarebbe stato molto più dispendioso che piazzare per pochi secondi gli interpreti in piedi, sotto la "doccia" luminosa che scompone e ricompone a piacimento le loro molecole.
Altra meraviglia di praticità -probabilmente dovuta alla presenza di uno stock di tessuti di maglia elasticizzata nei magazzini della Paramount- è la soluzione dell'ABBIGLIAMENTO, con quei pigiamini così comodi e disinvolti (pantalone nero e casacca girocollo), dove il diverso colore individua tra l'altro il diverso ruolo a bordo.
Nessun problema, invece -al contrario di ciò che succede nel nostro imperfettissimo universo- per le differenze di tinta della pelle: sul ponte di comando, come nei corridoi e nelle stive dell'astronave, convivono e collaborano senza distinzione diverse RAZZE non solo umane, ma anche aliene, in armonia quasi perfetta... oltre che quasi incredibile per gli spettatori, dato che in piena guerra fredda (la prima serie televisiva è del 1966) uno degli ufficiali tecnici dell'Enterprise è il giovane russo Pavel Cechov: vedere un sovietico al fianco dell'americanissimo Kirk doveva essere ancora più scioccante, per il pubblico USA, della presenza in plancia di un VULCANIANO dalle orecchie a punta!

Caro, mefistofelico signor Spock, con quell'aspetto tanto marcatamente diabolico da rendere scettici gli sceneggiatori sul mantenimento del suo personaggio, convinti com'erano che il grande pubblico non l'avrebbe MAI accettato... le ultime parole famose!!! Se c'è un tratto peculiare e inconfondibile di Star Trek, questo è proprio l'impenetrabile primo ufficiale della nave, figlio di un'umana e di un abitante di Vulcano, pianeta ad elevato rischio sismico popolato da esseri che, in antitesi con l'esplosività del suolo, hanno sviluppato al massimo grado freddezza e autocontrollo, grazie ad una logica ferrea. Suscitando, ovviamente, tutta la mia invidia, specie quando perdo le staffe, vado fuori dai gangheri e comincio a vedere tutto annebbiato nel corso di infuocate discussioni sul lavoro, o di piccole divergenze di vedute con marito e figlia.


Ma, in ultima analisi, che scopo hanno le ESPLORAZIONI di questo manipolo di intrepidi pionieri? Premesso che per partecipare ad una delle loro missioni quinquennali darei ben più di un quinquennio di vita, mi preme sottolineare che, nelle perlustrazioni di mondi sconosciuti e di forme viventi non umane, il capitano Kirk applica con puntiglio le norme di non interferenza dettate dal codice della Federazione Planetaria, evitando -a meno di pericoli mortali- quasiasi ingerenza nei sistemi di governo dei popoli incontrati: i quali dunque, anche dopo il contatto con l'Enterprise, potranno continuare a gestire da sè la propria esistenza, senza rischi di colonizzazione da parte dei rappresentanti della Federazione stessa. In parole povere: se sul pianeta XYZ si sta combattendo una guerra civile, l'Enterprise arriva, offre il suo aiuto alle vittime e poi se ne va (ripeto, SE NE VA), senza lasciare presidi, postazioni, basi di lancio, ecc. ecc. Anche se -poniamo il caso- il sottosuolo di quel pianeta traboccasse di uranio, plutonio, iridio, vanadio e (mi voglio rovinare) pure carbonio 14-21-28...

E se non è FANTASCIENZA questa, allora, ditemi voi cos'è!!!












6 commenti:

Giuliano ha detto...

