giovedì 29 marzo 2007

La Rosa Purpurea del Cairo

The Purple Rose of Cairo di Woody Allen (1985) Con Mia Farrow Musica: Dick Hyman (84 minuti) Rating IMDb: 7.4
Manuela
Per molto tempo non ne ho parlato, per evitare i sorrisetti di compatimento di chi lo liquidava come uno dei soliti film d’amore, leggerini, gradevoli magari, ma niente di che, mille miglia lontano dai film che fanno pensare davvero. Roba da donna, ecco.
Ho tenuto per me la bellezza dello schizzo d’ambiente, tratteggiato a matita, che con pochi segni racconta un mondo. Ho tenuto per me l’incanto di Cecilia, che dimentica le amarezze e le violenze della vita chiudendosi in un cinema. Ho tenuto per me il coinvolgimento emotivo con questa donna che cerca nel film un mondo dove è bello vivere, popolato di uomini affascinanti e, più di tutto, buoni e gentili – i libri, i film, non svolgono forse per tutti noi la stessa funzione? Ho tenuto per me l’ammirazione per la mano delicata, ferma e compassionevole che ha disegnato la psicologia dei personaggi. Il cacciatore bianco, tanto eroe nella celluloide quanto inetto nella realtà, impacciato dalle contraddizioni della vita vera, confuso dalle sue illogicità. Il rude marito di Cecilia, manesco e volgare, capace di dimostrare l’amore come uomini di quella fatta sanno dimostrarlo, con le sberle, e qualche lampo di umanità incapace di redimerlo. Il perfido Gil, attore interessato solo alla propria carriera, che si incarica di rimettere le cose a posto e distruggere il sogno d’amore di Cecilia perché lo show possa go on, e l’ordine riprendere a regnare: oh, ma non è cattivo, sapete? Gli dispiace per Cecilia, almeno per cinque minuti: vedete la sua espressione triste in una delle ultime scene del film? E’ l’espressione di chi fa sporchi lavori, con la scusa che qualcuno deve pur farli: e quanti ce n’è, in giro…..
Per molto tempo ho tenuto per me l’amore per gli occhi sgranati di Cecilia, nello stesso tempo ingenui e carichi di esperienza. Cecilia, che vive il suo grande sogno e poi sceglie la realtà, forse sapendo già che la realtà l’avrebbe fregata; e forse sapendo anche che, se quel sogno si fosse avverato, avrebbe distrutto tutti i sogni di tutte le cecilie del mondo. E tuttavia non rinuncia a sognare.
Ho tenuto per me tutto questo e molto altro – il tempismo perfetto, l’ironia e l’autoironia, il metafilm che parla del film, ecc.ecc. - che scoprivo ogni volta che rivedevo, in DVD, in casa, sola – per evitare risatine e sguardi di compatimento – questo film.
Poi ho incontrato un uomo che ci vedeva le stesse cose che ci vedevo io, e molte altre cui non avevo mai pensato. Come potevo non innamorarmene?

5 commenti:

melba ha detto...

Premesso che sono una fan di Woody, più del vecchio che del nuovo, per la verità, che Match Point, ad esempio, non mi è piaciuto affatto: anche a me questo film piace moltissimo.
Ah, anche io ho trovato un compagno di vita con una grande e generosa "componente femminile". E che lungi dal vergognarsene ne va molto fiero.

Solimano ha detto...

L'assenza di Woody Allen come attore rafforza il film: sarebbe stato ingombrante, quindi di troppo.
Il tema - che ci riguarda tutti - non è tanto la fantasia, ma la creatività, di cui la fantasia è un corollario. La creatività come via di fuga da ciò che insostenibile perché disumano, non una via di fuga così, per fuggire e basta, ma per costruire una realtà alternativa, che può divenire reale, succede anche questo. Non riguarda solo gli artisti, la creatività - che si può sviluppare, non è un dato di fatto - ci riguarda tutti, anche se magari la teniamo nel surgelatore.
Riguardo le componenti femminili dei maschietti, che è un argomento tosto e lieve, ci penserò. Così di prima battuta, mi sembra che siano presenti anche in me, ma ci lotto contro e forse faccio male. Occhio però, la colpa è anche vostra, ragazze, a volte siete voi a volere che l'uomo sia un vero uomo, quello che non deve chiedere mai. O no? La risposta è presumibilmente nel film Sette spose per sette fratelli: perché le Sabine prima o poi si innamorano dei brutti di bosco che le hanno rapite?

continuerò a pensarci, è un bell'argomento
Solimano

Manuela ha detto...

Bella domanda, Soly... ci penserò anch'io. Di primo acchito direi che è per la stessa ragione per cui la Presidentessa Tourvel cede: perché il sesso è la forza scatenante della natura, e prima o poi le convenzioni devono avere la peggio. Il sesso, non l'amore, che è invenzione più tarda. Ti ho scandalizzato? Beh, magari ci penso ancora un po'....

Melba, perché? perché non ti è piaciuto Match Point? Io l'ho trovato un film deliziosamente ateo.

Solimano ha detto...

Non solo "amore" è parola tarda, è anche parola astratta. Preferisco stare sul concreto delle dominanze e delle carezze, che comprendono in sé il sesso, e non solo.
Madame Tourvel - gran donna - cede perché ama totalmente Valmont e sarebbe ricambiata, solo che Valmont si fa fregare dalla Meurteil che istiga la dominanza, per lui abituale movente prioritario. Quando si rende conto, Valmont corre alla morte in duello per mano di Danceny, che aveva a sua volta fregato la Meurteil a favore della bambinaccia Volanges, machine à plaisir. Spero proprio ti sia piaciuto, il libro prodigioso. Sai che storicamente Laclos è stato il primo femminista? Non scodinzolone, femminista vero. Il libro ebbe un clamoroso successo e l'editore voleva un prosieguo con la fuga della Volanges dal convento e le sue conseguenti avventure... Figurarsi!
Il film di Frears è fedele e ben costruito, lo guardo ogni tanto con piacere e ne scriverò qui, ma il libro è inarrivabile.

buon pomeriggio
Solimano

Manuela ha detto...

Adesso, non possiamo tirarla tanto lunga qui, ma concordo con te solo in parte sul libro: ci scriverò uno Stilelibero.
Concordo in pieno sul film: decisamente ben confezionato, ma il libro è inarrivabile.