sabato 16 giugno 2007

Fatti nostri a Ravenna

Solimano
Sono partito venerdì mattina e sono tornato sabato sera.
Mi sono trovato a Ravenna con alcuni Ulivisti Selvatici: Manuela, Lodes e Monterosso di Ravenna, Graziella e Roby di Firenze, Sissi e Massimo di Roma, Nicola di Toscanella di Dozza, ed io di Monza. Bruno è rimasto a Lecco, per uno sciopero della fame con altri contro l'edificazione di un eco-mostro di otto piani sul lago, Vittorio non ha potuto spostarsi da Salerno, Montepino di Ancona l'abbiamo sentito per telefono quando ci siamo messi a tavola.
Ci siamo tutti conosciuti in rete, e già da tempo ci incontriamo di persona due volte l'anno.
"Selvatici" non è sinonimo di "selvaggi", ma l'opposto di "domestici", così chi vuole capire capisce. Il nome lo inventammo in due: io inventai il "salvatico", ma fu Nicola che lo convertì definitivamente in "selvatico", scoprendo poi che San Paolo parla di un ulivo selvatico. A volte, siamo noi stessi stupiti di aver resitito quasi da soli alla gelata sui girotondi; erano infatti sorti siti ben più grossi e polputi, che però in questi anni hanno chiuso.
Credo che si debba ad alcune cause: la prima, essenziale, è che presi uno per uno, siamo tutti orgogliosi, faremmo di tutto per non dargliela vinta. Ma io vedo altri due motivi: che nessuno di noi riceve soldi dalla politica, e che ci siamo abituati a scrivere ed a leggerci quasi ogni giorni in Stile libero, che è prepolitico, e che è diventato una specie di diario personale di cultura e di vita. Lo scrivere ed il leggerci, credo che ci abbia migliorato come capacità di scrittura e di ascolto. Ci sono anche altri che non appartengono al nostro gruppo, ma scrivono con noi, come Isabella, Habanera, Giuliano, Ottavio. Se possibile, cerchiamo di fare le cose insieme, ma non come una setta: ognuno sceglie se fare o non fare, come ad esempio qui, in cui agisce un gruppo misto, e così sarà in altri posti, perchè riteniamo che col solipsismo non si vada da nessuna parte. Ci vuole molta pazienza, per riuscire a fare le cose insieme, ma credo sia l'unica strada per non essere velleitari. E' anche più divertente.
Ciò detto, in questi due giorni è successo di tutto, come nostro solito. Abbiamo deciso di fare un film tutti insieme, il titolo sarà "Ceneri di un amore", e già immagino come ce lo racconterà Roby. Mezza Quaresima e mezzo Carnevale. Non preoccupatevi, non se ne farà niente, ma a tavola ci siamo divertiti nell'immaginarlo e nell'assegnare le parti.
Io ho regalato a Manuela - che ci ha ospitato a cena venerdì - un cofanetto con quattro film di Tati, così smette di snobbare il mio amatissimo cinema francese; tornando dopo averlo comprato mi è comparsa sulla sinistra la chiesa di Sant'Apollinare Nuovo. Ho cercato di entrare, ma la chiesa era ancora chiusa. Però ho visto il costo del ticket d'ingresso: 7.50 euro, il che significa che i cristiani credenti, quelli che vanno a messa tutti giorni, o il Vaticano gli dà un pass personale o andranno a pregare nelle chiese più brutte, che peccato! Io sono laico, ma quelli così li rispetto e vorrei che i preti chiacchieroni in TV li trattassero bene, e gli facessero piovere un po' dell'otto per mille, che sarebbe poi una partita di giro.
Il ritorno a Monza è stato un po' duro: sole in faccia ed aria condizionata non funzionante nella mia arcaica e possente Thema, però domani un film nel blog lo metto: quale sarà? Sono incerto fra quattro, deciderò domattina sulla base del tempo che fa.
P.S. L'immagine è una foto d'epoca dell'abside di Sant'Apollinare in Classe.

9 commenti:

Roby ha detto...