Cara Roby, io invece sono l’uomo delle mezze misure: a me Star Trek non dispiace, ma neppure stravedo. All’inizio lo avevo snobbato, poi piaceva molto a mio nipote (nel senso che io sono lo zio) e mi ci sono affezionato.
Lo “snobbing” iniziale era dovuto al fatto che i primi episodi sono molto artigianali, e gli alieni sono attori vestiti con bizzarri costumi, mascheroni da orso o da scimmia oppure eleganti tuniche ellenistiche (per le donne, ovviamente giovani e belle, tuniche cortissime e spalle scoperte), il tutto su sfondo di panorami da cartapesta. Poi sono arrivati i soldi, e tutto ha preso un aspetto molto meno casalingo: ma il telefilm c’era già, non è cambiato molto.
Il salto di qualità viene sicuramente dai soldi, ma anche dal passaggio di una cometa veramente speciale: “2001 Odissea nello Spazio”, che è uscito subito dopo la primissima serie di Star Trek. Dopo Kubrick, la fantascienza è cambiata moltissimo: fateci caso, dai film anni ’50 a Lucas e Spielberg c’è un salto di qualità (tecnica, le idee erano già buone) proprio dopo quel 1968.
La cosa curiosa, vedendo ogni tanto le malinconiche nuovissime serie di Star Trek, è che i mascheroni sono tornati: non fanno più le scazzottate corpo a corpo come nel 1966, ma che mancanza di fantasia... Anche gli alieni sono tutti uguali, anche se distano tre trilioni di anni luce l’uno dall’altro: nasi ritorti alla Altan prima maniera, fiorire di vene varicose sulla fronte, elettrodi e microchip un po’ qui e un po’ là sulla testa e altrove. Per forza che poi gli appassionati storcono il naso!
PS: Sono contento del tuo paragone di ieri tra me e Mr.Spock, anzi ne sono onorato. Se l’ho rimpiazzato con Bud Spencer è solo perché a me quelle magliette così aderenti mi fanno un curioso difetto all’altezza della cintura dei pantaloni, qualcosa come una piega, una curva, non so. Chissà da cosa potrà dipendere, che sia forse il mio costumista che non va bene?

Habanera ha detto...

Star Trek no, non l'ho mai guardato. Ma qualcosa ho visto, passando casualmente davanti al televisore acceso: mia figlia non si perdeva una puntata. Ho visto due orecchie a punta, portate con disinvoltura da un tipo dallo sguardo impenetrabile che indossava una strana maglietta azzura, molto molto aderente. Mi sembra di capire che si trattase del Dottor Spock e devo dire che è stato l'unico a catturare, sia pur fuggevolmente, un briciolo di attenzione da parte mia.
Giuliano, se fosse necessario piuttosto cambia costumista ma tieniti ben stretto il ruolo affascinante di Mr.Spock.
H.

Roby ha detto...

Giuliano e Habanera, ve l'avevo detto: i miei occhi -guardando attraverso l'oblò dell'Enterprise- sono foderati di prosciutto, proprio come quelli degli innamorati persi...

A proposito, il mio costumista dev'essere lo stesso di Giuliano, perchè anche a me le tunichette aderenti fanno uno strano verso, più o meno all'altezza dell'ombelico... però le porto lo stesso, almeno nelle cerimonie ufficiali insieme all'equipaggio al completo.

Habanera, hai qualche buona sarta da consigliarci????

[:->>>]

Solimano ha detto...

Mi sa che la sarta che ci consiglierà Habanera si farà ricca, perchè anche per me c'è quella strana disfunzione al costume da voi segnalata. Un po' meno di qualche anno fa, ad onor del vero...
A proposito dell'esimio dottor Spock, e quindi della fantascienza, non sto ritrovando fra le mie nasserizie un vecchio film di cui prima o poi qualcuno parlerà, "L'invasione degli ultracorpi". Ve li ricordate, i baccelloni?

saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Non so se posso dirlo, ma trovo assolutamente fantastica la parodia del teletrasporto fatta da Mel Brooks in "Balle spaziali". Di solito non amo molto Mel Brooks, ma in quel film si è divertito parecchio e mi ci sono divertito anch'io.
(e il capitano Kirk in persona è anche in L'aereo più pazzo del mondo, l'episodio dello Shuttle: qualcuno se lo ricorda?)

Roby ha detto...

Giuliano, ma certo che puoi dirlo!!!! Adoro Star Trek ma trovo esilaranti anche le sue parodie (Mel Brooks, poi, è un genio!). Non mi ricordo di quell'episodio dell'Aereo più pazzo ecc.... Peccato: rimedierò quanto prima!!!

[:->>>]

"Lunga vita e prosperità"

Robyk