domenica 5 ottobre 2008

Ricordando Paul Newman

The Hustler, di Robert Rossen (1961) Racconto di Walter Tavis Sceneggiatura di Sidney Carroll Con Paul Newman, Jackie Gleason, Piper Laurie, George C. Scott, Myron McCormick, Murray Hamilton, Michael Constantine, Stefan Gierasch, Vincent Gardenia Musica: Kenyon Hopkins Fotografia: Eugen Schüfftan (134 minuti) Rating IMDb: 8.1
The Color of Money, di Martin Scorsese (1986) Racconto di Walter Tavis Sceneggiatura di Richard Price Con Paul Newman, Tom Cruise, Mary Elizabeth Mastrantonio, Helen Shaver, John Turturro, Bill Cobbs, Robert Agins, Alvin Anastasia, Randall Arney, Elizabeth Bracco, Vito D'Ambrosio, Ron Dean Musica: "Strangers In The Night", "I'll Never Smile Again", "Anema e core", "The Day The Rains Came", "The Girl From Ipanema", "I'll Remember April", "Feel Like Going Home", "Va pensiero" "Walk On The Wild Side", "Still A Fool", "My Baby's In Love With Another Guy", "She's Fine - She's Mine", "It's My Life Baby", "Who Owns This Place?","Let Yourself In For It", "It's In The Way That You Use It" etc etc Fotografia: Michael Ballhaus (119 minuti) Rating IMDb: 6.8

Giulia sul suo blog Pensare in un'altra luce

Paul Newman è morto, un attore che non dimenticheremo, perché non era solo la bellezza che apprezzavamo in lui, ma la persona che ha saputo essere. E’ vero, nessuno potrà mai sapere davvero com’era nella realtà, come si comportava, ma in un attore è importante quello che arriva alla gente, i messaggi che sa comunicare agli altri. E a me lui sembrava un uomo “normale”, normalmente “bello” anzi “bellissimo”, ma un uomo in cui la bellezza non era tutto. Era sopra di tutto un bravo attore, un marito, un padre che aveva sofferto per la morte di overdose dell’unico figlio maschio, una persona ironica e non supponente. Un uomo impegnato e questo lo aveva legato a Robert Redford con cui avrebbe dovuto girare l’ultimo suo film.


E lo voglio ricordare in due film. Lo spaccone del 1961, diretto da Robert Rossen. Un film tragico, triste, un film che uscendo dai soliti canoni vuole raccontare i disagi reali di una classe sociale bassa, spesso in difficoltà, che vive nei sottofondi urbani e per cui è difficile anche tentare la carta del riscatto. Eddie Felson e Sarah Packard (l'attrice è Piper Laurie), i due protagonisti, sono due sbandati che pagheranno per la loro condizione.


Una storia d’amore tra una donna, zoppa ed alcolizzata ed un uomo che ha un’unica passione:il biliardo a cui sacrificherà la sua vita. Due persone la cui la natura autodistruttiva non viene né nascosta né edulcorate da un lieto fine. A soccombere non sarà tanto Eddie, perché lui è abile a giocare a biliardo, ma la sfortunata Sarah, la figura più fragile Eddie alla fine riuscirà a vincere nel gioco, ma perderà tutto nella vita.


L'idea di riproporre Paul Newman in questo personaggi vent'anni dopo è di un regista raffinato come Martin Scorsese nel film Il colore dei soldi (1986). Un film senza esterni, immerso nel clima quasi claustrofobico delle sale del biliardo e delle stanze d'albergo. Eddie Felson, il campione di biliardo che venticinque anni prima aveva vinto a “Minnesota Fast” ben tredicimila dollari e poi aveva giurato di attaccare al chiodo la stecca, mantiene la promessa e fa il mercante di liquori.


Poi incontra Vincent, un campione giovanissimo che vive insieme alla sua ragazza Carmen la quale lo guida. Fidando nella propria conoscenza dell'ambiente e dei trucchi del mestiere, Eddie lo convince a mettersi in società: Vincent sarà il braccio, e Eddie la mente che lo guida nel mondo delle scommesse. Basterà che il ragazzo si faccia furbo, ogni tanto perda qualche partita per prendere al laccio i polli più danarosi, e il terzetto andrà a gonfie vele.