Mi corre l'obbligo di precisare che -contrariamente a quanto affermato da Solimano circa la non fattibilità del film "Ceneri di un amore"- la sottoscritta ha già portato a termine un primo abbozzo della sceneggiatura, contattato le maestranze, saggiato il terreno presso gli agenti di vari noti attori/attrici. Per la parte del protagonista maschile sono in lizza Jeremy Irons e Ralph Fiennes, mentre il ruolo femminile principale resta incerto tra Wynona Rider, Keira Knightley, Penelope Cruz e Audrey Tautou. Ora scusatemi, devo lasciarvi, perchè mi squillano contemporaneamente cellulare, telefono fisso e cordless: è di nuovo quella pianta grane di Meryl Streep, offesa a morte perchè le ho rifiutato la parte di prima donna...

A bientot

Roby

Isabella Guarini ha detto...

L'immagine del mausoleo di teodorico a Ravenna, pubblicata da Solimano, fa sognare. E a me piace sognare, anche se con i piedi ben piantati a terra. La location è adatta per un film a episodi tra ricordi e attualità di persone che per caso s'incontrano in rete, come dice Solimano. Un non luogo, indefinibile, ma che assume le forme, i colori, gli odori, dei personaggi coinvolti, i quali finiscono col sapere tutto di loro stessi ma non si conoscono. Vabbè, vi siete visti, ma facciamo finta che non sia accaduto. Del resto è una fiction!. Dunque, dicevo del soggetto, che andremo meglio a definire dopo aver scelto i protagonisti, il regista e tutto il resto. Il genere potrebbe essere drammatico, politico, comico, fantastico. Non so, devo ancora decidere e continuo a leggervi, perchè il film, se non lo avete ancora capito, siamo noi. See you later, Isabella

Solimano ha detto...

Roby, vedo che nella scelta degli interpreti maschili stai privilegiando loschi figuri, e mi toccherà mettere tra i film "Il danno" di Malle e "Il paziente inglese" (in realtà paziente è lo spettatore)di quel furbacchione di Minghella, scritturando Juliette Binoche e Kristin Scott Thomas. Ne verrà un film ad alto budget, La Ceneri saranno di una intera foresta.
Lo sai che nel Paziente inglese c'era anche il da voi idoleggiato Colin Firth? E che parte faceva? Eh? Tutt'altro che un sex symbol, chi l'avrebbe mai detto allora.
Però, quando dovremo fare le etichette, ci dovremo mettere anche Nicola, perché l'idea, assolutamente folgorante, l'ha avuta lui, anche se, da un certo punto di vista, fa venire in mente un episodio del Grande Lebowsky, quello del funerale all'amico di una vita.
Isabella, nelle immagini occorre essere a volte un po' spiazzanti: per Ravenna sembrava scontato il mosaico, e invece no.
Riguardo al tuo il film siamo noi, occorrerà qualche effetto sorpresa, un capovolgimento di ruoli, che so io, tu che affronti le pellicole di Kalatosov (anteguerra, anteguerra...), e Giuliano che ci infoma su In ginocchio da te e su Una lacrima sul viso. Io sto pensando a La dottoressa del distretto militare, solo che non ricordo se era quello di Nadia Cassini o quello di Edwige Fenech (che, incredibile dictu, ha fatto persino una Madame Bovary).

saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Oh, ma io l'ho visto "In ginoccho da te"!! E anche "Non son degno di te", quelli con Morandi militare e Nino Taranto colonnello: avevo sette anni e al cinema del mio paese arrivavano solo quelli, oltre a Franco e Ciccio (e, più tardi, Lando Buzzanca e Il merlo maschio).
Se vuoi ne parlo, però prima mettimi Huston e Kurosawa.
saludos
Giuliano

Isabella Guarini ha detto...

Io penso a un film fatto da noi, virtuale. Immagino Solimano come regista. Solimano, perché è capace di coordinare, di tessere i fili della rete in modo che sia un sistema riconoscibile. Ho riflettuto, non che gli altri, tra noi, non abbiano competenze, ma Solimano è convincente, specialmente verso persone, come me, che tendono a seguire la propria strada. Il resto verrà. A presto, Isabella

Solimano ha detto...

