domenica 4 novembre 2007

Venezia nel cinema: Senso (1)

Solimano
Livia (Alida Valli) e Franz (Farley Granger) si sono conosciuti solo alcuni giorni fa, nel palco di lei alla Fenice, durante la rappresentazione del Trovatore, mentre Leonora cantava il D'amor sull'ali rosee. Ha voluto conoscerlo lei, per aiutare il cugino Roberto (Massimo Girotti), che rischia la prigione dopo aver sfidato Franz per ragioni politiche davanti a tutti, nella platea della Fenice. L'incontro non è servito - Roberto è stato mandato in esilio - e non è stato un incontro cordiale, ma ha lasciato in Livia un segno forte e sgradevole: ha dovuto spesso abbassare lo sguardo di fronte alla tranquilla sicurezza di lui. Sicurezza di piacerle, anzitutto, come a tante a Venezia, lo sa perfino il generale austriaco che è un ammiratore di Livia.
Dopo pochi giorni casualmente si incontrano, mentre ormai si fa sera. Livia gli dice che ha voluto incontrarlo per aiutare Roberto, che è stato allontanato da Venezia. Franz le risponde che lui non ci ha messo mano (Livia sa che probabilmente è così) e le chiede, con volgarità impudica e tranquilla, se è l'amante di Roberto. Livia risponde con sprezzo troppo evidente che non è così, lei condivide il patriottismo di Roberto, ma è come se gli desse una informazione. Ormai è buio, lui si offre di accompagnarla a casa, visto che c'è il coprifuoco. Livia rifiuta, dice che non ne ha necessità e si avvia, non camminando di fretta. Lui la segue adagio, alla distanza giusta.

Le calli piccole sono quasi completamente al buio, salvo il baluginìo dell'acqua ferma e qualche lampada.

D'improvviso, Livia scorge un corpo disteso a bordo acqua e rimane atterrita, Franz accorre e dice che è un soldato austriaco morto, chissà perché, forse assassinato, forse una epidemia. Ma sta arrivando una ronda di soldati, Franz le copre il viso con la veletta e l'aiuta a non farsi scorgere.

Poi cammineranno, ora affiancati, fino al grande campo, in cui Franz le mostrerà dove alloggia con alcuni altri ufficiali.

Si appoggeranno alla grande vera da pozzo in mezzo al campo e parleranno a lungo, lei gli dirà persino che ragiona come un bambino, lui riderà con la sua risata a voce bassa, un po' cinica, ma di una sgradevolezza sicura, non c'è smentita che tenga. Franz si guarderà in uno specchietto trovato per terra "per vedere chi sono io", dirà, poi sfiorerà tre o quattro volte le mani e le spalle di Livia, non insistente ma preciso.

All'alba, cammineranno ancora affiancati lungo il grande canale, mentre cominciano le attività della giornata. Non si daranno appuntamento. Dopo quattro giorni si incontreranno, ma sarà stata Livia a cercarlo.

3 commenti:

Roby ha detto...

Immagini splendide, grande emozione nel ripercorrere calli e ponti in compagnia di Alida Valli. Non ricordo più se è stato Rossellini o un altro grande a rispondere, ad un'attrice che gli chiedeva consigli: "Si studi prima l'interpretazione della Valli in Senso e poi ne riparliamo"...

Popcorn&abbracci

Roby

Anonimo ha detto...

La bellezza di Alida Valli...
ma perché le attrici che abbiamo adesso mi sembrano tutte uguali?
E sull'onda di certe malinconie aggiungo anche quella dei vestiti dell'ottocento, quelli dei primi del novecento, di quella femminilità coperta fino alle caviglie ma che prendeva forma sulla testa con acconciature e cappelli. Nei modi, nelle forme espressive del "non detto"...
Cari saluti
Laura

Solimano ha detto...

Roby, su Alida Valli come recitazione ci sono opinioni diverse, ma la recitazione nel cinema è fatta anche di cose che in teatro non sono importanti, tipo quello che riduttivamente chiamiamo fotogenia. Però la Valli è una presenza incredibile in tutti i film, compreso Il terzo uomo e fino a Strategia del ragno di Bertolucci.
Laura, oltre alle acconciature ed ai cappelli c'erano i guanti, a cui abbiamo dedicato una puntata (anzi due) della vista logica gli oggetti nel cinema. C'è un sito vastissimo ed incredibile tutto dedicato ai guanti nel cinema, che compaiono spesso anche in film molto recenti.

saludos
Solimano