lunedì 8 giugno 2009

Le coppie nel cinema: Baci e abbracci

Isabella Cecchi (Annalisa) e Francesco Paolantoni (Mario)

Baci e abbracci di Paolo Virzì (1999) Sceneggiatura di Francesco Bruni, Paolo Virzì Con Francesco Paolantoni (Mario), Massimo Gambacciani (Renato), Piero Gremigni (Luciano), Samuele Marzi (Matteo), Paola Tiziana Cruciani (Tatiana), Daniela Morozzi (Ivana), Isabella Cecchi (Annalisa), Emanuele Barresi, Rosanna Mazzi, Emiliano Cappello, Maria Grazia Taddei, Martino Cecconi, Sara Mannucci, Edoardo Gabbriellini, Carlo Virzì Fotografia: Alessandro Pesci (104 minuti) Rating IMDb: 6.0

Solimano

A Mario (Francesco Paolantoni) va tutto storto. Ha aperto un ristorante chiamandolo "L'antica macina", un nome adatto a clienti selezionati che però in Val di Cecina non ci sono. Per Mario il ristorante dovrebbe essere un posto in cui si va ogni tanto, mentre gli altri ristoranti puntano sullo zoccolo duro di quelli che una sera alla settimana vogliono mangiare fuori casa. Sostiene che l'ideale è "un piatto tradizionale però improvvisato", al che un ragazzo che fa parte del gruppo musicale degli Snaporaz (bravi ragazzi che si lavano poco) risponde che praticamente si tratta di una "jam session". Mario vuole troppo e lo vuole nel posto sbagliato. Oltre tutto è salernitano e cosa ci fa lì in Toscana, in quella Toscana brutta?


Mario è separato dalla moglie e vorrebbe mantenere un buon rapporto con il figlio, ma non si ricorda che tiene per la Juventus e gli regala la maglia interista col nome di Ronaldo. Il figlio gliela mostra desolato. Nel ristorante, Mario viene avvertito dall'unico cameriere del fatto che stanno entrando due clienti. In realtà si tratta di due pignoratori, che cominciano col portar via il frigorifero. In banca, si presenta con un cesto di regalo per il direttore, ma lo buttano fuori. E' l'ora delle grandi decisioni: Mario mette in mano il cesto regalo a un Babbo Natale di passaggio e prova a suicidarsi. Prima con i gas di scarico dell'automobile, ma finisce la benzina, poi sui binari della ferrovia, ma il treno si ferma in stazione. Scambiato per un altro Mario, che è assessore regionale, viene portato in un posto sperduto: il Casino di terra nel Podere del Moccia, dove tre ex operai hanno avviato l'ASA, Azienda Struzzi Associati. Si tratta di Renato Bacci (Massimo Gambacciani), Tatiana Falorni (Paola Tiziana Cruciani) e Luciano Cecconi (Piero Gremigni).


Annalisa (Isabella Cecchi) è una ragazza di vent'anni, l'unica impiegata dell'ASA. Sa due parole di inglese e di francese, chi meglio di lei per i rapporti internazionali? Presto occorrerà pensarci, ai mercati esteri. Nel frattempo, Annalisa è l'amante di Renato e nelle immagini si vede la finezza con cui l'accoglie Renato appena Annalisa arriva al Casino di terra. Nessuno dovrebbe saperlo, ma in realtà lo sanno tutti, anche Ivana (Daniela Morozzi), la moglie di Renato, che le dice: "è un po' appariscente, ma parla inglese e francese". Ivana risponde: "l'avete raccattata sui viali della stazione?"


Sembrerebbe che la parte di Annalisa sia quella che abbiamo visto in altri film: la svampita, l'oca giuliva, la bonazza che approfitta del suo aspetto per farsi strada. Non è così: Annalisa è una buona ragazza che crede veramente che Renato per lei lascerà la moglie. Lo ha già creduto con altri e l'hanno regolarmente delusa. E' sessualmente disponibile, ma s'innamora regolarmente di quelli che la portano a letto. Al Casino di terra si verifica una situazione strana. Credono che Mario sia l'assessore che può fargli ottenere il finanziamento regionale. Tutti i mezzi sono buoni, compresa Annalisa. Si accorgono che Mario è impressionato dalle forme quasi debordanti di Annalisa. Quella che si dà più da fare è proprio Ivana, la moglie di Renato, che rimane un po' così, ma il finanziamento è troppo importante, meglio abbozzare.


Così si crea un rapporto fra Mario ed Annalisa, che per tutto il film non passano a via di fatto, ma pian piano sentono, prima di pensarlo, che hanno qualcosa in comune: sono due persone ferite dalla vita, potremmo dire due persone sfigate, ma hanno in sé una gentilezza, una generosità che li indebolisce nei fatti concreti, ma che mantiene in loro una pulizia interiore. Indifesi sì, ma puliti. E quando Mario, del tutto casualmente, vede Annalisa in bagno, lei, attraverso lo specchio, vede lo sguardo di lui, che non è il solito sguardo a cui l'hanno abituata.



C'è da andare a prendere la legna in paese. Sempre Ivana mette i suoi buoni uffici (mentre Renato comincia a preoccuparsi), così sulla macchina guidata da Annalisa (che guida veramente da cani) prende posto anche Mario, e i due si conoscono meglio. Lei cerca di tenersi su, ma alla fine scoppia a piangere propio mentre guida, complicando ulteriormente la situazione della viabilità. Salta fuori che Annalisa ha un problema al pancreas, un rene solo e mezza vescica. E che sa benissimo che Renato con lei sta solo prendendosi dei passaggi.





Così, poco dopo, Renato ha il classico sogno rivelatore. Tutto normale, all'inizio. Mario e sua moglie Patrizia si sposano nella chiesa di una Toscana bella, finalmente. Dopo la festa di nozze (tutti vestiti benissimo) vanno verso la camera da letto. Mario e Patrizia si fermano sbalorditi sulla porta, perché sul letto ci sono Mario e Annalisa che fanno l'amore.


Annalisa sarà la prima a sapere che Mario non è l'assessore, e quando la verità verrà fuori, e Renato darà in escandescenze cercando di picchiare Mario, sarà Analisa a sbloccare la situazione, tirando un ceffone a Renato di fronte a tutti. Il momento risolutivo, perché dovranno accettare l'evidenza di quello che sapevano nascostamente. Renato se la prenderà con gli struzzi: che c'entrano loro, povere bestie?


Ecco Annalisa impegnata a servire il vino ai componenti del complesso musicale degli Snaporaz. Siamo durante la catarsi gastronomica che chiude il film: Mario, tornato sé stesso, che prepara un magnifico pranzo per tutti. Annalisa adesso è seria e tranquilla. Sta parlando con Mario, e in chiusura di post metto l'immagine del baciamano di Mario ad Annalisa. Al Casino di terra del Podere del Moccia una cosa del genere non s'era mai vista, forse neppure in tutta la Val di Cecina! C'è sempre una prima volta, anche per il baciamano.

1 commento:

annarita ha detto...

Bello questo modo caleidoscopico di presentare un film sotto diversi punti di vista. E poi spesso ci parli di film che normalmente sfuggirebbero alla nostra attenzione. Ci vogliono anche questi, una godibile pausa tra i film che si guardano per solo e puro intrattenimento e i "mattoni del regista sfigato morto suicida giovanissimo", come dice quella limguaccia di mia figlia quando sa che andiamo al cinema con una coppia di amici moooolto impegnati intellettualmente :-)
Salutissimi, Annarita.