The big chill (1983) di Lawrence Kasdan Sceneggiatura di Lawrence Kasdan, Barbara Benedek Con Tom Berenger (Sam Weber), Glenn Close (Sarah Cooper), Jeff Goldblum ( Michael Gold), William Hurt (Nick Carlton), Kevin Kline (Harold Cooper), Mary Kay Place (Meg Jones), Meg Tilly (Chloe), JoBeth Williams (Karen Bowens), Don Galloway (Richard Bowens) Fotografia: John Bailey Musica: canzoni degli anni Sessanta eseguite fra l'altro da Rolling Stone, Aretha Franklin, Rascals, Beach Boys, Trmptations, Procul Harum (vedere i titoli e l'elenco completo nel soundtracking di IMDb) (105 minuti) Rating IMDb: 7.0
Solimano
Il film "Il grande freddo" si svolge quasi del tutto nella bella casa di campagna di Harold Cooper (Kevin Kline) e di sua moglie Sarah (Glenn Close). Si sono conosciuti alla fine degli anni Sessanta all'Università del Michigan. Hanno partecipato alla contestazione, ai movimenti del Sessantotto. Harold è un industriale affermato e Sarah è medico. Hanno un figlio, e non lontano di lì ospitano Alex, un loro amico di quegli anni che ha avuto a suo tempo una relazione con Sarah. Alex è uno spostato, l'unico del gruppo che è rimasto legato all'esperienza radicale dell'Università. Legato come nostalgia, ma non ci crede più.
Harold sta facendo giocare il bambino nella vasca da bagno e sulla porta appare Sarah sconvolta: ha appena ricevuto una telefonata, Alex si è ucciso.
Per il funerale di Alex sono arrivati gli altri del gruppo dell'Università. Sarah accompagna nella chiesa Meg Jones (Mary Kay Place), che fa l'avvocato e non è sposata. Poi si siede vicino ad una anziana parente di Alex, forse la madre. Riesce persino a sorridere quando sente una musica che era cara a tutti loro, in particolare ad Alex (tutta la musica del film è degli anni Sessanta).
Gli amici non ripartono subito dopo il funerale. Si fermeranno per il week end, ospiti nella casa di Harold e Sarah, che ha organizzato tutto per il meglio. Nell'immagine c'è Michael Gold (Jeff Goldblum) che fa il giornalista in provincia. Pieno di aspirazioni irrisolte, ora sta pensando di aprire un club e chiederà a qualcuno di finanziarlo. Lo conoscono e cercano di stare alla larga da lui e dalle sue scelte di piccolo cinismo. Ma come si fa? Nel sessantotto era uno di loro. C'è anche Karen (JoBeth Williams) che aspirava a fare la scrittrice, poi ha sposato Richard Bowens (Don Galloway), un uomo d'affari di Detroit. Ha due figli. Era Karen, a suonare l'organo in chiesa durante la cerimonia funebre. Sarah fa del suo meglio, quella sera riescono persino ad essere allegri, ma di notte, mentre gli altri dormono, Sarah piange nuda nel bagno.
Quando si trovano fra loro, torna l'amicizia di allora, anche se ci sono tensioni irrisolte. Sarah ama Harold ma ci tiene alla sua indipendenza. Le secca che Harold esageri col sentirsi l'unico arrivato del gruppo e che dica a destra e a manca che la sua ditta potrebbe essere rilevata fra qualche mese da una grande azienda e quindi il valore del titolo si triplicherebbe in borsa. Karen non è felice con Richard, che palesemente è un estraneo rispetto agli altri del gruppo. Qualsiasi cosa dica ha un suono diverso da quello che dicono loro. Karen rimpiange di non aver fatto la scrittrice e si sente costretta ad una vita intessuta di convenzionalità. Inoltre prova attrazione per Sam Weber (Tom Beranger), un divo dei telefilm che si vergogna del suo successo e che ha appena divorziato. Anche Sam è attratto da Karen. Il lungo Michael è sempre attratto dalle donne, dalle tradmissioni sportive TV e dal frigorifero. Tutti lo disprezzano, cercando di non farsene accorgere, ma lui lo sa.
Meg racconta a Sarah che desidererebbe avere un figlio, ma non riesce a trovare un uomo che le piaccia. Allora, siccome è nei giorni fecondi, vorrebbe avere un rapporto sessuale con uno del gruppo e preferirebbe Sam (in realtà preferirebbe Harold, ma a Sarah non lo dice). Questo desiderio di Meg lo viene a sapere anche Michael, ma Meg si sottrae, le è bastato il rapporto che ebbero all'Università.
Eccoli tutti a cena. Sarah ha un atteggiamento coinvolto ma anche distaccato, che le permette di conoscerli bene, a partire da suo marito Harold.
