domenica 30 marzo 2008

I caratteri nel cinema: Il Maresciallo Carotenuto (2)

Il Maresciallo convince la Bersagliera a non fare più la soubrette

Solimano
Nel precedente post dedicato al Maresciallo Antonio Carotenuto (Vittorio De Sica) avevo fatto riferimento all'antico detto "Veritas filia temporis". Vediamola, questa verità oggi sempre più evidente. Dissero che il Maresciallo aveva tenuto un comportamento criticabile con una soubrette di passaggio quando Maria De Ritis, detta "La Bersagliera" (Gina Lollobrigida) per ragioni che chiarirò in altro contesto, decise anche lei di esibirsi come soubrette, suscitando scandalo nella famiglia e nell'intero paese. Vediamo cosa successe, è il momento di produrre prove irrefutabili.

Qui si vede un gruppo di teatranti in agitazione. Tranne una signora non freddolosa che ci volge le spalle e la schiena, tutti stanno guardando dalla stessa parte: sul palcoscenico del teatro allestito per la festa patronale si sta esibendo Maria De Ritis (la Bersagliera). Guardando con attenzione in secondo piano, si vede che stanno arrivando due persone: c'è la mamma della Bersagliera (Vittoria Crispo) al cui fianco cammina il Maresciallo Carotenuto, che conduce a mano il suo cavallo d'acciaio. La mamma della Bersagliera, sconvolta per la decisione della figlia, ha infatti messo a soqquadro il paese e il Maresciallo ha deciso di accompagnarla per risolvere il delicato problema.

I due sono arrivati e guardano sbalorditi l'esibizione della Bersagliera. Si nota che la soubrette (di cui non conosco il nome) dall'alto del suo sgabello ha già adocchiato il Maresciallo e non guarda più il palcoscenico.

Il Maresciallo, fra le tante doti, ha una capacità magnetica di sentire lo sguardo altrui - è una capacità utilissima ai fini investigativi. Si volge quindi a guardare la soubrette. Sfido chiunque a trovare nello sguardo del Maresciallo alcunché di non lecito.

La ragazza sorride, che deve fare il Maresciallo? Sorride anche lui, prima di tutto perché sotto l'uniforme è un uomo, poi perché è consapevole dell'effetto che fa alle donne l'aura spermatica che da lui promana ( Scuola Medica Salernitana, secolo XII). E la cosa finisce qui.

Dissero del Maresciallo che in fondo era un impiegato dello stato che doveva gestire il tran tran quotidiano di un paese tranquillo, quindi non lo si poteva paragonare ai famosi sceriffi del Far West, ma guardate la scioltezza dell'impugnatura di un fucile che ha appena sequestrato ad un cacciatore di frodo: Wyatt Earp (Henry Fonda), lo sceriffo di Tomsbtone, non saprebbe fare di meglio. C'è pure il cavallo, il Maresciallo Carotenuto quando il gioco si fa duro non si fa mancare nulla.

Il Maresciallo sa bene che per svolgere al meglio il suo lavoro deve tenersi aggiornato sui fatti quotidiani ed oltre ad ascoltare la radio trova tempo e modo di leggere gli articoli più importanti sul giornale. Dopo accurate ricerche -che potete fare anche voi cliccando sull'immagine- ho appurato che il giornale è diffuso ed autorevole: si tratta del Corriere dello Sport.
Il Maresciallo lo vedo un po' aggrondato, forse la Pro Sorrento ha perso.


Ma nella cultura una ciliegia tira l'altra: il Maresciallo, in attesa del pranzo, legge anche una rivista, e in questo momento sta guardando immagini riguardanti un argomento che gli sta molto a cuore. In secondo piano, si scorge la sua fedele ed autorevole domestica Caramella (Tina Pica) che l'ha seguito nei suoi vorticosi spostamenti di carriera: da Isernia a Lanciano, da Grottammare ad Ascoli Satriano.

Lo so, rimane la questione grossa, quella del ballo al matrimonio, ma non svicolo, prendo il toro per le corna. Prima di tutto, quel giorno il Maresciallo dovette presenziare a due matrimoni, non uno, altrimenti quelli del matrimonio snobbato avrebbero incrinato la loro fiducia nell'Arma. Ma fin qua passi. Gli toccò però mangiare -e bere- ad entrambi i matrimoni, non lasciando niente nel piatto e nel bicchiere. Si sentiva quindi appesantito nel corpo e nello spirito. Ma qui si vede la gagliardìa che sempre ha caratterizzato il Maresciallo: utilizzò il ballo come strumento per riprendere vigore. Del ballo, era mastro provetto fin dai tempi di Sorrento, specializzato in svizzere di lingua tedesca, ma nel paese non lo sapevano.


