
La voglia matta, di Luciano Salce (1962) Dalla novella "Una ragazza di nome Francesca" di Enrico La Stella Sceneggiatura di Franco Castellano (Castellano), Giuseppe Moccia (Pipolo) Luciano Salce Con Ugo Tognazzi, Luciano Salce, Catherine Spaak, Gianni Garko, Franco Giacobini, Fabrizio Capucci, Oliviero Prunas, Margherita Girelli, Diletta D'Andrea, Jimmy Fontana, Stelvio Rosi, Corrado Pantanella Musica originale: Ennio Morricone Canzoni ed esecutori: "Un filo" (Armando Romeo), "Due note" (Mina) "Viva il jump up" (Flipper) "La tua stagione" (Tony Del Monaco) "Cha cha cha dell'impiccato" (Jimmy Fontana e i Flippers) "Yo tengo una muñeca" (Xavier Mitchell Quintet) "Sassi" (Gino Paoli) "Brigitte Bardot" (Miguel Gustavo) Fotografia: Enrico Menczer (110 minuti) Rating IMDb: 6.7
Dario D'Angelo del blog Solo Testo su Stanze all'aria
Non ricordavo che il film fosse così, avevo in mente solo la magica bellezza della Spaak e il ricordo di un Tognazzi trasformato in un italianissimo professor Rath.
Preso dalla difficoltà del compito affidatomi mi ero seduto davanti allo schermo a rivedere distrattamente quelle immagini (confidavo in uno di quei momenti in cui, come bolle alchemiche, riaffiorano alla mente i ricordi) e ignoravo dunque la possibilità di poter essere catapultato, fin da subito, in un universo umano ignorante e amorale, in una Italia che (nata Repubblica nello stesso anno della Spaak e di Francesca) aveva già svenduto tutte le sue speranze per impossessarsi, contenta, del nulla.
Continuando a guardare mi accorgevo che ogni apparizione di quella donna/fanciulla donava allo schermo una luce diversa. Avremmo potuto ancora credere possibile una qualsiasi speranza se non fosse che subito questo timido albeggiare in forma di donna si trasformasse, nelle mani di un allibito Salce (bello il suo cameo), farsa o tragedia.





Ci pensavo a questa cosa pecchè ho visto alla telivisioni una storia che cera Tognazzi e quella francese che ora certe volte fa i programmi. La Spacc. Lei in questo filmi è una carusidda ma anche ora ai giorni nostri che futtiri è diventato facili come a mangiarsi una angiova senza sali io non penso che ci sarebbe masculo capace di resisterle. Come si può combattere contro alla bellezza miscata alla malizia? Come si può lottare di fronte alla gioventù che ti mostra le sue primizie? La Spacc è il vento che in estate arriva friscu fridscu prima del temporale. E' il ricordo dei desideri di quando taccuminciava a crisciri u sfingiuni ne mutanni. E' la realtà che ti dice che sei vecchio e lei la realtà non te la vorrebbe neppure fare pesare questa cosa se non fosse che tu ti ostini a immaginarla diversamente.
La Spacc è la fottuta che hai sempre sognato. Il motivo che ti ha portato a travagghiare e poi a travagghiare e ancora a travagghiare fino a quando la fatica ti ha fatto dimenticare che era per lei che lo stavi facendo. Per la Spacc. Per lo sticchio.


6 commenti:
Straordinario -per una femminuccia come me- immergersi nel punto di vista mascolino di un siculo come Dario, ammaliato dalla "Spacc". Ipnotizzata dal brano in dialetto, ci sono tornata sopra più e più volte, cercando di immaginarlo letto da un siciliano DOC,e non da una fiorentina mezza sarda come me.
Bello, davvero. Lo so che era già "passato" in Stanzeallaria, ma qui il sapore mi sembrava diverso...
Baci e chili di popcorn davanti allo schermo
Roby
Il riferimento di Dario mi porta al finale di "Dillinger è morto" di Marco Ferreri, dove a interpretare il ruolo di "divinità e apparizione" è Carole André, anche lei giovanissima (1968).
Che è un discorso serissimo: lo riprenderò parlando di "L'arco" di Kim Ki-duk, film recentissimo.
Però, nel frattempo, le signore e le fanciulle stiano bene attente prima di chiedere ad un uomo il significato di "sticchio".
@ Roby credo anch'io che il gioco delle cadenze abbia un suo peso, mi ritrovo sempre a rileggere a voce alta, e poi a tagliare, ogni volta che credo di aver finito di scrivere :-)
@ Giuliano attendo sicuro di leggere con piacere :-)
ps.sì generalmente viene giudicata la forma più volgare, il nostro amico Tempio credo avrebbe avuto da ridire su questo giudizio.
Dario, non faccio certo del gné-gné dicendo che questo Ritratto di Signora è proprio bello, e Catherine Spaak sarà accolta bene da Maureen O'Hara e da Lea Massari. Merito anche del misterioso sito del Sol Levante con immagini appropriate. Sono in arrivo altre Signore, ed anche Signori...
grazie Dario e saludos
Solimano
Dimenticavo: un ruolo simile lo aveva già avuto Bibi Andersson nel "Posto delle fragole" di Ingmar Bergman, 1958. Ma su questa signora qui bisogna cedere la parola a Solimano, se no chissà cosa succede...
Si, probabilmente lo e
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