sabato 28 febbraio 2009

I modi di vedere: Novecento (1)

Anita Foschi, maestra (Stefania Sandrelli)

Novecento, di Bernardo Bertolucci (1976) Sceneggiatura di Franco Arcalli, Bernardo Bertolucci, Giuseppe Bertolucci Con Robert De Niro (Alfredo Berlinghieri), Gérard Depardieu (Olmo Dalcò), Dominique Sanda (Ada Fiastri Paulhan), Francesca Bertini (Suor Desolata), Laura Betti (Regina), Werner Bruhns (Ottavio Berlinghieri), Stefania Casini (Neve), Sterling Hayden (Leo Dalcò), Anna Henkel (Anita), Ellen Schwiers (Amelia), Alida Valli ( Signora Pioppi), Romolo Valli (Giovanni), Giacomo Rizzo (Rigoletto), Pippo Campanini (Don Tarcisio), Paolo Pavesi (Alfredo bambino), Roberto Maccanti (Olmo bambino), Maria Monti (Rosina Dalcò), Anna-Maria Gherardi (Eleonora), Pietro Longari Ponzoni (Pioppi), Stefania Sandrelli (Anita Foschi), Donald Sutherland (Attila Melanchini), Burt Lancaster (il nonno di Alfredo), Tiziana Senatore (Regina bambina) Fotografia: Vittorio Storaro Musica: Ennio Morricone Art Direction: Ezio Frigerio Costumi: Gitt Magrini (315 minuti) Rating IMDb: 7.7

Solimano



Nella bassa parmense, è l'undici novembre, il giorno di San Martino. Molti paisani sono stati sfrattati dagli agrari, e sono per strada con i carri strapieni su cui hanno caricato tutto il possibile: "Anche se il contratto non è scaduto ci danno lo sfratto" (tutti parlano più in dialetto che in italiano).


In un ramo del fiume, un gruppo di agrari va a caccia di anitre.
E' evidente il richiamo ad una scena analoga ne "La regola del gioco" di Jean Renoir.
La chiesa che si intravede è il Santuario delle Grazie di Curtatone, quindi è il Mincio il fiume dove si svolge la caccia. Quindi il Mincio interpreta la parte del Po, e c'è un preciso motivo: Bertolucci utilizzerà per una importante scena successiva proprio l'interno di quella chiesa.



Il paisano Oreste è stato sfrattato, ma non vuole andarsene. La sua donna gli dice: "Oreste testone, vieni via di lì, tanto non serve a niente". Ma Oreste è quasi fuori di testa. Urla, e comincia a togliersi i panni di dosso, come per dire "Prendetevi anche questi!". Dietro ad Oreste ci sono il paisano Olmo Dalcò (Gèrard Depardieu) e la maestra Anita Foschi (Stefania Sandrelli), una giovane veneta che insegna alla Casa della Lega. Si vede poi la donna di Oreste, che raccoglie da terra i panni man mano che lui li butta.


In mezzo al pioppeto, arrivano i militari, ordinati e incolonnati. Sono venuti per costringere con la forza ad andare via i paisani che non vogliono accettare lo sfratto. Gli agrari hanno dovuto insistere, per ottenere l'arrivo dei militari.


I militari procedono accanto all'argine. Sopra l'argine c'è una strada. Li guarda Alfredo Berlinghieri (Robert De Niro) un giovane agrario che è nato lo stesso giorno in cui è nato Olmo. Malgrado la differenza di ceto, sono cresciuti insieme, giocando e litigando. Sono entrambi tornati dalla guerra, finita da poco: Olmo l'ha fatta da soldato in trincea, Alfredo da tenente in ufficio.
Due agrari guardano l'arrivo dei militari. Uno dei due è Giovanni Berlinghieri (Romolo Valli), il padre di Alfredo. Se ne sta zitto, vuol vedere come andrà a finire. L'altro agrario grida per la contentezza: "Era ora, che arrivassero!"



Anita ed Olmo hanno capito che cosa sta succedendo: se non si fa niente, porteranno via Oreste.
Anita corre dove ci sono i carri, così tutti scendono e vanno davanti alla casa di Oreste. Anche le donne accorrono.
Olmo fa in modo che tutti i paisani prendano i pali e che si schierino anch'essi, ognuno col suo palo.


I militari, sempre ordinatamente, salgono sull'argine. Vedono che c'è un assembramento davanti alla casa di Oreste. L'ufficiale ordina che vengano sguainate le sciabole. La carica partirà dopo lo squillo della tromba.




Le donne sono sedute, e cantano. Dietro, gli uomini si preparano con i pali. Anita dice alle donne di stendersi per terra.
Il canto delle donne è questo:

Sebben che siamo donne
paura non abbiamo
per amor dei nostri figli
per amor dei nostri figli
sebben che siamo donne
paura non abbiamo
per amor dei nostri figli
in lega ci mettiamo

A oilì oilì oilà
e la lega la crescerà
e noialtri socialisti
e noialtri socialisti
a oilì oilì oilà
e la lega la crescerà
e noialtri socialisti
vogliamo la libertà
...



