martedì 14 luglio 2009

Ritratti di signore: Gina Lollobrigida

Gina Lollobrigida nel film "La provinciale" di Mario Soldati (1953)

La provinciale di Mario Soldati (1953) Dal racconto di Alberto Moravia Sceneggiatura di Giorgio Bassani, Sandro De Feo, Jean Ferry, Mario Soldati Con Gina Lollobrigida ( Gemma Vagnuzzi), Gabriele Ferzetti (Franco Vagnuzzi), Franco Interlenghi (Paolo Sartori), Nanda Primavera (la madre di Gemma), Marilyn Buferd (Anna Sartori), Barbara Berg (Vannina), Alda Mangini (Elvira Coceanu), Renato Baldini (Luciano Vittoni) Fotografia: Aldo Graziati, Domenico Scala Musica: Franco Mannino Costumi: Piero Gherardi (114 minuti) Rating IMDb: 6.9

Solimano

Gemma Foresi (Gina Lollobrigida) è sposata con Franco Vagnuzzi (Gabriele Ferzetti), che insegna fisica all'università ed è un ricercatore noto e apprezzato. Infatti gli hanno offerto una cattedra all'Università di Roma. Attualmente, Gemma e Franco vivono in una modesta ma dignitosa palazzina, talmente periferica che dal loro terrazzo si vedono quasi solo i campi.



All'inizio del film, Gemma esce di casa per recarsi in una oreficeria. Vuole vendere un magnifico braccialetto d'oro che ha portato con sé nella borsetta. Chede all'orefice una valutazione sul prezzo. L'orefice fa i suoi controlli e le dice che il braccialetto non è d'oro, ma è un falso. Gemma rimane sconvolta, piange sul letto appena tornata a casa e fatica a trattenersi anche quando Franco entra in camera. Ma Franco è talmente contento che non si accorge dello stato della moglie.

Sotto casa è arrivato un gruppo di suonatori, in qualche modo amici di Franco. Sono venuti per una allegra serenata d'addio, visto che domani la famiglia Vagnuzzi si trasferirà a Roma.


A tavola con Gemma e Franco c'è anche un'amica di Gemma. E' la contessa romena Elvira Coceanu (Alda Mangini), che da un po' di tempo si è trasferita da loro e che ha deciso di traferirsi a Roma per continuare a vivere con loro. Franco si tiene fuori da questa strana coabitazione, lascia decidere tutto a Gemma. La Coceanu parla a tutto spiano; è sicura che a Roma continuerà ad essere ospitata. Gemma è sempre più a disagio, finché afferra il coltello che sta sul tavolo e ferisce ad un braccio la Coceanu, che all'ospedale, tranquilizzata sull'entità della ferita, con i medici cercherà di minimizzare l'accaduto.


A casa, Gemma è fuori di sé. Franco e sua madre (Nanda Primavera) riescono a metterla sul letto, fanno intervenire un giovane dottore, Paolo Sartori (Franco Interlenghi) che Gemma conosce bene. Quando il dottore va via, comincia lo sfogo di Gemma. Racconterà alternativamente al marito ed alla madre quello che non ha mai raccontato. Quasi tutto il film è un flashback, la storia di Gemma. Il tempo reale tornerà solo negli ultimi minuti del film.


Gemma è di famiglia povera. La madre, per tirare avanti, faceva l'affittacamere, eppure d'estate Gemma veniva ospitata da una famiglia benestante: i Sartori. Ed è proprio per il giovane Sartori, Paolo, che Gemma aveva simpatia. Si trovavano bene e Gemma aveva imparato un modo di vita diverso da quello di casa sua. Desiderava entrare a far parte definitivamente di quel giro, senza chiedersi per quale motivo la ospitassero fra di loro.


Tutto andava per il meglio: passeggiate, pranzi, gite in macchina. Gemma e Paolo si guardano negli occhi, a guidare l'auto ci pensa l'amico Tittoni (Renato Baldini). Ogni giorno, il rapporto fra Gemma e Paolo cresce con naturalezza, lei ama e si sente amata. La vacanza sta per finire, ma si scriveranno.


