venerdì 11 maggio 2007

Gola profonda

Giuliano
Recensisco un film che non ho visto: però il titolo lo conoscono tutti, e lo prendo come emblema di tutto un genere. Che non è il mio genere preferito, ma almeno un cenno se lo merita.
Prima di tutto bisogna sgomberare il campo dagli equivoci: questo è un campo nel quale la criminalità regna sovrana. Molti film pornografici sono spaventosi, altri sono girati da poveri disgraziati e disgraziate, ma non è questo il discorso che vorrei fare: per queste cose ci sono i carabinieri e le aule giudiziarie (e anche il carcere, certamente).
Fatta la tara su tutte queste cose, rimane ben poco. Di quel poco, e per quel poco che mi è capitato di vedere, il 95-99% è di livello molto basso. Ragionando ancora su quel poco che resta, ormai pochissimo, mi sento di dire che il film pornografico è un genere come tanti altri. Ci sono pessimi western e ottimi western, commedie mal recitate e capolavori di Blake Edwards, c’è Jack Lemmon ma c’è anche Sylvester Stallone: e la stessa cosa succede con il cinema pornografico: quando capita che sia ben fatto, ha una sua dignità e un suo valore estetico non trascurabile.
Mi dispiace di non poter fare nomi, a parte quei tre o quattro che conoscono tutti: la mia frequentazione del genere è stata molto bassa e molto casuale, nel senso che è un terreno nel quale muoversi non è bello (eufemismo...). Le copertine dei dvd e delle cassette sono bruttissime, spesso repellenti; e quanto ai cinema “a luci rosse”, non ho mai voluto metterci piede per evidenti ragioni igieniche. Ma il mio giudizio definitivo, che non è del tutto negativo, penso che si possa riassumere in quello di un’attrice del cinema “serio”, che disse: “Se da adolescente avessi visto un film porno, penso proprio che non mi sarei mai innamorata in tutta la mia vita”.
La fotografia erotica ha avuto grandi nomi e grandi capolavori; purtroppo, un Man Ray al cinema non c’è mai stato, e se c’è stato si è occupato d’altro.

4 commenti:

Solimano ha detto...

Giuliano, mi viene in mente un episodio di anni fa.
Eravamo a Berlino per una convention della azienda. Alla sera ci si imbrancava e si andava dove il più rozzo voleva. Entrammo in un cinema specializzato in film sexy - non si usava la parola porno. La prima mezz'ora fu divertentissima: una piccola troupe, non so se tedesca o svizzera, aveva girato un film la cui trama era una lunga passeggiata in salita verso la cima di una montagna. Solo che la giornata era calda e le due giovani donne - una discreta, l'altra più brutta che bella - per reggere il caldo si toglievano gli indumenti man mano che salivano su per il sentiero, sbuffando e sudando. Ci misero tre quarti d'ora ad arrivare in cima e fu divertentissimo e coinvolgente (perché negarlo?). Nel secondo tempo ci fu un secondo film, con altra troupe e storia affatto diversa: una tristezza unica, una voglia non dico di non innamorarsi più, ma di farsi frate in un convento di stretta clausura. Uscimmo dopo dieci minuti e ci facemmo una birra grande ognuno per rianimarci.

saludos
Solimano

brianzolitudine ha detto...

Eppure c'è una categoria di periferia o di campagna, che è il cinema porno, del tutto scomparsa ed è un peccato perchè era un segnale di vitalità nel contesto im cui era.

Come il cinema Lariano di Lecco, o l'Apollo di Arcore giusto a fianco della Villa di Mister B. O tanti altri chiusi per sopraggiunta insolvenza del genere nel canale sala cinematografica.

Oggi si va per "Sky" o per acquisto postale. Mi hanno anzi raccontato in Ohio di una stupenda truffa perpetrata anni fa a danno dei contadini dello stato. Nel centro e mid west USA come sapete le distanze sono ampissime e tra un paese e l'altro ci sono chilometri e chilomentri. Il porno pertanto si veicola soprattutto per vendita su rivista. Orbene un giorno su una di queste, molto letta, compare un annuncio interessante: "Offerta speciale, 10 film porno su cassetto 50 $, pagamento anticipato". In moltissimi, soprattutto dalle campagne prenotano, ma la merce non arriva. Tuttavia dopo un mese a tutti gli acquirenti arriva una lettera con accompagnatoria che recitava più o meno:

"Gentile cliente, purtroppo a causa dell'estremo successo della nostra promozione, abbiamo esaurito le scorte e non possiamo soddisfare la sua richiesta. Vi ritorniamo pertanto l'importo da voi versato in anticipo di 50$ a mezzo assegno. Distinti saluti".

E l'assegno di 50$ c'era veramente, ma con un particolare: Era compilato con i dati della società emittente, che suonava più o meno così: "Porno inculate animali orge troie INC."

Orbene, il povero contadino per incassare doveva andare alla banca o alla posta del paesello, mettersi in fila allo sportello ed incassare quei miseri 50$ mettendo in mostra il proprio vizio al bancario e a tutta la comunità, temendo l'inevitabile passa-parola.

Risultato, il 95% degli assegni non è stato incassato, e pare che avessero "venduto" circa 700.000 pezzi. Non male come idea, vero?

E il bello è che in realtà non è per nulla una truffa, è tutto perfettamente legale: io i soldi te li ho pure restituiti, se poi tu non li incassi...

Vedete che belle idee, che porta anche il rozzo e banale cinema porno!

Solimano ha detto...

Brian, questo è un aspetto che si presenta correntemente nella vita delle persone, quindi inevitabilmente si presenta nelle arti, vorrei vedere che non ci fosse nel cinema, arte molto diretta. Con tutti i confini spesso illusori fra softcore e hardcore, fino ad iniziative del tutto criminali che si sono verificate anche in rete e che giustamente vanno perseguite: non di sesso si tratta ma di bieca violenza.
A proposito di softcore, quando ho inserito Madame Bovary di Chabrol, ho scoperto che da Madame Bovary sono stati tratti undici film, e ci può stare, ma il dato curioso è che in uno di essi la protagonista è Edwige Fenech! Credo che si tratti di una interpretazione di Flaubert senz'altro più allegra delle altre, da visionare quindi con giusto coinvolgimento in qualche nebbiosa serata novembrina, altrimenti malinconica.

saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Una nota per le dovute scuse ad Altan: la vignetta (da un Espresso del 2002) aveva un evidente significato politico, che non ha nulla a che fare con il motivo per cui l'ho scelta. Però l'ho ritrovata e mi è sembrata perfetta...