Solimano
Nel primo post dedicato alle tangenze pittoriche del film Giulietta e Romeo (1954) di Renato Castellani, sono comparsi diversi pittori del Quattrocento italiano: il Pisanello, Filippo Lippi, Antonio e Piero del Pollaiolo, Francesco del Cossa, Fiorenzo di Lorenzo. Anche uno scultore: Jacopo della Quercia (il Pisanello è comparso come medaglista). Ci sono anche artisti del Trecento, Ambrogio Lorenzetti e del Cinquecento, Gaudenzio Ferrari. E un fiammingo: Jan Van Eyck. Tutto ciò potrebbe far pensare che il film sia un centone che affastella troppi motivi diversi. Porterebbe a pensarlo anche la scelta dei luoghi in cui il film è stato girato. Sono tanti, e qualche critico malizioso disse che Castellani aveva fatto un mezzo giro d'Italia. A mio avviso non è così. Prima di tutto, occorsero sei anni per completarlo e la cultura figurativa di Castellani e di chi lo consigliava compare in ogni inquadratura. Inoltre, la storia di Giulietta e Romeo nasce e si sviluppa attraverso diversi secoli: da Masuccio Salernitano a Luigi Da Porto, da Matteo Bandello al francese Boisteau e all'inglese Brooke, fino a William Shakespeare. Di tutto ciò, palesemente, Castellani tenne conto. Ampliò lo spazio e l'arco di tempo, mantenendo però una sua coerenza, resa credibile dal fatto che il film non è costruito su riferimenti diretti (anche se qualcuno c'è), ma su una visione italiana di una storia nata in Italia. Con la necessaria controparte della pittura fiamminga, l'altro pilastro su cui si regge l'arte figurativa del Quattrocento. Proseguo per temi, come ho fatto nel primo post.
Due momenti diversi del film: Giulietta (Susan Shentall) e le donne di casa intente a lavori femminili, specie ricamo e tessitura.
Palazzo Schifanoia, Ferrara
La Nutrice (Flora Robson) è la confidente di Giulietta per quasi tutto il film. Solo quando la Nutrice le suggerisce, vista la situazione, di acconsentire al matrimonio con Paride, Giulietta le nasconde il consiglio e la pozione che le dà Frate Lorenzo (Mervin Johns).
ca.1445 47x32cm Staatliche Museen, Berlino
26,6x17,7cm Museum of Fine Arts, Houston
Nella cella-studio di Frate Lorenzo, che ha il suo daffare con Romeo (Laurence Harvey) compare alcune volte un affresco sul muro. Si tratta di una Annunciazione che richiama opere del Beato Angelico. Ho preferito, altre all'Annunciazione di Cortona, inserire l'immagine di un'altra Annunciazione, tratta dal Convento di San Marco di Firenze in cui è presente proprio lo stesso effetto, di affresco su una parete vasta.
Tempera su tavola Museo Diocesano, Cortona
Convento di San Marco, Firenze
Frate Giovanni (Thomas Nicholls) viene mandato da Verona e Mantova da Frate Lorenzo. Dovrebbe avvertire Romeo di quello che sta accadendo a verona. Ma non ci riuscirà. Il viggio a cavallo di Frate Giovanni dà modo a Renato Castellani di esplicare una delle più geniali idee figurative: il paesaggio campagnolo. Il richiamo al paesaggio arido costellato di cipressi nei quadri soprattutto senesi (il paesaggio delle crete di Siena...) è evidente. Realizzato con naturalezza, non artificioso.
ca.1450 Museo di San Marco, Firenze
1338-40 Palazzo Pubblico, Siena
ca.1440 48x35 cm Metropolitan Museum, New York
Metropolitan Museum, New York
Il riferimento pittorico per la dama dal grande cappello è notissimo. La dama dovrebbe essere Rosalina (Dagmar Josipovitch), di cui Romeo è innamorato all'inizio del film. Per questo Romeo va alla festa in casa Capuleti: vorrebbe incontrare la bella Rosalina. Il destino deciderà diversamente. Il riferimento è alla Principessa dell'affresco del Pisanello, ma in chiusura di post onserisco un altro riferimento... un quadro fiammingo divenuto fiorentino e che influenzò la pittura italiana di quegli anni. Non si finirà mai di discutere sul dare e l'avere delle due grandi scuole.
1436-38 Chiesa di Sant'Anastasia, Verona
(Particolare del Trittico Portinari) 1476-79 Uffizi, Firenze
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