Accompagnano Gemma a casa sua e Paolo sale fino a metà della scala esterna. All'interno si vede la differenza, con la misera scala su cui Gemma trascina la valigia con l'aiuto della madre. Ma Gemma è talmente felice che non ci bada.



Gemma vorrebbe raccontare tutto alla madre, che chissà perché non sembra contenta di queste entrature e prospettive. Intanto, per tenersi in esercizio di galanteria, Gemma prende un po' in giro un giovane pensionante, il professor Franco Vagnuzzi, che sarà uno che legge molti libri, ma che per Gemma non è al livello delle persone che lei ha frequentato in questa estate.




Finché la madre non ce la fa più: all'ennesima lettera spiega a Gemma la situazione: lei è stata l'amante del vecchio Sartori, quindi Gemma e Franco sono fratellastri. Gemma ci arriverà dopo, ma questo spiega perchè lei, figlia di un'affittacamere, era stata ricevuta in quella compagnia. Gemma si lascia andare, le va bene tutto pur di uscire da quella casa. Un giorno che Franco entra nella sua camera ci sta, senza amore. Ha deciso di sposarlo, meglio lui di qualcun altro.


Franco, molto pratico, fisicamente attratto da Gemma e molto dedito al suo lavoro che lui sa essere importante, non si accorge che ha in casa una donna che si annoia, che non sa che fare della propria giornata. Gemma e Franco vivono in due mondi che non comunicano: lui non ha nessun complesso riguardo la compagnia che frequentava lei, che si vergogna di lui e della casa dove l'ha portata ad abitare. Franco è gentilmente egoista, cerca perfino di insegnare a Gemma il gioco degli scacchi.


Finché Gemma conosce la contessa romena Elvira Coceanu, che le racconta tante cose, che lavora per sfizio nel campo della moda (disegna cappelli), che conosce mezzo mondo. Gemma la presenta anche al marito a cui va bene tutto, purché la moglia non si annoi. Finché una sera, mentre passeggia con la Coceanu, Gemma incontra Tittoni, l'amico guidatore di automobile, che la festeggia, le fa girare la testa. La contessa Coceanu tiene bordone benissimo. E Gemma si trova immersa in un mondo, quello sì, che sente essere quello che le spetta. Tittoni le fa una corte stretta, la prima volta Gemma, complice l'ora tarda, si sottrae.




Elvira Coceanu sa il fatto suo. La seconda volta ospita Gemma e Tittoni a casa sua, poi sparisce. Tittoni offre un magnifico braccialetto a Gemma, che se lo mette al braccio come un segno di trionfo dopo aver fatto l'amore con Tittoni. Solo che sente delle voci, e si rende conto che nella stanza accanto Tittoni e la Coceanu stanno parlando: lui paga la contessa romena, che gli ha fatto brillantemente da ruffiana. Gemma capisce, magari un po' tardi. Il il braccialetto sparisce dal polso e viene incamerato nella borsetta. Almeno si è data per qualcosa eppoi è bello avere un amante come Tittoni.


Finiscono le storie belle, figuriamoci quelle brutte. Letterine, appuntamenti, poi tutto si raffredda. E' Tittoni che sparisce, adducendo viaggi in posti strani. Gemma è dispiaciuta, ma la Coceanu dice che non c'è da preoccuparsi, conosce tanta gente lei! A questo punto Gemma vorrebbe sottrarsi, ma non ha capito bene con chi ha a che fare: alla prima minaccia di abbandono la Coceanu parla chiaro: ha lettere, biglietti, prove di ogni genere. Ricatti a cui Gemma non sa reagire, anche se per il momento csi sottrae ad appuntamenti con altri clienti della Coceanu. E Gemma comincia a conoscere suo marito, la serietà, la competenza, l'ammirazione da cui è circondato. Vanno in vacanza insieme, Gemma crede di aver chiuso con quella storia... e si ritrova la Coceanu in casa. La contessa romena si è trasferita da loro mentre erano in vacanza.