Giuliano,non avevo dubbi che "Non son degno di te", "In ginocchio da te", "Una lacrima sul viso" et similia costituissero parte integrante della tua educazione sentimentale, come per me "La canzone da due soldi", "Arrivederci", "Come sinfonia". Ha ragione Fanny Ardant ne La signora della porta accanto: le canzoni più dicono banalità più sono vere.
Isabella, a parte tante considerazioni che potrei fare, a me dispiace vedere com è diffusa l'incuria in rete, e nel blog di csf, come credo che tu abbia notato, ho scritto che ci vorrebbe la serietà che si mette nella collezion di francobolli o nel mangiarsi una pizza. C'è anche il problema opposto, di quelli che non ridono mai e che in rete si mettono in punta di piedi per sembrare più alti. Sono persone che al ristorante non mangiano il cibo, ma il menù. E' un vizio tipicamente italiano, che ha conseguenze pessime. Gli ignoranti ed i pedanti si autosorregono, in fondo fanno giochi non molto diversi fra di loro.

saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Caro Solimano, sono d'accordo con te sul discorso in generale, che meriterebbe di essere continuato; ma io quei film e quelle canzoni li ho subìti perché ero bambino. Appena sono arrivato ai 12-14 anni sono andato da un'altra parte, avrei evitato volentieri non solo Morandi ma anche Albano, Battisti, Baglioni, vascorossi, e via dicendo: ma continuano a piovermi (e a grandinarmi) addosso, ormai mi sono rassegnato.

Manuela ha detto...

Caro Solimano, solo un saluto svelto, tanto per puntualizzare un paio di cose.
Il biglietto da 7,5 euro non è per la sola visita a S.Apollinare Nuova, ma è cumulativo dei monumenti segnalati dall'UNESCO e che vado brevemente ad elencare:
S. Vitale, Galla Placidia, S.Apollinare Nuova, S.Apollinare in Classe, Basilica Ursiana, Battistero degli Ariani, Battistero degli Ortodossi e Cappella di S.Lorenzo (come vedi non sono citati né il Mausoleo di Teodorico né la tomba di Dante, che sono notoriamente ciofeche). Non è un prezzo esoso. Il problema magari è che vendono solo biglietti cumulativi. Se non hai tempo per vedere tutti i monumenti, peggio per te.
Quanto ai ravennati che vogliono andare in chiesa (tuttavia S.Apollinare Nuova è sconsacrata da un bel po') per loro l'ingresso è gratuito, basta mostrare la carta d'identità. Così, io posso entrare gratis, ma Enzo deve pagare il biglietto, alla fine è una specie di offerta 2x1.
Infine, ottima l'idea del film, anche se la sceneggiatura è già scritta. Enzo ed io abbiamo scritto una serie di racconti, una specie di viaggio turistico a Ravenna, dove ogni monumento, o piazza, o porta della città, è protagonista di un racconto. Il tutto incorniciato, alla maniera di Boccaccio, da un unico racconto che poterebbe benissimo intitolarsi "Ceneri di un amore" (ma non è un po' scontato?).
Come vedi, niente di nuovo sotto il sole.

Solimano ha detto...

Manuela, perché etichettare di ciofeche due opere notevoli?
Il più grande scrittore che sia mai esistito è sepolto a Ravenna, c'è da esserne fieri. Inoltre l'architettura è buona e il bassorilievo di Pietro Lombardo fa la sua figura.
Il Mausoleo di Teodorico è opera quasi solitaria di tempi bui, di una architettura singolare, un po' barbara un po' romana, proprio come era lui, desso Teodorico.
Eppoi ha ispirato il bel disegno del Piranesi, che cambierò con altra cosa di Ravenna, sorprendendoti.
E a Ravenna ci sono altre belle cose, a prescindere dai sublimi mosaici: Tullio Lombardo, anche a parte la mitologia del Guidarello, e un pittore minore ma gustosissimo: Niccolò Rondinelli, persino i begli affreschi dei Gandolfi in San Vitale. Però, il quadro più bello fatto per Ravanna ce l'abbiamo noi a Brera eh... eh... la Pala Portuense di Ercole de Roberti.
Col ciofeca si è esclusa la grande arte barocca, ma il tempo sta facendo giustizia. Meglio includere che escludere.
Sui film, competition is competition, Roby sta già scritturando artisti insigni per "Ceneri di un amore", solo che occorrerà mettere l'etichetta a Nicola, è lui che ha avuto l'idea geniale, che è un suo fatto biografico. Col film tuo e di Lodes concorreremo per il Gabbiano d'Oro o per l'Allocco di Platino, vinca il migliore, però fateci sapere il titolo!

saludos
Solimano
P.S. Per me, sotto il sole ci sono sempre cose nuove. Tutti i giorni.