sabato 6 settembre 2008

Parigi nel cinema: Zazie nel metrò (1)

Gabriel (Philippe Noiret) e Zazie (Catherine Demongeot)
stanno salendo sulla tour Eiffel con l'ascensore

Zazie dans le métro, di Louis Malle (1960) Romanzo di Raymond Queneau, Sceneggiatura di Louis Malle, Jean-Paul Rappeneau Con Catherine Demongeot, Philippe Noiret, Hubert Deschamps, Carla Marlier, Annie Fratellini, Vittorio Caprioli, Jacques Dufilho, Yvonne Clech, Odette Piquet, Nicolas Bataille, Antoine Roblot, Marc Doelnitz, Jacques Gheusi Musica: Fiorenzo Carpi, André Pontin Fotografia: Henri Raichi (89 minuti) Rating IMDb: 6.9
Solimano
In Zazie dans le Métro di Raymond Queneau c'è questa piccola frase ironica: "On représente la ville de Paris comme une femme. Avec un truc comme ça..."
Le truc sarebbe la tour Eiffel, che è ben presente nel romanzo ed ancor più presente nel film, in cui Gabriel (Philippe Noiret) fa quasi un balletto con la tour Eiffel. D'altra parte Gabriel è danseuse de charme in un cabaret di omosessuali, anche se fa credere alla nipotina Zazie di fare il guardiano di notte.

Gabriel, l'uomo col palloncino e il panorama sul Trocadero

Gabriel e l'ufficiale di marina, arriva una ondata dal mare, chissà come

Gabriel corteggiato da quattro studentesse nordiche

E' singolare, il rapporto fra romanzo e film. Ci sono delle infedeltà apparenti, ma si vede che Louis Malle ha colto lo spirito del libro, questo caos linguistico finissimo e umorale, di cui ecco un esempio: "Male bonas horas collocamus si non dicis isti puellae the reason why this man Charles went away". Le possibilità di lettura di Zazie sono tante, dalla iniziatica alla filosofica, dalla linguistica alla psicanalitica. Io preferisco stare sulla storia come se fosse un romanzo normale. In questo modo i personaggi hanno uno spessore, a partire da Gabriel e Zazie (Catherine Demongeot) fino al tassista Charles (Antoine Roblot) ed a Truscaillon (Vittorio Caprioli), che è tanti personaggi in uno. Mi diverte quando fa la corte alla moglie di Gabriel, Marceline (che nel film chissà perché si chiama Albertine) e perde una buona opportunità perché cerca le parole da dire in un vocabolario.




Le acrobazie di Gabriel

Nel romanzo Gabriel soffre di vertigini, ed appena si sporge per guardare in basso gli gira la testa e deve scendere. Mentre nel film scende solo alla fine dell'episodio; prima, sulla torre fa di tutto, come si vede dalle immagini. Fa anche il grande discorso che si può leggere in due modi diversi: del tutto seriamente oppure sghignazzando dalla prima riga all'ultima (io preferisco il secondo modo). L'ho pazientemente trascritto dal libro perché in rete non l'ho trovato.


Il discorso di Gabriel

"L'être ou le néant, voilà le problème. Monter, descendre, aller, venir, tant fait l'homme qu'à la fin il disparaît. Un taxi l'emmène, un métro l'emporte, la tour n'y prend garde, ni le Panthéon. Paris n'est qu'un songe, Gabriel n'est qu'un rêve (charmant), Zazie le songe d'un rêve (ou d'un cauchemar) et toute cette histoire le songe d'un songe, le rêve d'un rêve, à peine plus qu'un délire tapé à la machine par un romancier idiot (oh! pardon). Là-bas, plus loin - un peu plus loin - que la place de la République, les tombes s'entassent de Parisiens qui furent, qui montèrent et descendirent des escaliers, allèrent et vinrent dans les rues et qui tant firent qu'à la fin ils disparurent. Un forceps les amena, un corbillard les remporte et la tour se rouille et le Panthéon se fendille plus vite que les os des morts trop présents ne se dissolvent dans l'humus de la ville tout imprégné de soucis. Mais moi je suis vivant et là s'arrête mon savoir car du taximane enfui dans son bahut locatoire ou de ma nièce suspendue à trois cents mètres dans l'atmosphère ou de mon épouse la douce Marceline demeurée au foyer, je ne sais que ceci, alexandrinairement: les voilà presque morts puisqu'ils sont des absents. Mais que vois-je par-dessus les citrons empoilés des bonnes gens qui m'entourent?"