Ritrovare nella stessa parte, un quarto di secolo dopo, quell'attore superbo che è Paul Newman, nonostante l'età ma ancora dotato del suo carisma, dà un'indubbia emozione. Paul Newman dà continuità al suo personaggio. Ma nello stesso tempo questo film è completamente autonomo dall’altro. Eddie, però, è certamente il “risultato” di quello del personaggio de lo "Spaccone". Battuto allora da Minnesota Fats, Lo spaccone si era vendicato. Ma - suggerisce Scorsese – ora è cambiato, ha perso cuore e vitalità, come aveva perso del resto la propria donna. E’ invecchiato. Ora è Il colore dei soldi a interessarlo, la sua testa non vuole più concedere nulla al suo cuore.

Nell'incontro con la vitalità di Vincent, Eddie è spinto a guardarsi dentro, a posare lo sguardo su ciò che è diventato e sul poco tempo che gli resta. E allora decide di tornare a vivere la vita, invece di aggirarla. Accetta di provarsi ancora nello scontro diretto, come venticinque anni prima ma con la coscienza che non sempre si può vincere. Non importa che vinca ora, subito. Prima o poi vincerà. Basta tentare.

Il campo da biliardo diventa in questo film metafora della vita, e la pallina raffigura il comportamento di chi ha la stecca in mano. La macchina da presa di Scorsese utilizza gran parte dei movimenti di macchina, per inseguire quell'affascinante oggetto rotondo e per girare intorno ai protagonisti.


L’interpretazione di Paul Newman è perfetta e sarà vincitore dell'Oscar in un grande ruolo "maturo", quella di Tom Cruise che non è uno dei miei attori preferiti sa essere all’altezza della situazione. Splendida anche l'interpretazione di Mary Elizabeth Mastrantonio.

Ma Paul Newman non era solo un attore. Nel 1982 ha fondato la "Newman's own", un'azienda alimentare specializzata in produzioni biologiche i cui ricavati (più di 250 milioni di dollari al 2008) vengono devoluti in beneficenza per scopi umanitari ed educativi. Con il PEN American Center, la Newman's Own ha finanziato peraltro sino al 2006 un premio annuale di 20.000 dollari riservato al cittadino statunitense che abbia più coraggiosamente difeso il "primo emendamento" della costituzione statunitense, relativo alla libertà di espressione, di culto e di stampa.

3 commenti:

Solimano ha detto...

Giulia, mi sono permesso di aggiungere alcune immagini al tuo post, ma sono sicuro che capirai. Troppo forte era la tentazione di mostrare le immagini di Paul Newman quasi vecchio nel film del grande Scorsese, a cui si è aggiunto un fortunato caso: l'aver trovato alcune immagini del film di Rossen in cui con Paul Newman c'è Piper Laurie: una interpretazione straordinaria in un film ancora amatissimo (basta vedere i numeri notevoli in IMDb).
A quel punto, par condicio, ci stava anche Mary Elisabeth Mastrantonio e, last but not least, Jackie Gleason, il formidabile Minnesota Fats di Hustler.
Ho trovato bellissima la tua idea di ricordare Paul Newman raccordando fra di loro due film di registi notevoli e derivanti dallo stesso racconto di Walter Tavis, e ho trovato che si raccorda bene con l'ottimo ricordo scritto da Roby. Alla prossima.

grazie Giulia e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Grazie Solimano, belle scelte, non solo capsico, ma ringrazio e apprezzo sempre più questa collaborazione. Questo blog mi piace molto e lo sai.
cari saluti a tutti, Giulia

Roby ha detto...

Paul era -è- bellissimo in tutte le immagini proposte. In quella finale, casalinga, è addirittura da urlo (come direbbe mia figlia... o forse l'espressione è ormai obsoleta?).

Bel post, Giulia. Sono lieta di "dividere" Paul Newman con TE!!!

Roby