Cronache di poveri amanti di Carlo Lizzani (1954) Dal romanzo di Vasco Pratolini Sceneggiatura di Sergio Amidei, Giuseppe Dagnino, Carlo Lizzani, Massimo Mida Con Anna Maria Ferrero (Gesuina), Cosetta Greco (Elisa), Antonella Lualdi (Milena), Marcello Mastroianni (Ugo), Bruno Berellini (Carlino), Irene Cefaro (Clara), Adolfo Consolini (Maciste), Giuliano Montaldo (Alfredo), Gabriele Tinti (Mario), Eva Vanicek (Bianca), Wanda Capodaglio (La Signora), Garibaldo Lucii (Staderini), Mario Piloni (Osvaldo) Fotografia: Gianni Di Venanzo Musica: Mario Zafred (115 minuti) Rating IMDb: 7.1
Solimano
Ugo (Marcello Mastroianni) riesce a rintracciare Maciste (Adolfo Consolini). I due partono insieme sul sidecar di Maciste per riuscire ad informare gli esponenti antifascisti in modo che riescano a sottrarsi alla spedizione punitiva da parte di fascisti che intendono vendicare la morte del loro camerata Anfossi (in realtà ucciso per errore da un fascista durante una sparatoria).
I fascisti si dividono in gruppi, ognuno dei quali ha una automobile a disposizione. E' una azione di irregolari, frange antifasciste che vorrebbero tornare alla situazione del 1921 in cui tutto era permesso. In genere, personaggi ambigui caduti in disgrazia, emarginati che vedono in questa azione violenta la possibilità di rientrare per la porta dopo essere stati cacciati dalla finestra. Fra di essi c'è Carlino Bencini (Bruno Berellini).
Il racconto si sdoppia: da una parte c'è la gara col tempo di Ugo e di Maciste per riuscire ad informare gli antifascisti sotto tiro, dall'altra parte ci sono Milena (Antonella Lualdi) e Mario (Gabriele Tinti) che stavano rientrando dopo la visita ad Alfredo (Giuliano Montaldo) e che, visto che non ci sono mezzi, debbono rientrare a piedi. Prima riescono a nascondersi nell'atrio di un teatro.
Ora Milena e Mario sono nei pressi della chiesa di San Lorenzo. Maciste ed Ugo sono riusciti ad informare per tempo un onorevole antifascista, mentre per un altro sono arrivati troppo tardi, i fascisti lo hanno ucciso. Sono inseguiti da una automobile, proprio quella su cui c'è Carlino Bencini e Maciste ed Ugo si piegano, perché i fascisti li hanno individuati e stanno sparando.
Il dramma si compie vicino a San Lorenzo. Milena e Mario ne sono spettatori. Ugo riesce a gettarsi dal sidecar in tempo, Maciste si rovescia col sidecar contro i gradini davanti alla chiesa e viene trucidato a colpi di pistola, mentre il sidecar brucia. I fascisti se ne vanno ; Milena e Mario corrono da Maciste, ma non c'è più niente da fare.
Ugo è stato ferito, anche se non in modo grave. Trova casualmente rifugio in casa della strozzina, che chiamano la Signora (Wanda Capodaglio) e sarà la servetta Gesuina (Anna Maria Ferrero) ad accudirlo. La strozzina, come la prostituta Elisa (Cosetta Greco), non sceglie tra fascisti ed antifascisti. Traffica con tutti secondo la convenienza del momento. Quindi non denuncia Ugo.
La mattina dopo la "Notte dell'Apocalisse" non piove più. Mario e Milena rientrano finalmente in Via del Corno. Quella notte costituisce come lo spartiacque nell'esistenza del tipografo Mario, che all'inizio della storia era apolitico. Farà parte di gruppi clandestini antifascisti. Il suo mestiere gli sarà utile per stampare manifesti, documenti, volantini.
Ugo viene curato da Gesuina, che da tempo è innamorata di lui. Non gli aveva praticamente mai parlato, spiandolo sempre dalla finestra. Finché la Signora si accorge della situazione e caccia di casa sia Ugo che Gesuina, sempre senza denunciarli alla polizia.
Un momento di respiro nella drammatica ultima parte del film è questa immagine di Via del Corno. In quel giorno si sposa Clara (Irene Cefaro) col suo fidanzato, di cui continuo a non ricordare il nome.
E' la fine per Alfredo (Giuliano Montaldo) che prima di morire dirà a Milena che si è accorto da tempo del sentimento fra lei e Mario e che gli sta bene. Vicino a Milena a lutto c'è Bianca (Eva Vanicek), che era la fidanzata di Mario e che adesso è corteggiata da un vetturino di cui lei praticamente non si accorge.
Le due immagini sembrano simili, ma c'è una bella differenza. Nella prima, Ugo e Gesuina sono felici insieme, nella seconda, Ugo sta salutando Gesuina perché la polizia politica lo sta portando in galera.
La stessa cosa succede a Mario. Milena viene a sapere che la polizia polirica lo sta cercando e corre in Piazza della Signoria per avvertirlo. Ma la polizia riesce a prenderlo e lo porterà in galera. Prima, però, Milena e Mario si baciano. E' il primo bacio che si danno, e avviene proprio alla fine del film, che è soprattutto la storia di maturazione di due coppie: Milena e Mario, Gesuina ed Ugo.
Su questo film tornerò con altri post. Qui faccio menzione di uno dei grandi pregi del film: la mirabile fotografia del giovane Gianni Di Venanzo.
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