sabato 22 dicembre 2007

Roma nel cinema: C'eravamo tanto amati (2)

Solimano
Gianni (Vittorio Gassman), Antonio (Nino Manfredi) e Nicola (Stefano Satta Flores) hanno fatto insieme la Resistenza e dopo la fine della guerra sono tutti e tre a Roma con pochi soldi in tasca. Dal punto di vista alimentare, tirano avanti a mezze porzioni, dal punto di vista politico sono impegnati tutti e tre a sinistra, ma già sorgono le discussioni fra di loro, perché sono umanamente e culturalmente molto diversi. Poi Gianni torna al Nord per prendere finalmente la laurea, mentre Nicola torna a Nocera Inferiore, si sposa ed ha un figlio. E' un insegnante non di ruolo con una grande passione per il cinema. A Roma rimane Antonio, ausiliario in un ospedale dove conosce Luciana (Stefania Sandrelli), aspirante attrice di teatro e di cinema e fra loro comincia un storia. Però a Roma torna Gianni, che si è laureato in legge e lavora in uno studio legale; Antonio lo presenta a Luciana ed i due si innamorano e cominciano a frequentarsi di nascosto da Antonio. Intanto c'è la campagna elettorale per le elezioni del 1948, e tutti i muri di Roma sono tappezzati di menifesti elettorali. La competizione fra la Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista è fortissima.


Nel frattempo Luciana e Gianni hanno deciso di dire tutto ad Antonio, che ci rimane molto male. Naturalmente non si trovano più insieme a mangiare nella stessa trattoria specializzata in mezze porzioni. A Nocera Inferiore, Nicola litiga aspramente con i maggiorenti locali una sera in cui proiettano al cineforum "Ladri di biciclette" di Vittorio De Dica. Indignato, decide di andare a Roma per cercare fortuna nel giornalismo e si mette in contatto con Antonio. Come prima cosa cominciano a discutere di politica, ma sul Lungotevere succede che Nicola, accalorato e distratto, ancora con la valigia in mano, urta un passante a cui immediatamente chiede scusa, e quello gli dà uno spintone. Sarà Antonio a metterlo a posto mentre Nicola si defila.

Antonio e Nicola adesso mangiano insieme nella solita trattoria in cui una sera compare Luciana, che è stata lasciata da Gianni che sposerà Elide (Giovanna Ralli), la figlia del costruttore Romolo Catenacci (Aldo Fabrizi). Dopo cena, Luciana, Antonio e Nicola vanno insieme a Piazza di Spagna. Antonio è turbato dall'avere ancora incontrato Luciana, di cui continua ad essere innamorato, ma ha molto risentimento verso di lei, e si siede in fondo alla scalinata, mentre Nicola, quasi in cima, fa il suo numero da cinefilo con Luciana, racconmtando come si svolge la scena della scalinata nel film "La corazzata Potemkin" di Eisenstein. Luciana ride all'impazzata, ma in realtà è molto nervosa, e finirà per litigare di brutto con Antonio e andarsene per i fatti suoi, mentre Antonio e Nicola discuteranno come sempre di politica camminando per Via del Corso, dalla scalinata verso Piazza Venezia. Ma Nicola fa il furbo: approfitta del disagio di Luciana per portarsela a letto, cosa che lei fa per disperazione, difatti tenterà il suicidio pochi giorni dopo, e sarà Antonio ad aiutarla, come sempre.


Sono passati molti anni, Gianni non s'è più visto, ma Nicola e d Antonio continuano a vedersi. Antonio ha sposato Luciana ed hanno due figli (Antonio fa da padre anche al bambino che Luciana aveva avuto prima di sposarlo). Nicola, senza più famiglia, sopravvive scrivendo delle recensione sui film come Vice. Ha perso l'occasione della sua vita a Lascia e Raddoppia, a cui si era presentato sulla storia del cinema. Un giorno, Antonio incontra Gianni a Piazza del Popolo e nasce un equivoco perché lo scambia per un parcheggiatore, mentre Gianni, rimasto vedovo, è molto ricco ed ha il pieno controllo dell'impresa del suocero.

Ma Gianni non dice ad Antonio come stanno realmente le cose. Gianni, Antonio e Nicola andranno a cena nella solita trattoria, Antonio e Nicola finiranno per discutere come sempre fino a menarsi, finché faranno pace ed andranno di notte di fronte alla scuola dove ci sono i genitori che attendono di poter iscrivere i loro figli. Lì Gianni incontrerà Luciana e capirà che da molti anni lei l'ha scordato e che ama Antonio. Deluso, senza avvertirli, se ne andrà nella notte. Solo che, nella confusione della rissa precedente, c'è stato uno scambio di patenti, quella di Gianni (con l'indirizzo) è in loro possesso ed andranno al mattino per riconsegnargliela. E vedranno dove vive e come vive Gianni.

P.S. Ma la Roma del film di Scola non è solo quella di Trinità dei Monti, di Via del Corso, del Lungotevere, di Piazza del Popolo, dei palazzi e delle chiese del centro storico. E’ la Roma dei quartieri edificati dai palazzinari, dove ogni anno Romolo Catenacci fa la festa all’aperto con la grande magnata della porchetta. La figlia di Romolo, la sua Elide, dice una poesiola per papà suo indossando una pelliccia costosissima, ma in piedi su una cassetta da frutta. Ed è la Roma proletaria in cui si fanno le occupazioni delle scuole per ottenere il posto per i figli. Una Roma in lungo e in largo nello spazio, ma anche nel tempo che trascorre dall’inizio alla fine del film . Sono i film di questo tipo quelli che mi ingolosiscono a proseguire con la vista logica “Roma nel cinema” piuttosto che i tanti film in cui Roma è usata come cartolina turistica. Ettore Scola usa sì Trinità dei Monti, ma di notte, quando non c’è nessuno, e il vero centro dell'episodio in cui c’è la fontana di Trevi è l’ambiente cinematografico quando si girava “La dolce vita”. Prima o poi lo dovranno fare, un bel film documentario mettendo insieme i registi che hanno utilizzato Roma come Germi, Wertmuller e Scola, credo proprio che ne troverò degli altri.

2 commenti:

Roby ha detto...

Io, di vedere ROMA e di leggerne, non mi stanco mai. Ma vedo che è una patologia diffusa....

[:->>>]

Roby

Solimano ha detto...

Roby, penso di proseguire con Roma nel cinema, non trascurando però altre città, ho già cominciato con Venezia e ne ho in mente un'altra, ma preferisco portarne avanti poche perché non si può arrivare dappertutto. Ci sarebbe anche Firenze...

saludos
Solimano