Sarah e Harold si cercano ancora. Lui ci patì, quando Sarah ebbe una relazione con Alex, ma proprio perché non era una cosa nascosta, lo sapevano tutti, hanno potuto fare chiarezza, non ci sono ombre fra di loro, se non di carattere.
Sarah è il vero centro del gruppo. Oltre a Michael, riesce a far sentire a suo agio anche Nick Carlton (William Hurt), che ha fatto la guerra del Vietnam, ne è tornato impotente e spesso fa spaccio di droga. Con gli altri, Nick si scontra, persino con Harold, con Sarah no. A Sarah piace anche stare da sola, a un po' di distanza dagli altri, per comprenderli meglio.
Sarah viene al dunque con Meg, che le racconta come sono andati i suoi tentativi. Ci ha provato con Sam, ma ha capito che lui, oltre a sentirsi sbandato dopo il divorzio, è attratto da Karen, quindi, niente da fare. Anche con Michael, che si è fatto avanti rozzamente, ed è stata Meg a rifiutare. Che fare? Sarah ha capito che cosa si può fare: convincerà suo marito Harold ad andare a letto con Meg. Proprio un bel regalo, che Meg non si sarebbe mai aspettato...
Ed eccoli ancora tutti insieme. In quella seconda notte (il week end si è prolungato) Meg e Harold vanno a letto insieme e Sam e Karen hanno un rapporto sul prato che sarà senza seguito: Karen tornerà a Detroit e Sam ai suoi telefim. Nella terza immagine, Nick sta cominciando a litigare con Sam, ma Sarah se ne accorge.
Qui sotto, l'immagine finale del film. Si stanno salutando. C'è anche Sarah con loro, ma sta per conto suo: guarda fuori dalla finestra.
Inserisco in ordine cronologico immagini di dodici film interpretati da Glenn Close, nata il 19 marzo 1947 a Greenwich, Connecticut (USA). Cresce nel Congo Belga e in Svizzera, a seguito del padre chirurgo. Si laurea nel 1974 in Virginia. Si trasferisce a New York e recita a Broadway. Esordisce nel cinema nel 1982. Interpreta frequentemente personaggi negativi, come in Attrazione fatale (1987), Le relazioni pericolose (1988), La carica dei 101 (1996).
Negli ultimi anni ha partecipato a serie televisive di grande successo: Damages e The Shield.
Tre volte divorziata, ha una figlia.
6 commenti:
Ho visto proprio ieri il primo episodio di Damages, telefilm in cui è la protagonista e devo dire che è sempre una grandissima attrice.
Ale55andra
Glenn Close è una di quelle attrici, come Meryl Streep (alla quale per altro somiglia pure un po?) con il grande dono di sapersi calare con disinvoltura tanto nei personaggi drammatici come in quelli brillanti. Dopo il 2004 non ha fatto più niente? Salutissimi, Annarita
Tutta la colonna sonora del film Il Grande Freddo è fantastica.
La canzone che citi, quella del funerale, quando Glen Close sorride è:
You Can't Always Get What You Want dei Rolling Stones
Anche a me Glenn Close piace molto, edd anche a me fa pensare, per certi versi, a Meryl Streep: ambedue decisamente brave e non belle secondo i classici canoni, ma molto affascinanti e, in alcuni film, decisamente bellissime. Penso a Manhattan per Meryl Streep e proprio al Grande Freddo per Glenn Close. Vedendo la lista dei film da te citati, Solimano, bisogna riconoscere che ha saputo scegliersi ottimi registi; e che loro hanno capito che talento di attrice sia.
Sono tiratissimo con il tempo perché ho il PC dal riparatore e sto utilizzando quello di un amico. Risponderò distesamente nei prossimi giorni (speriamo!).
per intanto grazie
Solimano
Ale55andra, come vedi ogni tanto ci si incontra, da te o da me. Continueremo così... la lista sulla sinistra del tuo blog è molto invogliante.
Annarita e Ermione l'accostamento fra la Close e la Streep è frequente, perché entrambe di bellezza difettiva (che per me è la migliore). Il punto, per i Ritratti di Signore, è prima individuare il film giusto e su quello insistere, perché il Ritratto deve essere personalizzato. Per la Streep la scelta del film giusto è più difficile, perché le carte in gioco sono molte. Verrà il suo momento, e deciderò, come al solito, fidandomi del mio naso...
Barbara, la colonna sonora di questo film è strepitosa, e nelle note IMDb ho dovuto scorciare, perché ci sarebbero volute diverse righe. In questi casi rimando al soundtrack listing, che è sulla sinistra nella home page di IMDb. Generalmente è dettagliato ed affidabile (salvo in "Parole, parole, parole" in cui delle canzoni mancavano, ma è un film francese e gli americani sono più accurati in casa loro).
Con "Il grande freddo" non ho finito, ammesso che un giorno mi torni a funzionare il PC, tuttora degente...
grazie e saluti
Solimano
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