Il più bel giorno della mia vita, di Cristina Comencini (2002) Storia e sceneggiatura di Giulia Calenda, Cristina Comencini, Lucilla Schiaffino Con Virna Lisi, Margherita Buy, Sandra Ceccarelli, Luigi Lo Cascio, Marco Baliani, Marco Quaglia, Jean-Hugues Anglade, Ricky Tognazzi, Gaia Conforzi, Francesco Scianna, Francesca Perini, Maria Luisa De Crescenzo, Andrea Sama, Giulio Squillacciotti Musica: Franco Piersanti Fotografia: Fabio Cianchetti (102 minuti) Rating IMDb: 7.2
Solimano
Nella prima puntata dedicata a Il più bel giorno della mia vita (2002) di Cristina Comencini per la vista logica Roma nel cinema, ho inserito Campo de' fiori e Piazza del Popolo, oltre a qualche panorama non cartolinesco e alle cupole barocche che si vedono dalla casa di Rita (Sandra Ceccarelli). Oggi evidenzio alcuni episodi del film in cui Roma si inserisce con naturalezza. E' una Roma personalizzata che diviene interprete del film. Tutti gli episodi si svolgono di sera o di notte.
Nella strada ci sono tre ragazzi in motorino. Uno dei tre è Marco (Francesco Scianna), il figlio di Sara (Margherita Buy) ; ha appena saputo dal cellulare che la cugina Silvia (Francesca Perini) si sta spogliando in discoteca perché ha preso troppe pasticche. Marco con due amici sta andando a darle una mano. Uno dei due amici di Marco, appena arrivato in discoteca, riesce a sottrarre Silvia a un profittatore e diverrà il ragazzo di Silvia.

Claudio sta parlando col nipote Marco in Piazza Navona. Ecco la Fontana dei Fiumi, eseguita da Gian Lorenzo Bernini negli anni attorno al 1650, naturalmente con l'aiuto dell bottega, perché è un'opera colossale. I quattro fiumi sono il Nilo, il Gange, il Danubio e il Rio della Plata. La statua più famosa è quella che rappresenta il fiume Nilo, col capo coperto, perché ne erano sconosciute le sorgenti, scoperte solo nell'Ottocento. Proviamo ad immaginare quale poteva essere il pensiero di allora riguardo al Nilo: un fiume così ricco d'acqua in Africa, oltretutto proveniente dal sud. Ma i maliziosi dissero ( e dicono ancora) che il Bernini rappresentò il Nilo col capo coperto perché non voleva vedere la facciata della chiesa di Sant'Agnese in Agone che è proprio sulla piazza. L'architetto della chiesa era il Borromini, grande concorrente del Bernini.La concorrenza fa bene, esisteva ed esiste. Gli artisti erano tutti in concorrenza fra di loro, ed anche dal loro essere in concorrenza sono sorti i capolavori. Quando la concorrenza non la si vuole più, si fanno le Accademie, grandi, piccole e piccolissime, e con l'arte e in genere con le cose belle e utili c'est fini.
Qui sotto inserisco l'immagine di un'opera non notissima: è il modello in terracotta della statua del Nilo, modello fatto dal Bernini, artista totale, non solo architetto e scultore in marmo, ma anche scultore in terracotta e pittore. Sospetto che scrivesse bene e che sapesse suonare almeno uno strumento. Il modello è a Venezia, nella Galleria Franchetti presso la Ca' d'Oro.
3 commenti:
Penso che una delle grandi fortune per chi fa cinema è di poter avere tutta per sè una piazza come questa, e anche molti altri luoghi e capolavori negati al comune visitatore.
Varrebbe la pena di fare cinema anche solo per questo...
Giuliano, quasi quasi occorrerebbe la vista logica Piazza Navona nel cinema...
Sicuramente compare ne Lo sceicco bianco e ne Un maledetto imbroglio, e li ho messi, ma credo che ce ne siano diversi altri. Anche per il Campidoglio e per il Foro romano è così.
saludos
Solimano
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