martedì 18 dicembre 2007

Le coppie nel cinema: La signora della porta accanto

La femme d'à coté, di François Truffaut (1981) Sceneggiatura di François Truffaut, Suzanne Schiffman, Jean Aurel Con Gérard Depardieu, Fanny Ardant, Henry Garcin, Michèle Baumgartner, Roger Van Hool, Véronique Silver Musica: Georges Delerue Fotografia: William Lubtchansky (106 minuti) Rating IMDb: 7.2
Solimano
Ci sono dei film che ci dimentichiamo. Rimane una impressione vaga di piacere o dispiacere, ci dimentichiamo prima i nomi dei personaggi, poi il regista, poi la storia, infine gli attori, ma de La signora della porta accanto, anche se non c'è piaciuto -e può succedere- gli attori, la storia e il regista non li dimentichiamo. I nomi dei personaggi invece sì, ma c'è un motivo: siamo un po' noi, quelli almeno di noi che hanno, sia pure una volta sola -basta e avanza- conosciuto l'esperienza dell'amore ossessivo, quello in cui non sei padrone dei tuoi pensieri, quello in cui disattendi ogni decisione, sia pur piccola, quello in cui non puoi stare con lei né senza di lei, Catullo l'aveva capito più di duemila anni fa.
Così, Bernard Coudray (Gérard Depardieu), che abita nei dintorni di Grenoble con la moglie Arlette (Michèle Baumgartner) ed il figlioletto, è ben felice di conoscere in strada Philippe Bauchard (Henri Garcin), che ha appena preso in affitto un appartamento vicino, e di invitarlo a telefonare da casa sua. Sia Bernard che Arlette ne hanno una ottima impressione, e lo invitano da loro quando ci sarà anche sua moglie Mathilde (Fanny Ardant), solo che Bernard e Mathilde quando si incontrano non è la prima volta che si vedono, come fingono, ma hanno avuto una storia amorosa che si è chiusa con una rottura aspra sette anni prima.
E' Mathilde la prima a muoversi: spia dalla finestra il momento in cui Arlette esce di casa e telefona sapendo che risponderà Bernard. Lui la mette sull'amicale-distaccato, fa capire che la loro storia si è chiusa male e per sempre, per Mathilde che si sia chiusa male è vero, ma la colpa è di Bernard, e lui pensa la stessa cosa rovesciata. Mathilde è turbata, lui fa il calmo, ma finge. Quella notte la moglie lo trova che mangia seduto al buio in cucina. Arlette è entusiasta dei nuovi vicini, li invita a cena per una sera e la mattina di quel gorno dice a Bernard di non tardare col lavoro, perché ci sono i vicini a cena.

Ma Bernard a cena non ci sarà, racconterà una storia per telefono e se ne starà a mangiare dei tramezzini da Odile Jouve (Véronique Silver), una donna anziana che dirige il Centro Tennis che è il punto di ritrovo di tutti, là attorno. Odile zoppica, vent'anni prima si è buttata dalla finestra perchè il suo uomo era partito per la Nuova Caledonia, Bernard lo impara, e capisce perché Odile si accorge delle cose che succedono a lui e a Mathilde.
Bernard, a casa, verrà un po' rimproverato dalla moglie per la figura che le ha fatto fare, ma Bernard pensa che va bene così, Mathilde ha sicuramente capito, volente e nolente, che non è il caso di rimestare certe vecchie storie. Solo che casualmente i due si trovano a parlare, mentre fanno la spesa al supermercato, poi Bernard aiuta Mathilde a stivare i pacchi nel bagagliaio della macchina, che è nel parcheggio sotterraneo. Cominciano a salutarsi a portiera anteriore già aperta, vanno di fretta, ma con le parole ma soprattutto con gli sguardi, poi con i gesti, ridiventano gli stessi che erano sette anni prima, e Mathilde sviene per terra dopo che lui l'ha baciata. Appena rinvenuta, sale ingrugnata nella macchina e parte.

Ma non possono farci niente, ormai ci sono dentro di nuovo e si ritroveranno qualche giorno dopo in una camera d'albergo, e saranno pienamente felici assieme. Si sono organizzati, ognuno racconta le sue storie in casa, Arlette e Philippe sono due bravissime persone tranquille. Bernard patisce quando si trovano tutti e quattro assieme, Mathilde sembra una più tranquilla, di quelle che si tengono dentro tutto. Pian piano riemerge il come erano, come sono tuttora, ed i motivi per cui si sono lasciati, lei che abortì non volendolo fare, solo che pensava che lui non volesse il figlio, e Mathilde patisce che ora lui un figlio ce l'abbia. Poi Bernard impara che Mathilde dopo che si erano lasciati tentò il suicidio, poi si sposò di corsa con uno qualsiasi, ed il matrimonio durò solo sei mesi: non riescono a perdonarsi quelli che pensano siano i torti reciproci, ma è ancora peggio, non riescono ad accettarsi diversi.

Infine ci sono le due crisi. La prima è di Bernard, che non riesce a dominarsi e fa una scenata a Mathilde di fronte a sua moglie, al marito di Mathilde, agli amici, e la cosa ormai la sanno tutti. Peggio succede a Mathilde, che cade in depressione, viene ricoverata in clinica, e Philippe giungerà al punto di chiedere a Bernard di andare a trovarla. Bernard ci va e Mathilde parla poco, ma gli dice che ascolta solo canzonette, perché c'è verità anche nella più stupida. Tutto sembra aggiustarsi con tristezza tranquilla: Mathilde esce dalla clinica, con suo marito si trasferisce da un'altra parte, Arlette è contenta perché aspetta un altro figlio.

Ma una notte Bernard sente una persiana sbattere e scende per strada a vedere cosa succede, lì c'è Mathilde che è venuta per lui, si appartano e fanno l'amore, felici come sono sempre stati nel farlo. Mathilde estrae una pistola dalla borsetta senza che Bernard se ne accorga, ed il primo colpo è per lui, il secondo per sé. Poco tempo prima ad Odile, la donna che zoppica al tennis, era arrivato un telegramma dalla Nuova Caledonia: il suo uomo di vent'anni prima preannunciava il ritorno. Quando l'uomo arriva al tennis e cerca Odile non la trova, è partita senza lasciar detto dove è andata.
Si dice che solo i francesi sanno fare con credibilità film di amour passion. E' falsa come tutte le generalizzazioni, ma qui è molto vera: Truffaut ha fatto la scelta impeccabile: raccontare la storia sia dal di dentro che dal di fuori. Serviva inesorabilità, per esprimere il dentro, e lucidità per esprimere il fuori. C'é Depardieu, bravissimo, ma c'è Fanny Ardant, praticamente al suo primo film a trentadue anni, dopo una carriera fra teatro e TV, e si vede che Truffaut è tutto per lei. Ma succede lo stesso agli spettatori, anche alle spettatrici, credo.

Nessun commento: