venerdì 28 settembre 2007

Dracula in Brianza

Il Cav. Costante Nicosia demoniaco, ovvero: Dracula in Brianza, di Lucio Fulci (1975) Sceneggiatura di Mario Amendola, Pupi Avati, Bruno Corbucci Con Lando Buzzanca, Rossano Brazzi, Sylva Koscina, Moira Orfei, Christa Linder, John Steiner, Francesca Romana Coluzzi, Ciccio Ingrassia, Valentina Cortese, Carlo Bagno, Dori Dorika, Ilona Staller Fotografia: Sergio Salvati (100 minuti) Rating IMDb: 5.5

Brian sul suo blog Brianzolitudine

Il Cavalier Costante Nicosia,
demoniaco film, gran vecchio must
del trash quel Dracula in Brianza: cast
con Sylva Koscina e Ciccio Ingrassia,

sceneggia Pupi Avati e alla regia
c’è Lucio Fulci e poi ancora - last
but not least
- Moira Orfei, dolce stardust.
Pare il maiale, non si butta via

nulla di questo film: Corbucci Bruno,
Brazzi Rossano col Buzzanca Lando
Valentina Cortese e Mario Amendola,

Ilona Staller, Christa Lind... Ma quando
ce l’hanno mai propinata, estraendola
dal water, questa trama al calor bruno?

Titolo del film:
Il Cavalier Costante Nicosia Demoniaco ovvero: Dracula In Brianza
Anno: 1975 – Distribuzione Titanus

La trama:
Il Cavalier Costante Nicosia, immigrato in Brianza dalla Sicilia, è divenuto un fortunato e rispettato industriale di dentifricio (detto "pasta del Colonnello" - PDC). Ospitato nel proprio castello dal conte Draculescu in occasione di un viaggio per affari nella Romania, Costante torna prima con il sospetto di essere divenuto omosessuale, poi con la certezza di trovare un particolare piacere nel sangue umano.
Aggredito dalla dipendente Vanda che gli domanda se la sua insaziabilità non giunga alla brama di sangue operaio, il cavaliere intuisce la soluzione per il vampirismo di cui è affetto e organizza l'autoemoteca Nicosia che i dipendenti della PDC frequentano grazie alle gratifiche che ne ricevono.
Il felice industriale si riconcilia in Brianza con la moglie Mariù e ottiene un figlio con vistosi canini sporgenti.

Il commento
C’e tutta la Brianza e l’Italia di oggi, in questo stupefacente film visionario, anticipatore e a suo modo profetico: la de-localizzazione produttiva brianzola nell’Europa dell’Est, l’immigrazione romena, le problematiche di sfruttamento lavorativo sanguìsugo nel terziario avanzato, simboleggiate dall’inquietante autoemoteca del Cav. Nicosia.
Ma soprattutto, c’è un Cavaliere brianzolo imprenditore, rampante e di successo. Poteva forse mancare?
Nella trama però, quel Cavaliere proviene dalla Sicilia. E, soprattutto, manca lo stalliere. Sostituito peraltro più che degnamente da una divina, avvenente, bionda e nascente starlet: la futura deputatessa Staller.

Sylva Koscina, in una immagine di studio fotografico

2 commenti:

Solimano ha detto...

Brian, è utile inserire qui un film di questo tipo per una serie di ragioni.
Prima di tutto perché di film così se ne sono fatti tanti, e Lucio Fulci è riuscito a farsi una vasta schiera di estimatori, unendo alla professionalità tecnica un ottimo naso per captare dove spirava il vento del pubblico.
Poi questi film indicano con molta chiarezza alcuni temi a cui il pubblico era sensibile, specie il tema erotico (al tempo stesso sfottuto e mostrato, un gioco di ingenua ambiguità), ma anche l'horror vampiresco da cui io sono stato sempre ben lontano, ma, se è stato presente così spesso, evidentemente era una attrazione, paro paro come un secolo fa i romanzi di Carolina Invernizio.
Infine, ed è la cosa più sorprendente, il naso di Fulci e dei suoi colleghi ed epigoni, aveva una sua sensibilità per odori a cui altri registi non badavano allora: l'immigrazione, la delocalizzazione, il malessere operaio che non trovava le consuete risposte.
Che poi ci fosse la tendenza di buttare tutto in vacca è vero, ma intanto le persone cominciavano ad accorgersene.
Però io non ho il gusto rivolto ad una rivalutazione estetica o civile di questi film, occorre al tempo stesso prenderli sul serio e riderne, come fai tu.
Il cinema è comunque un mondo duro: è stupefacente vedere in questo cast dei nomi come Rossano Brazzi e Valentina Cortese, mentre il caso Koscina è particolare: una attrice brava ma sfortunata, perché non incontrò ne lomento magico (che era già passato) il regista giusto ed i film giusti.
A me piaceva molto, ed ho colto l'occasione per portarmela nel blog.
Mentre, detto fra noi, non ho mai apprezzato lo spiritaccio di Lando Buzzanca.
Non ho trovato in IMDb la specificazione della location in cui fu girato il film, potrebbe essere che la Brianza nel film sia presente solo come titolo.

grazie e saludos!
Solimano

Giuliano ha detto...

Dear Brian, leggendo il tuo post - soprattutto verso la fine - mi sono venuti in mente pensieri un po' troppo complessi per il film che stiamo guardando (soprattutto la convinzione, diffusa fra tutti i lombardi e non solo fra i brianzoli, che il male venga sempre e comunque da fuori...).
E allora mi fermo, non senza sottolineare che quella forma di vampirismo lì, quella che si vede nella foto in alto, è molto piacevole e tutt'altro che da condannare.
danke schoen
Giuliano