Gemma ormai è in una morsa. Ogni volta che cerca di ribellarsi, Elvira Coceanu la impaurisce con minacce di far sapere in giro (soprattutto al marito, ma non solo) tutto l'accaduto. Finché la Coceanu mena il colpo che crede risolutivo: l'appuntamento per Gemma con un ricco straniero di passaggio a Roma. Ma lo straniero capisce che per Gemma è la prima volta, che lo fa perché è costretta e la fa scendere dalla macchina. E qui di torna all'inizio del film: Gemma vuole liberarsi del braccialetto ma scopre dall'orefice che si tratta di un falso. E alla fine Gemma non ce la fa più: la Coceanu è lì a tavola che trionfa, sicura di poterla ricattare in ogni momento, a quel punto Gemma le tira una maldestra coltellata al braccio.

Franco e la madre di Gemma adesso sanno tutto. Franco capisce che non ha sbagliato solo la moglie, ma anche lui. Sente che è tornata la contessa, sicura del fatto suo, perché pensa di poter ricattare anche il marito, oltre alla moglie. Franco butta la Coceanu giù per le scale, completa di valigie e cappelliere. La contessa grida per strada ma capisce che ora non ha nessuna arma in mano: andrebbe in galera lei, se denunciasse.

Gemma è andata nel terrazzo da sola, ormai è l'alba. Sono finiti i pianti e le grida. Dopo un po' nel terrazzo arriva anche Franco e cominciano insieme una nuova giornata, sicuramente migliore.


Gina Luigia Lollobrigida è nata a Subiaco il 4 luglio 1927. Nel 1944 si iscrive all'Istituto Belle Arti di Roma; per mantenersi, visto che la famiglia aveva perso tutto nella guerra, gira per locali facendo caricature col carboncino e posa per alcuni fotoromanzi, con lo pseudonimo di Diana Loris.
E' divenuto celebre il concorso di Miss Italia del 1947: prima Lucia Bosè, seconda Gianna Maria Canale, terza Gina Lollobrigida.
Nel cinema. comincia con i film operistici che allora erano popolari: Lucia di Lammermoor, Elisir d'amore, Pagliacci. Si sposa col medico sloveno Milko Scofic nel gennaio 1949. Nel 1957 nasce il figlio Milko jr.
Nel 1950 Gina Lollobrigida arriva ad Hollywood, invitata dal miliardario Howard Hughes. Ma la Lollobrigida tornò ben presto a Roma, il che le impedì di lavorare in America fino al 1959.
Achtung! Banditi! (1951) di Carlo Lizzani, Fanfan la Tulipe (1952) di Christian-Jaque furono i primi successi, a cui si aggiunge la breve ma memorabile parte in Altri tempi (1952) di Blasetti, com Vittorio De Sica che dice per la prima volta "maggiorata fisica" (in contrapposizione al "minorata mentale" usuale nei processi): Mariantonia paragonata all'etera greca Frine.
Nel 1953 il ruolo della Bersagliera in Pane, amore e fantasia, replicato nel 1954 in Pane, amore e gelosia, tutti e due con la regia di Luigi Comencini. Rifiutò la terza puntata, che fu affidata a Sophia Loren nel 1955.
Molti dimenticano che contemporaneamente al personaggio della Bersagliera, la Lollobrigida affrontò benissimo ruoli drammatici, di donne borghesi divise fra rispettabilità e vizio: La provinciale di Mario Soldati (1953) e La romana di Luigi Zampa (1954), entrambi tratti da racconti di Alberto Moravia. Il successo divistico portò a grandi produzioni internazionali. Oltre dieci anni, fino a metà degli anni Sessanta. Ho dovuto ampliare il numero di immagini di questo Ritratto di signora perché non è possibile non metttere certi titoli, anche se il meglio Gina Lollobrigida l'ha dato nelle parti comiche e drammatiche di quegli anni. Dopo, è sempre bello vederla, perché Gina Lollobrigida è artista multiforme: sa cantare, sa ballare, è una nota scultrice ed una fotografa apprezzata. Ha un carattere orgoglioso ed indipendente che non si è capito ancora se l'abbia danneggiata o aiutata nella sua carriera.
Nelle immagini qui sotto ho seguito l'ordine cronologico dei film.

