mercoledì 16 luglio 2008

I modi di vedere: Caravaggio (2)

Caravaggio, di Derek Jarman (1986) Storia di Nicholas Ward Jackson, Sceneggiatura di Suso Cecchi d'Amico, Derek Jarman Con Noam Almaz, Sean Bean, Robbie Coltrane, Nigel Davenport, Dexter Fletcher, Michael Gough, Spencer Leigh, Tilda Swinton, Nigel Terry, Cindy Oswin Musica: Simon Fisher-Turner e musiche d'epoca "Missa lux et orgio", "Canzoni siciliane", "El nino" Fotografia: Gabriel Beristain Costumi: Sandy Powell (93 minuti) Rating IMDb: 6.8
Solimano
Avverto subito che le immagini di questo post provengono da due fonti diverse, il che è senz'altro un difetto, che però paradossalmente può darci un'idea più completa del modo di vedere di Jarman.
Il film è ricco di salti temporali, ad esempio le scene iniziali riguardano l'agonia del Caravaggio a Porto d'Ercole, ma cerco di seguire la successione cronologica dei fatti, anche se non del tutto. Nell'immagine sopra il post il Caravaggio (Nigel Terry) viene introdotto dal Papa. Chiederà la liberazione del suo amico Ranuccio (Sean Bean) accusato di avere ucciso la prostituta Lena (Tilda Swinton).



Il Caravaggio, ancora quasi un ragazzo, è stato ricoverato per malaria all'ospedale della Consolazione. Il Cardinale Del Monte (Michael Gough) è andato a trovarlo soprattutto perché interessato a un dipinto che il Caravaggio ha eseguito nell'ospedale (è il Bacchino malato della Galleria Borghese di Roma). Poi il Cardinale se ne va, ma prima di uscire si sofferma con i suoi sulla soglia dello stanzone e guarda all'interno. E' lo stesso artificio di cui ho scritto nel post precedente. In questo caso si vede lo stanzone con tutti i degenti distesi sui letti e sotto le zanzariere, tranne quello proprio in fondo, che è il Caravaggio. Vicino al letto si intravede il dipinto che il giovane artista ha appena mostrato al Cardinale.


Il Caravaggio è in mezzo agli spettatori che stanno seguendo la lotta fra due giovani, una lotta pericolosa perché c'è il rischio che si usino i coltelli. Il Caravaggio è vestito come un dandy dell'inizio del Novecento e sta fumando. Uno dei due atleti è Ranuccio, che il Caravaggio impiegherà come modello per il carnefice del Martirio di San Matteo della Cappella Contarelli. Nella seconda immagine, sono il Caravaggio e Ranuccio a combattere, con i coltelli sguainati.

Lena è su una amaca. Il piede che si vede è di Ranuccio, che è anche lui sulla amaca, con la testa dall'altra parte. Le monete d'oro che Lena ha in mano e sulla fronte gliele ha date Ranuccio, che è il suo amante. Sono il compenso che Ranuccio ha ricevuto dal Caravaggio per aver posato come modello.

Lena diviene amante anche del Caravaggio, e così Ranuccio. Ecco due immagini con i tre amanti insieme.

Lena si guarda allo specchio in una posa come da Vanitas. E' riccamente vestita, ha sedotto il Cardinale Scipione Borghese (Robbie Coltrane), nipote del Papa, pur mantenendo il rapporto col Caravaggio e con Ranuccio.


Lena sta posando come modella per La Maddalena (attualmente alla Galleria Doria Pamphilj) e si è addormentata. Il Caravaggio le si avvicina per svegliarla e lei sorride. Dirà poi che è incinta del Cardinale. Pochi giorni dopo Lena sarà uccisa da Ranuccio, che non voleva più che la donna si interponesse nei suoi rapporti con il Caravaggio. L'artista lo verrà a sapere e ucciderà Ranuccio. Da cui la fuga del Caravaggio da Roma, città in cui non tornerà più. Così il film, con molte differenze rispetto alla realtà.

Ecco cinque immagini relative alla agonia del Caravaggio ed alla sua morte. In esse compare anche Jerusaleme (Spencer Leigh) il servo muto e fedele del Caravaggio. La terza immagine è proprio agonica: il prete mette davanti agli occhi dell'artista un crocifisso, però il Caravaggio continua ad impugnare il coltello affilato che porta sempre con sè. Una possibile metafora del destino. Nelle ultime due immagini, al Caravaggio morto hanno messo delle monete sopra agli occhi chiusi.





E' evidente in queste immagini ed in diverse altre la presenza dei motivi fondanti della pittura del Caravaggio: la tragicità dell'esistenza, la luce che svela il reale e dà significato alle persone e alle cose, l'individuazione concreta eppure simbolica dei soggetti e degli oggetti.
C'è solo una notevole differenza, dovuta alla presenza magnifica e duttile di Tilda Swinton, che sembra un personaggio del Caravaggio solo ne La Maddalena Doria. Ma nella immagine della Vanitas, basta guardare in basso a sinistra per trovare il motivo caravaggesco della natura morta. Per le immagini dell' agonia e della morte del Caravaggio il ricordo va alle ultime opere, quelle fatte a Malta e in Sicilia. Malgrado le differenze e gli anacronismi del tutto voluti, a volte di scherzosità grottesca, Derek Jarman non ha bisogno di riferimenti diretti ad opere del Caravaggio: costruisce in modo completamente suo un'aura caravaggesca.

P.S. Inserisco qui sotto l'immagine più curiosa del film: quella che si ispira al quadro La morte di Marat di David, di cui metto l'immagine in fondo al post. Di trovate del genere (chiamiamole così) ce ne sono altre. Hanno lo scopo di inserire il Caravaggio nella nostra storia e viceversa. E' un mezzo assai felice che Jarman usa per evitare quello che è il rischio inevitabile in questo genere di film: quello di un corretto accademismo, in cui si ammira senza coinvolgimento emotivo. Il suo Caravaggio non è solo l'artista ormai reso classico dalla generale ammirazione, è un nostro contemporaneo.


Jacques-Louis David: La morte di Marat (part) 1793
Musées Royaux de Beaux-Arts, Brussel

2 commenti:

Mauro ha detto...

Non conosco questo film, ma cercher?o di recuperarlo, perchè amo Caravggio. Una cosa mi ha colpito: il mese scorso, in una delle frequenti domeniche piovose, mi è capitato di riguardare Excalibour, e notare la straordinaria somiglianza tra il giovane Nigel Terry e Alessio Boni, che considero un bravo attore e avevo apprezzato nello sceneggiato Rai (che oggi chiamano fiction, ma sempre sceneggiato è) su Caravggio. Chissà che nella realizzazione della fiction (e sia!) italiana non si siano ispirati proprio a questo film...

Solimano ha detto...

Mauro, ho provato a guardare la recente fiction, ma poi ho smesso. Troppo ripulita, troppo politicamente corretta, con le cose tutte ammodo. Era comunque meglio di altre fiction. Ma la colpa è del film di Jarman, fatto in sei anni con un budget ridicolo, criticabile sotto certi aspetti, ma unico per altri. L'impressione è che Jarman sia un dotatissimo allievo del Caravaggio. L'aspetto veramente criticabile è il missionarismo gay: l'orientamento sessuale è un dato, non una credenza a cui convertire altri. Il che vale naturalmente anche per il machismo di certi etero.

grazie Mauro e saludos
Solimano