Gabriel, Charles e Zazie guardano il panorama

Su Wikipedia ho trovato tre fotografie della torre Eiffel durante la costruzione. Sotto ognuna delle foto ho messo la data in cui fu scattata. Andarono avanti veloci.

20 marzo 1888

15 maggio 1888

21 agosto 1888

Gabriel, sceso dalla torre, offre un gelato a Zazie

9 commenti:

Giuliano ha detto...

Guardando questa sequenza mi viene da dire che forse Malle si è ispirato a René Clair più che a Queneau. In ogni caso, una cosa simpatica.

Solimano ha detto...

Giuliano, Queneau in Zazie si lascia aperte tutte le porte e percorre tutte le strade, quindi qui ci trovo anche Queneau. Clair percorre una sua strada, quella della selettività però non snobistica, ruspante (e proprio per questo vera ed elegante).
A me è venuto in mente anche un Cosimo Piovasco di Rondò in stretta amicizia con Gurdulù.
Ho pensato quanto deve aver sofferto Jean- Paul Sartre a leggersi la tirata di Gabriel, che è anche uno sfottò nei suoi confronti, ma gli stava bene, a Sartre, di soffrire. Più cattivo maestro di lui non ne conosco nessuno. Vade retro, Sartre!

saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Mi ricordo di questo film perchè mi impressionarono non poco le acrobazie sulla Tour Eiffel e l'ironia del testo che hai riportato. Ma lo vidi solo una colta e molti anni fa. "Le truc" la costruirono veloci. Prima di andare a Parigi non ne percepivo il fascino, ma una volta arrivata ai grandi "piedi" che la sorreggono sono rimasta impressionata dall'imponenza, dalla forza e al tempo stesso dalla leggerezza che trasmette. Notevole davvero. Peccato che ci fossero file di centinaia di persone per salirvi. Ho optato per altre bellezze.
Buona domenica:)

Anonimo ha detto...

Ho letto il libro, ma confesso la mia ignoranza, non sapevo che esistesse il film... Devo subito rimediare perchè mi incuriosisce molto. Grazie e saluti a tutti, Giulia

Anonimo ha detto...

Leggerissimo modo di afrontare il film.
Wonderful!
Felix

Roby ha detto...

Sono stata due volte sulla Tour, e per due volte ho affrontato code inenarrabili: però ne valeva la pena!

Ma... Solimano, era proprio Noiret a compiere quelle acrobazie, appeso all'intelaiatura di ferro???

Bisous!
R.

Solimano ha detto...

Il primo mese a Parigi, a meno di vent'anni, abitavo a poca distanza dal Trocadero. Quindi non sono riuscito a snobbare le truc, ci sono salito, ma allora non c'erano code inenarrabili. E' una esperienza che va fatta e le immagini del film ne sono la controprova. Malle è stato bravissimo, a guardare il film Noiret ti fa star male perché sembra sempre lì lì per cadere.
Ma è divertente, anche se di Gabriel io avevo una immagine del tutto diversa. Il libro per me è un capolavoro (va assolutamente letto in francese magari con la traduzione a fianco) ma il film è ottimo, pieno di trovate e va assolutamente visto, magari in francese con i sottotitoli.
Con Queneau e con Malle non finisce qui, di sicuro... Non farò post tutti di seguito, per non fare indigestione.

grazie a tutti e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

"Con Queneau e con Malle non finisce qui, di sicuro..."

Doppiamente felice, allora: due maestri dell'arte 'combinatoria': intelligenza sorridente (qualche volta sghignazzante:concordo con te), leggerezza pensosa.

(buon giorno)

zena

Anonimo ha detto...

finalmente qualcuno che affronti in questo modo il cinema, grazie!