mercoledì 19 settembre 2007

La decima vittima

La decima vittima, di Elio Petri (1965) Dal romanzo "The seventh victim" di Robert Sheckley, Sceneggiatura di Tonino Guerra, Giorgio Salvioni, Ennio Flaiano, Elio Petri Con Marcello Mastroianni, Ursula Andress, Elsa Martinelli, Salvo Randone, Massimo Serato, Luce Bonifassy Musica: Piero Piccioni Fotografia: Gianni Di Venanzo (92 minuti) Rating IMDb: 6.8
Solimano
Il film deriva da un noto romanzo di fantascienza: "The seventh victim" di Robert Sheckley. Si ipotizza che in futuro si introduca un nuovo gioco: La Grande Caccia , a cui chi vuole può iscriversi. Gli iscritti saranno alternativamente cacciatori o vittime, quindi potranno uccidere o essere uccisi. Gli accoppiamenti verranno decisi da un computer. Il gioco è promosso dai governi per dare uno sfogo alla crescente aggressività delle persone. Ci sono palestre di addestramento, i partecipanti si dotano di staff organizzativi, la pubblicità paga i cacciatori più popolari che rilasciano interviste a vittima ancora calda, le loro frasi sono concordate prima. Le chiese e i ministeri sono off limits, lì non si spara. Anche il Circolo della Caccia è off limits, ci sono solo degli spettacolini di gladiatori proprio come gli antichi romani, quello che muore viene rapidamente trascinato via. Cacciatori e vittime sono dotati di regolari documenti, i vigili urbani fanno le multa per divieto di sosta, ma non possono fermare cacciatori o vittime in azione. Ci sono pene severe per chi fa una uccisione non regolamentare. I premi sono crescenti, perchè i cacciatori lo fanno non per sfizio ma per soldi. Giungere ad uccidere dieci vittime è difficile, finora ci sono riuscite solo quindici persone in tutto il mondo, che avranno agevolazioni per tutta la vita, la prima è quella di non pagare le tasse. Quando il cacciatore insegue la vittima in mezzo alla gente, tutti pensano ai fatti propri perché sanno che si tratta di professionisti che non sparano sul primo che passa.
Così, l'americana Caroline Meredith (Ursula Andress) potrebbe uccidere la sua decima vittima: il computer l'ha abbinata al romano Marcello Poletti (Marcello Mastroianni), che è solo a quota sei vittime. Caroline ha un ottimo staff, evidentemente non ha problemi di soldi, ed ha dei contratti pubblicitari in essere. Elimina brillantemente all'inizio del film la nona vittima. Marcello ha qualche problema personale, con la moglie Lidia (Luce Bonifassy) da cui sta divorziando, e con l'amante Olga (Elsa Martinelli) che lui non vuole assolutamente sposare. Il suo staff è scarno (e Marcello non li paga da mesi), un professore di tecniche omicidiali (Salvo Randone) ed un avvocato (Massimo Serato) per i contratti con gli sponsor. Marcello ha un business collaterale, è il capo carismatico dei Tramontisti che su una spiaggia vicino a Fiumicino onorano il sole al tramonto, però c'è un'altra setta, i Neorealisti Volgari, che li prendono a pomodorate e i Tramontisti si sono dotati di schermi traparenti protettivi. Marcello sta nascondendo i vecchi genitori, che dovrebbe consegnare allo stato, ma l'evasione da questo obbligo in Italia è massiccia. Durante le traversie della caccia, Caroline e Marcello troveranno modo di innamorarsi, mettiamola così, ognuno tiene la pistola nascosta. La sceneggiatura (che è di ferro, ci sono Flaiano e Guerra) trasmette una sensazione di follia normalizzata con abitudini consolidate. Tutto è lindo e pulito, i prati sono verdi e fioriti, i locali mai sordidi, la gente ben vestita, il sangue degli uccisi praticamente non si vede. Splendide grandi Citroen con colori azzardosi ma non kitsch. L'unica stonatura sono i computer: nessuno poteva prevedere nel 1965 che la miniaturizzazione giungesse al punto di oggi, quindi ci sono degli scatoloni invece delle odierne scatolette. Il finale è aperto, Caroline e Marcello non hanno risolto la loro questione, alla produzione seccava che morisse l'uno o l'altra ed ha preferito chiuderla così. Un film di fredda lucidità, tutto di testa, anche perché Ursula Andress ha solo un certo tipo di argomenti, li usa benissimo ma si ferma lì, mentre Marcello Mastroianni palesamente si diverte a vedersi biondo ed a gigioneggiare in un ruolo anomalo.
Si è avverato qualcosa, di quello che prevedeva il film? Nella sostanza sì: i reality, dal Grande Fratello all'Isola dei Famosi alla De Filippi hanno completamente abolito il confine fra persone e personaggi, proprio come succede nel film , a parte il piccolo dettaglio delle uccisioni, però le nomination e le eliminazioni sono di regola, il meccanismo è lo stesso. Me le immagino, le riunioni mattutine dello staff del Grande Fratello, il giorno dopo che l'audience è scesa:
"Allora, domani è il caso che Steffy e Renato facciano finalmente l'amore, col lenzuolo sopra naturalmente, ma si deve capire che lo fanno. A Mario, che è toscano, scapperà una bestemmia, però poi chiederà scusa. Annina racconterà i fatti privati di Flora a tutti i maschi seduti al baretto. E Federico? Cercherà di slacciare il reggiseno a Gianna che lascerà fare ma poi lo fermerà. Andrà oltre solo la sera dopo, se l'audience non risale".
Il confine fra persone e personaggi è caduto, a me sembra del tutto osceno, ma chi ci bada più? Dalla De Filippi et similia è ancora peggio, vige l'oscenità dei sentimenti (falsi o veri non fa differenza) mostrati dalle persone ma concordati con lo staff. A seguire, il pistolotto moralistico finale dell'esimia conduttrice. La stessa cosa faceva Madame Tellier con le sue lavoranti, che non dovevano fare le birichine alla cresima di sua nipote. Poi, al ritorno, gran festa per i frequentatori abituali, rimasti a secco per quarantotto ore. Però penso che Madame Tellier alla cresima ci credesse, almeno finché era in chiesa.

4 commenti:

Giuliano ha detto...

Pensa che non sapevo nemmeno che esistesse, questo film di Elio Petri. So qualcosa di Sheckley, ma davvero non si finisce mai di imparare.

Solimano ha detto...

Giuliano, a volte la fantascienza è stata purtroppo profetica, e questo è un caso, a parte che il film ha diversi pregi di per sé.
A pensarci, anche L'invenzione di Morel è fantascienza profetica, e le macchine di Morel sai bene che cosa richiamano.

saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Questa storia ha qualcosa di Quintet (Altman), che però si muove su un terreno diverso.
Quanto a Morel e alle sue macchine, ti ricordi di Erewhon di Samuel Butler? (c'è un mio lunghissimo post su Stile Libero 2003).
saludos
Giuliano

Solimano ha detto...

Quello su Erewhon l'ho letto allora e tornerò a leggerlo fra un po'. Credo poco ai generi, e la fantascienza in genere non mi interessa, se non nel caso che sia un modo di parlare indirettamente, magari più efficacemente di noi, come si fece con il famoso "L'invasione degli ultracorpi" che prima o poi qualcuno metterà. "La decima vittima" l'ho messo sia perché rappresenta una anomalia, sia perché i problemi di allora si sono aggravati. Quindi a suo modo è un film attualissimo.

saludos
Solimano