Parte la carica. Ma un po' i cavalli si rifiutano di andare sui corpi delle donne stese, un po' i militari non sono convinti, sentono che non è una cosa da fare. Tornano indietro. Le donne si sono alzate ed ora cantano tutti insieme, donne e uomini, un altro canto popolare e politico (che non ho individuato).


L'agrario perde la testa, e grida ai militari: "E' così che ci difendete? Mantenuti, vigliacchi". Giovanni Berlinghieri, che ha capito cosa è successo, e che occorre procedere diversamente, gli dice: "Noi non vogliamo la violenza, vogliamo l'ordine!"
Ma l'agrario urla ancora: "Bolscevichi! Ammazzarli tutti!". Sulla casa ora c'è una bandiera rossa.

Avrò modo, fra un po' di tempo, di scrivere più a lungo sul film "Novecento" di Bernardo Bertolucci, un film che è come il Po, un grande fiume che trasporta tutto. Qui dico solo che in diverse parti lo trovo non magniloquente, come è stato detto, ma veramente epico. Verità di luoghi, di stagioni, di volti, di sentimenti, di lotte. I grandi nomi del cast spariscono nei personaggi, per questo metto Anita (Stefania Sandrelli) in apertura di post, ed Olmo (Gérard Depardieu) in chiusura. Posso fare tante distinzioni, ma certe radici non si tagliano.

Olmo Dalcò, paisano (Gérard Depardieu)

5 commenti:

Giuliano ha detto...

Davanti a Bertolucci non posso evitare di dire tutto il bene possibile. E' vero che alle volte esagera, però in un mondo di mezze figure ce ne vorrebbero molti, di autori come lui...
(quando fu girato Novecento invece di grandi registi ce ne erano ancora molti, in circolazione: da Fellini a Huston a Kurosawa a Kubrick a De Sica a Tarkovskij a Bergman...)

Solimano ha detto...

Sì, Bernardo Bertolucci ha alcuni aspetti criticabili, e ne scriverò, ma in tutti i suoi film, anche quelli meno riusciti, ha una genialità visionaria che non è certo frutto solo della sua grande cultura cinefila, ma è istintiva, immediata, non di superficie, perché non è un manierista distraente. Scrivendo questo post, pensavo ad un suo film molto più recente, L'assedio, che da un certo punto di vista è un film da camera, a basso budget. Eppure, in una situazione del tutto diversa, anche lì si conferma.

grazie e saludos
Solimano

Ermione ha detto...

Bertolucci è uno di quei registi che considero tra i più sopravvalutati di sempre. Magniloquente, altroché, ed è poco. Certo è bravissimo nel costruire scene cosiddette artistiche, i filari dei pioppi nella nebbia, le donne che cantano (all'unisono) coi loro vestiti da contadine, la faccina antipatica e supponente di Stefania Sandrelli (altri registi hanno saputo mettere in luce la bravura e la simpatia della Sandrelli, penso a Scola). Ricordo Novecento come uno dei film più furbo, finti e "costruiti" che abbia mai visto. Forse solo Ultimo tango gli tiene testa.
Ho adorato letteralmente un suo film, che, mi sembra, non ha avuto successo; L'assedio.

Solimano ha detto...

Che farci, Elena? La pensiamo -e vediamo- diversamente. Trovo molto buoni anche i suoi film a basso budget, come La strategia del ragno, La tragedia di un uomo ridicolo, L'assedio, ma trovo ammirevole la sua fluvialità visionaria in Novecento e ne Il te nel deserto. Un grande fiume trasporta di tutto, tronchi marci etc, ma è un grande fiume, non uno stiticuzzo ruscelletto sia pure limpido. Poi in Bertolucci trovo alcuni gravi difetti ricorrenti: freudismo e marxismo a cui si sforza di credere ma a cui intuitivamente non crede più, un gusto a volte volgare anche se raffinato per il voyerismo e per le situazioni limite (in fondo un gusto un po' provinciale in cui sento la parmigianitudine che ben conosco). Ma l'erotismo di Bertolucci ha pochissimi rivali in tutto la storia del cinema. Sempre come mia opinione e come mia personalissima goduria.

grazie Elena e saludos
Solimano

Ermione ha detto...

Sull'erotismo in Bertolucci corcondo in pieno.
Vorrei anche puntualizzare che ritengo Bertolucci, comunque, un buon regista; molto sopravvalutato, certo, ma comunque un buon regista. Preferisco i suoi film a basso budget, quelli che tu hai citato, rispetto ai suoi grandi successi, Novecento, Ultimo tango, Il tè nel deserto ecc.
Poi ci sono dei sonori tonfi, come The dreamers. E poi c'è un ottimo film, Il conformista.
Ma anche questo è un mio parere; e per la mia personale goduria non penso a lui, ma ad altri registi.