sabato 15 marzo 2008

Oci ciornie (2)

Oci ciornie, di Nikita Michalkov (1987) Liberamente ispirato ad alcuni racconti di Anton Cechov: "La signora col cagnolino", "Una moglie", "L'anniversario", "Anna al collo" Sceneggiatura di Aleksandr Adabashyan, Nikita Michalkov, Suso Cecchi D'Amico Con Marcello Mastroianni, Yelena Sofonova, Silvana Mangano, Marthe Keller, Pina Cei, Vsevolod Larionov, Innokenti Smoktunovsky, Roberto Herlitzka, Dmitri Zolotukhin, Oleg Tabakov, Carola Stagnaro, Isabella Rossellini Musica: Francis Lai, Wolfgang Amadeus Mozart: Sonata KV570 n.17, Gioacchino Rossini: "Una voce poco fa" dal "Barbiere di Siviglia", Johann Strauss, Franz Lear, Canzoni gitane Fotografia: Franco Di Giacomo (118 minuti) Rating IMDb: 7.6
Solimano
Anna (Yelena Sofonova), che è una persona veramente buona (parrà strano, ma le persone buone esistono!), non solo si volge impietosita a guardare Romano (Marcello Mastroianni), ma cerca di aiutarlo quando lo vede zoppicante con il bastone per il parco dell'albergo. Gli offre il braccio e Romano ne inventa un'altra delle sue: le dice che una parola russa ben pronunciata può aiutarlo a stare meglio, ed Anna dice pressapoco "Sobotscha!", che credo sia il nome del cagnolino, ma non so il russo e sarei comunque in difficoltà con la translitterazione, comunque avete capito. Subito, pronunciando "Sobotscha!", Romano sta meglio, non gli serve più il bastone, cammina rapidamente, addirittura, visto che ora davanti all'albergo stanno ballando, trascina Anna nella danza. A quel punto Anna fugge indignata perché si accorge di essere stata presa in giro, Romano la insegue, inciampa... e si fa male sul serio!
A tavola, tutti stanno mangiando in silenzio ognuno al suo tavolo, ma all'improvviso si sente una risata crescente: è Anna che non ce la fa a stare seria e ride da sola sempre più di gusto ripensando all'accaduto. Il riso è contagioso, ridono tutti, anche Romano, persino lo sceicco arabo che normalmente è aggrondato. Poi Romano si avvicina al tavolo di Anna e si siede a conversare con lei amichevolmente. Ed è allora che succede il fatto risolutivo.

Infatti c'è una improvvisa colpo di vento che fa volare via il cappellino di Anna: se guardate bene nell'immagine qui sopra vedete il cappellino in aria sopra la piscina fangosa, quindi terapeutica.La piscina è cosparsa di fiori grandi e multicolori.

Ma il cappellino a un certo punto scende, andando ad appoggiarsi proprio sui fanghi superficiali. Che farci? Lo sa Romano: si alza compitamente con il suo bel vestito bianco ed il bastone -che ora gli serve- e senza fare una piega, serissimo, si dirige verso la piscina e ci scende piano piano, rimanendo eretto come se niente fosse.

Romano recupera il cappellino, ci aggiunge un bel fiore giallo, risale dalla piscina (per avere l'idea delle sue condizioni guardate l'immagine in apertura del post) e riconsegna il tutto ad Anna, che è sbalordita ed ammirata -d'accordo, Anna è predisposta in quanto russa, ma non conosco donna che non si impressionerebbe per una cosa del genere.

Così comincia l'amore di Anna e di Romano, che pian piano si conoscono meglio, ed Anna suona benissimo il pianoforte nel giardino (osservate i guanti alle mani!). E' felice, ma anche turbata, e ne spiega le ragioni a Romano. Per ragioni familiari ha dovuto sposare un uomo più anziano di lei, molto ricco e potente. Anna non lo stima né l'ama, ma è decisa a mantenersi fedele, è una donna di principi rigorosi.

Ma Anna si è veramente innamorata di Romano, ed una notte la passeranno insieme. Anna è felice, ma chissà perché sta a lungo girata verso il muro e piange sul cuscino.

Poi si alza e confida a Romano il suo disagio: lo ama, ma soffre perché sente di non stare rispettando sé stessa e i suoi doveri. Romano non ci dà peso, è ben contento di essere amato da una donna come Anna, ed anche lui l'ama -al modo suo. Si assenta per qualche ora e quando ritorna, scopre cha Anna è partita al mattino presto, lasciando una lettera per lui. La lettera è in russo, maledizione! Romano non riesce a leggerla, né può pensare di farsela tradurre da qualche ospite dell'albergo.

"Ma che strane queste russe", pensa certamente Romano. Un po' amareggiato, decide di interrompere il soggiorno termale, visto che il meglio c'è sicuramente già stato e torna a casa dalla moglie Elisa (Silvana Mangano) affettuosa ed imperativa.
(continua)