La sposa non può attendere (1949) di Gianni Franciolini

La città si difende (1951) di Pietro Germi

Achtung! Banditi! (1951) di Carlo Lizzani

Fanfan la Tulipe (1952) di Christian-Jacque

Altri tempi (1952) di Alessandro Blasetti

Les belles de nuit (1952)di René Clair

Beat the Devil (1953) di John Huston

Pane, amore e fantasia (1953) di Luigi Comencini

Pane, amore e gelosia (1954) di Luigi Comencini

La romana (1954) di Luigi Zampa

La donna più bella del mondo (1956) di Robert Z. Leonard

Trapeze (1956) di Carol Reed

Notre Dame de Paris (1956) di Jean Delannoy

La legge (1959) di Jules Dassin

Salomon and Sheba (1959) di King Vidor

Never so Few (1959) di John Sturges

Come September (1961) di Robert Mulligan

Venere imperiale (1963) di Jean Delannoy

Mare matto (1963) di Renato Castellani

Woman of Straw (1964) di Basil Dearden

Bad Man's River (1971) di Eugenio Martin

King, Queen, Knave (1972)
di Jerzy Skolimowski

Le avventure di Pinocchio (1972) di Luigi Comencini

11 commenti:

annarita ha detto...

Una bella storia, ricca di sentimenti contrastanti. E una donna che ha ancora un aspetto invidiabile, la vedemmo lo scorso inverno a un evento in onore di Maria Callas all'Opera di Roma. Molto applaudita e apprezzata per i suoi aneddoti. Proprio domenica scorsa abbiamo visto la sua mostra fotografica al Palazzo delle Esposizioni; scatti in bianco e nero e a colori molto intensi, con i quali ha saputo cogliere aspetti, emozioni e sfumature. E tanti bei ritratti di celebrità.
Grazie e salutissimi, Annarita

Solimano ha detto...

Annarita, per molti anni Gina Lollobrigida non è stata considerata quanto dovrebbe.
La ragione più importante è stata che nella sua carriera non ha avuto il supporto continuo di un importante produttore, come invece è successo a Sofia Loren, Silvana Mangano, Claudia Cardinale, e potre fare altri nomi.
Inoltre le è mancato il consiglio di qualcuno che la guidasse meglio in certe scelte.
Infine, certe critiche riguardo la sua capacità recitativa (a parte che era più facile criticare la Lollobrigida perché non aveva appoggi potenti) furono miopi, perché ostinatamente non si volle capire che quella che si chiama recitazione è completamente diversa nel teatro e nel cinema, che non è una specie di sotto-teatro per fare soldi.
In questo notevole film di Mario Soldati non so veramente immaginare una interprete più adatta della Lollobrigida, come anche ne "La romana" di Luigi Zampa, nei film fatti in Francia all'inizio e nel ruolo della Bersagliera. E non finisce qui. Mario Soldati fu un ottimo regista, di cui va ricordato almeno un altro film: "Piccolo Mondo Antico", su cui ho messo due post, per la vista logica I libri nel cinema. Inoltre Soldati è stato presente come sceneggiatore di film significativi degli anni Trenta e Quaranta. Basta osservare con attenzione alcuni dei fermo immagine che ho messo nel post per rendersi conto della sua finezza e della sua capacità di far capire una situazione anche con una sola immagine.

grazie Annarita e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Ma è appunto il fatto che la lollo si dimostra ogni giorno di più una grande anche senza aiuti di produttori alle spalle,che la colloca al di sopra di tutte e di tutti.Da chiambretti l'anno scorso ha detto...il tempo passa ,la bellezza se ne va etc etc...Ma ,a parte il fatto che è ancora piacente e picevole vederla e ascoltarla,sono le sue passioni artistiche cui si dedica e si è sempre dedicata che la rendono un vero eccezionale fenomeno che non ha eguali.Altro che le continue baracconate della loren per mettersi in evidenza e per far parlare di se certi inverecondi telegiornali.La vita porta con se prima la giovinezza ,la bellezza,il successo l'ammirazione sconfinata,poi quando arriva il dopo,per sentirsi ancora vitali,ancora sulla breccia,ancora utili ,bisogna avere delle capacità ,un talento e degli interessiche si impongano ancora all'ammirazione altrui.Questo gina ce l'ha ed è la sua grande fortuna la sua eccezzionalità,che non ha uguali vista la sua età.Altro che andare in giro ad elemosinare eventi pur di mettersi in mostra come fa quell'altra,la patetica.