Dapprima eseguì qualche giro con una ragazza di quarant'anni -previa autorizzazione dello zio di lei- ma ci voleva altro, per risvegliare uno come Antonio Carotenuto. Era presente al matrimonio anche quella forosetta, sì, la Bersagliera! Il Maresciallo l'aveva convinta a non fare la soubrette ed a continuare a girare sull'asinello con gaudio sia dei carabinieri semplici che di quelli scelti. Proprio per questo pensava che non ci fosse nessun pettegolezzo.


Si trovò fra le braccia una giovane donna che riusciva a seguire i suoi passi più fantasiosi. Tutti i presenti erano ammirati per un sì gradevole spettacolo. Ma la Bersagliera ebbe un parziale mancamento che la costrinse ad appoggiare la testa sulla spalla del Maresciallo.

Alla fine del ballo il Maresciallo e la Bersagliera si trovarono di fronte la Levatrice Annarella Mirziano (Marisa Merlini) e Paoletta , la nipote del parroco (Maria Pia Casilio). L'innocenza del Maresciallo è appalesata dal sorriso schietto, quella della Bersagliera dal suo toccarsi la testa come una che stia per svenire. Ma non ci fu nulla da fare: la Levatrice fece una scenata, subornata da quella serpe di Paoletta.

La Bersagliera assunse a ragione un'aria da virtù offesa come neppure le sante del Dolci e del Cigoli, poi la cosa si sistemò, sapete come.

Un'ultima soddisfazione debbo prendermela con i sarcastici che asseriscono che dopotutto Antonio Carotenuto è uno sconfitto: la Levatrice si sposa con il Forestale, padre del figlio della colpa, la Bersagliera parte per il Trentino col fidanzato, il carabiniere scelto Pietro Stelluti (Roberto Risso) più la mamma e i sei fratelli, e il Maresciallo è solo alla Stazione, non gli rimane che prendere la corriera.
Ma sulla corriera sente che c'è una donna che lo guarda. Si guardano prima seri, poi si sorridono, l'aura spermatica ha colpito ancora. La donna è la Nuova Levatrice (Yvonne Sanson): per il Maresciallo Antonio Carotenuto domani è sempre un altro giorno!


4 commenti:

Giuliano ha detto...

Lo dico, mo' lo dico e me sfogo:
A) Quante bbelle guaglione!!
B) De Sica jr è un figlio degenere. Se non fosse per la somiglianza fisica, lo si direbbe piuttosto figlio di Alberto Sordi...

Roby ha detto...

A) Solimano, concordo con te: vista l'innegabile avvenenza della Sanson -sottolineata in generale da Giuliano- non mi pare che al maresciallo sia andata tanto male!!!

B) De Sica jr mi fa sorridere spesso: ma il padre -è vero- era un'altra storia...

C) L'Italia di quei tempi sembra fiduciosa e serena, benchè "povera": era davvero così?

Roby

Solimano ha detto...

Io ci scherzo su, ma i due di Comencini, la fantasia e la gelosia, sono due capolavori di grazia rusticana. Ogni volta che li vedo, scopro qualcosa di nuovo che non avevo notato prima, e comunque quello che avevo già notato non mi stanca.
E non finirò qui, c'è un altro carattere, in questi due film: Maria De Ritis detta la Bersagliera! Il punto non è che De Sica e la Lollobrigida sono bravi (bravissimi tutti e due) ma è che sono due caratteri esemplari di una certa Italia che non è detto che abbia cessato di esistere.
Se l'Italia era così? Sì, era anche così, e il Maresciallo ed il Parroco (ad esempio) non erano due pupazzetti, erano proprio due autorità molto sentite. Se ci riflettiamo, questi due film non sono poi dolciastri, non hanno quel sapore di budino che dà così fastidio, e le ambientazioni non sanno di posticcio (d'altra parte Comencini era bravissimo in questo, basta ricordare il Pinocchio).

saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

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