giovedì 10 dicembre 2009

Milano nel cinema: Gli uomini che mascalzoni (1)

Vittorio De Sica (Bruno) e Lia Franca (Mariuccia)

Gli uomini che mascalzoni di Mario Camerini (1932) Sceneggiatura: Mario Camerini, Aldo De Benedetti, Mario Soldati Con: Lia Franca (Mariuccia), Vittorio De Sica (Bruno), Cesare Zoppetti (Tadini), Aldo Moschino (Conte Piazzi), Carola Lotti (Gina), Anna D'Adria (Letizia), Gemma Schirato (Vedova), Maria Montesano (Ragazza con le caramelle), Tino Erler (Mario Castelli), Didaco Chellini (L'ingegnere), Maria Denis Fotografia: Domenico Scala, Massimo Terzano Musica: Cesare Andrea Bixio "Parlami d'amore Mariù" (67 minuti) Rating IMDb: 7.3

Solimano

Nel film "Gli uomini che mascalzoni" (1932) di Mario Camerini c'è una scelta rivoluzionaria, visto che di partenza si trattava di una commedia più leggera che romantica: girare in esterni. E la rivoluzione fu doppia, perché il film si svolge per gran parte a Milano. Una Milano operosa più che turistica: un episodio importante è ambientato al'interno ed attorno alla Fiera Campionaria di Milano.
Ciò fu fortemente voluto, ancor più che dal regista Camerini, dal produttore Emilio Cecchi. Scelta inattesa, e subito apprezzata dal critico Filippo Sacchi che così scrisse sul Corriere della Sera, poco dopo l'uscita del film: "È la prima volta che vediamo Milano sullo schermo. Ebbene, chi poteva supporre che fosse tanto fotogenica? Camerini ha saputo cogliere con una finezza estrema certi inconfondibili momenti del volto e del movimento di Milano ed è riuscito a darcene, senza sforzo, il colore tutto lombardo, l'operosa vitalità".

Fin dalle prime inquadrature la scelta milanese appare chiara: il Duomo visto di fianco e la Piazza col Monumento a Vittorio Emanuele II. In primo piano un'edicola. Non credo però che sia l'edicola che compare successivamente, visto che è ambientata in una zona diversa di Milano.

Presso questa edicola c'è un ciclista che più che guardare i giornali, rivolge la sua attenzione a qualcos'altro. Di che si tratta? Intanto dico che il personaggio si chiama Bruno (Vittorio De Sica), nel prosieguo avremo modo di imparare il mestiere che fa.

Bruno ha notato una bella ragazza che sta camminando per strada (credo di tratti dell'attuale Corso Sempione). La ragazza si chiama Mariuccia (Lia Franca), e cammina frettolosa. Bruno tenta l'abbordaggio, in modo gentile e deciso. Mariuccia non gli dà ascolto perché deve prendere il tram.

Ecco infatti Mariuccia che riesce a prendere il tram all'ultimo momento, ma dietro al tram c'è un ciclista scatenato nell'inseguimento. Si tratta di Bruno che ha deciso di inseguire la ragazza che è salita sul tram.

Bruno riesce ad aggrapparsi al tram, proprio vicino al finestrino presso di cui si è seduta Mariuccia, che sta leggendo un giornale femminile. Mariuccia guarda Bruno mantenendo un atteggiamento di distacco (è un po' curiosa lo è, a dire il vero).

Però passa un camion con l'idrante per la pulizia della strada... e Bruno si trova a doversi staccare dal tram ed è bagnato come un pulcino. A quel punto Mariuccia scoppia a ridere. Questo incoraggia Bruno che continua l'inseguimento anche se il tram (mezzo tecnico ben più potente della sua bicicletta) sta distanziandolo.

Mariuccia è scesa dal tram ed ha trovato due amiche di lavoro: Gina (Carola Lotti) e Letizia (Anna D'Adria). Tutte e tre lavorano in una moderna profumeria. Bruno vorrebbe farsi avanti, ma le due amiche di Mariuccia lo prendono in giro. Bruno in parte capisce in parte no, ma arriva alla plausibile conclusione che nel moderno anno 1932, avere un corteggiatore in bicicletta non è da insuperbirne, mentre le ragazze che hanno come corteggiatori degli automobilisti sì che vanno bene. Bruno rimane un po' indispettito, anche se gli usi e costumi moderni gli sono ben noti. Non si rassegna a dover mollare a causa della bicicletta e gli viene un'idea, a cui dà seguito.

E' giunto il momento di rivelare il lavoro di Bruno: fa lo chauffeur, cioè il meccanico-autista per una famiglia ricca, dotata di auto di lusso. Quel giorno, la macchina è nel garage-officina, perché aveva bisogno di una piccola riparazione o di manutenzione ordinaria. Quando gli telefonano per chiedere se l'automobile è pronta, Bruno dice di no, si veste col miglior vestito che ha e si presenta all'uscita della profumeria offrendo a Mariuccia un passaggio verso casa. La ragazza accetta, sorpresa piacevolmente dalla novità.

E così,il viaggio dell'automobile l'automobile, guidata dall'esperto autista Bruno ci fa vedere inconfondibili aspetti di Milano fra cui l'Arco della Pace e quello che noi chiamiamo il Cordusio. Intando Bruno non perde tempo. Gli sembra di toccare il cielo con il dito tanto più quando, con la scusa che è presto, riesce a convincere Mariuccia (anche perché dalla macchina non può scendere) a portarla ad Arona sul Lago Maggiore. Mariuccia è incuriosita, perché là non c'è mai stata. La gita in automobile verso i laghi era il massimo, ricordo che Tadini (Cesare Zoppetti) il padre di Mariuccia, fa il tassista.

Mariuccia, prima ancora sulle sue, pian piano si fida di più di quel bel giovane palesemente ricco che le fa la corte e la porta in un posto così bello come Arona sul Lago Maggiore... Ma il film non finisce qui: accadranno episodi ed equivoci che si frapporrano fra i due giovani. Come finirà la storia?
(continua)

4 commenti:

boboboss ha detto...

Grazie del bel post. Sono molto interessato all'argomento perchè da anni raccolgo materiale su Milano nel cinema, sto realizzando una specie di database dei film girati o ambientati a Milano. In effetti, "Gli uomini che mascalzoni" è il primo film, lungometraggio, ambientato a Milano. Prima di questo ho notizia di un breve documentario del 1929, "Stramilano" di Corrado D'Errico.
Seguirò con molta attenzione i tuoi prossimi post.

Roberto

Solimano ha detto...

Roberto, ho provato a scriverti tramite il link boboboss che hai messo, ma non ci si riesce. Perché non mandi una email allo scrivimi di questo blog? Quello che dici mi interessa, e parlarne via email, chissà, potrebbe essere utile e gradevole per entrambi.
Intanto grazie a te.

saluti
Solimano

boboboss ha detto...

Scusa non avevo settato l'invio della mail.
Piacerebbe anche a me scambiare opinioni e pareri cinematografici (e non solo), seguo il tuo blog da molto tempo e lo trovo sempre molto interessante e ricco di spunti.
Complimenti!

Roberto

Solimano ha detto...

boboboss, purtroppo il link sul tuo nickname mi dice che "il profilo blogger è inaccessibile" quindi non so come scriverti. Forse è meglio che tu scrivi a me con lo scrivimi in alto a destra nella home page del blog. Di argomenti di cui parlare ne avremmo...

saluti
Solimano