Solimano ha detto...

Ho inserito immagini di 23 film, e se aggiungo La provinciale, il film su cui si struttura il Ritratto, sono 24. Mi sono fermato perché non volevo esagerare con la lunghezza del post, ma avrei potuto arrivare a 30 film senza inserire dei film scarsi. Questo dà l'idea di quanto sia stata importante la presenza di Gina Lollobrigida nel cinema italiano e non solo. A parte l'appoggio (o non appoggio) dei produttori, ci sono stati diversi casi in cui il matrimonio ha interrotto delle carriere: Silvana Mangano, Lucia Bosé, Marisa Allasio, Virna Lisi. All'estero in generale non succedeva così, in Italia il mestiere dell'attrice cinematografica era considerato un mestiere un po' così.
I confronti sono sempre ingrati, ogni attrice nota avrà i suoi meriti, dico solo che ancor oggi la considerazione per Gina Lollobrigida è inferiore a quella che meriterebbe.
Oltre che i produttori, credo che un certo ruolo lo abbiano giocato certi critici un po' troppo vicini ai produttori, e quindi propensi alla compiacenza dei loro interessi e desideri. Probabilmente succede anche con le odierne TV...

grazie e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Una cosa è certa,perchè ci sono gli innumerevoli articoli e le prime pagine di migliaia di riviste di tutto il mondo e soprattutto il successo di pubblico di tanti suoi film,gina è stata la più osannata delle attrici italiane di tutti i tempi,chi non vuole sottolinearlo non ama nè lei nè l'Italia,ma soprattutto o è in malafede cronica o è un meschino da schifo.Alla faccia di tutti i premi di cui si vanta la pompatissima e cavallona rivale.

Anonimo ha detto...

ma fateci vedere il vero film La provinciale con una magifica lollo, e non quell'obbrobio propinatoci poco tempo fa.Hei rai uno svegliati.

Anonimo ha detto...

forse in italia non è considerata come dovrebbwe e come sarebbe sacrosanto che sia,visto che è stata propio lei, dopo il successo planetario di fanfan la tulipe,ad accendere nel mondo la curiosità verso il cinema italiano.Quando in italia usciva La provinciale era già conosciuta in tutto il mondo,vedere su you tube il trailer del film per credere,e tutto il mondo compresa hollywood cominciava ad interrogarsi sul valore del neorealismo.Ma la strada, e l'interesse verso quello che succedeva in italia, storicamente l'aveva aperta lei.Il mondo rimase quasi stupefatto dal fatto che l'italia postbellica potesse ripresentarsi al mondo con tale fenomeno mediatico.La cosa meravigliò e il nostro cinema interessò.Furono rivalutati film come Roma città aperta e tutto il resto.Grande ,grandissima Gina.

Anonimo ha detto...

pensando alla gavetta che ha dovuto fare la lollo prima di arrivare al successo,penso questo..........Abbasso il modo scelto dalla loren per farsi strada.

Anonimo ha detto...

Infatti chi l'ha fatta conoscere al mondo non è stata l'italia,con i suoi critici e press agent alla dott. Stranamore,ma la Francia che la volle in fanfan la tulipe,film che fu venduto ed ammirato in tutto il mondo.Da quel momento la lollo raggiunse una popolarità mondiale,che regge tuttora.

Unknown ha detto...

GINA, LA UNICA! MUY QUERIDA EN ARGENTINA, SUS PELICULAS FUERON UN EXITO, E TENIDO QUE HACER LARGAS COLAS PARA ENTRAR A VERLAS, AUNQUE NO HE TENIDO LA SUERTE DE CONTAR CON UNA FOTO AUTOGRAFIADA, YO LE ENVIE CARTAS A SU VILLA EN ROMA, PERO NO TUBE SUERTE, NO OBSTANTE ES
Y SERA PARA MI LA MUJER MAS HERMOSA DEL MUNDO..!!

Anonimo ha detto...

ROMA = AMOR = GINA