lunedì 26 marzo 2007

Amori in corso

Amori in corso di Giuseppe Bertolucci (1989) Interpreti: Francesca Prandi, Stella Wordemann, Amanda Sandrelli (82 minuti) Rating IMDb: 7.8
Solimano
E' un film alla cui sceneggiatura partecipò anche Lidia Ravera. Tre giovani donne in una casa di campagna attendono l'arrivo del mitico Cesare, da tutte e tre concupito. Cesare sta arrivando - ma non lo si vede - alla fine del film, quando ormai per lui è troppo tardi: Amanda Sandrelli, una vitalissima burina, se n'è andata in treno per raggiungere un capitano dell'Arma che l'ha messa incinta, mentre Francesca Prandi e Stella Wordemann sono divenute talmente amiche che quando sentono arrivare la macchina di Cesare si nascondono per non farsi trovare. Le rivalità, le complicità, le alleanze delle tre donne sono mostrate con grazia e verità rare. L'amicizia fra donne assomiglia ad una amorosa solidarietà. Uomini e donne, siamo nati per incontrarci senza comprenderci del tutto. Il "donna mistero senza fine bello" è bolso e stantio, ma la reciproca incomprensione fa parte delle due identità. Il richiamo fatto da alcuni a Rohmer è giusto e sbagliato; c'è la levità acuta dei dialoghi di Rohmer, però il di più di sentimento si paga con una lucidità minore. Ma la corrispondenza fra parole e gesti, fossero pure lo stirare o il portare una valigia, mi rese coinvolto e felicemente attento per tutta la sua breve durata, quando lo vidi per la prima volta. Ogni tanto me lo riguardo, ce l'ho su una vecchia cassetta VHS, finché dura. Si dovrebbe parlare più spesso di Giuseppe Bertolucci, troppo trascurato rispetto al più celebre fratello.

3 commenti:

Solimano ha detto...

Inserisco la bella recensione di Tullio Kezich
"'Amori in corso' propone una schermaglia elegante e reticente, fra l'infantile e il morbido, resa più sapida da una punta di voyeurismo in un contesto ambientale che leva il respiro: la fotografia incantata è di Fabio Cianchetti, al montaggio ha provveduto Fiorella Giovanelli. Qualche impaccio iniziale, come l'insulsa chiacchiera in ferrovia di fronte a un graffito osceno, si dimentica presto. Mentre si appropria per la prima volta dei paesaggi di famiglia, come in un'affettuosa sfida al babbo Attilio e al fratello Bernardo Bertolucci junior affermano la sua piena maturità di autore con un film che ha già vinto il Festival di Salsomaggiore ma avrà molti altri premi. Un film tenero e malinconico, non provinciale, non friabile, vissuto più che recitato da un'attrice poco più che esordiente (Francesca Prandi, Anna), da un'attrice naturale (Stella Vordermann, Bianca) e da un'Amanda Sandrelli che colorisce il personaggio di Daniela con una carineria di matrice materna."

Solimano ha detto...

Questa è la recensione di Gian Luigi Rondi:
"Niente di scabroso, comunque, nonostante il finale, Solo un ricamo di sguardi, alla Truffaut, e un intreccio raffinato di dialoghi, alla Rohmer: in atmosfere in cui, mentre tutto è detto, tutto è anche sottilmente taciuto, privilegiando i momenti interiori e i movimenti più segreti del cuore, evitando ogni accento romantico ma dando egualmente rilievo alle passioni, alternando le note calde a quelle ironiche, la piccola cronaca alla piccola poesia e con una mano delicatissima nel traspone poi tutto questo in immagini: evitando la calligrafia e il prezioso, ma puntando sempre sull'armonia, giocando sugli effetti plastici di tutte quelle scene in interno, ma riuscendo sempre ad adoperare quelle in esterno - quasi liriche - come un contrappunto che spesso, oltre ad essere visivo, è anche emotivo: in atmosfere che, anche solo con il sussidio di musiche di sfondo suscitano contrasti di effetto intensissimo. Concorre alla compiutezza del quadro la recitazione. A Bianca e a Maria danno volto due esordienti, Stella Vordermann e Francesca Prandi: acerbe ma già pronte a risplendere di colori pieni. Daniela è Amanda Sandrelli: felicissima nel fingersi ordinaria."

Solimano ha detto...

E questa di Morando Morandini:
"E' un film carino, dicono. Molto carino, insiste qualcuno. Qualcosa di più, dico io. Più di trent'anni fa un giovane critico francese che nelle lettere agli amici si firmava Trufo o François (leggete, leggete 'Autoritratto', edito da Einaudi) scriveva: 'Il cinema è un'arte della donna, cioè dell'attrice. Il lavoro del regista consiste nel far fare delle belle cose a delle belle donne e per me i grandi momenti del cinema sono la coincidenza tra il talento di un regista e quelli di un'attrice da lui diretta ...'. Commedia gaia e leggera, con sottofondi gravi e improvvisi trasalimenti del cuore, tutta giocata sul comportamento delle due ragazze (e la loro alleanza rispetto all'intrusa) e sui dialoghi, qua e là verbosa, scandita in voce off da commenti in rima che arieggiano la poesia di Giorgio Caproni, 'Amori in corso' è anche un film sul paesaggio e sui colori dell'ottobre. Le colline della Val Pessola non sono lontane in linea d'aria da quelle di Casarola dove Bertolucci passava le vacanze da bambino e che suo padre Attilio ha cantato soavemente nel romanzo famigliare in versi 'La camera da letto', una delle punte alte della poesia italiana nel secondo Novecento."