martedì 3 luglio 2007

Gli oggetti nel cinema: il telefono

Roby
Ore 14,30 di un afoso giorno di luglio. Davanti a me -appena tornata dal lavoro- un'insalata mista, un succo d'arancia e la tv accesa su Tele37. In onda, un classico thriller del 1948, Il terrore corre sul filo di Anatole Litvak, con una insopportabile Barbara Stanwyck, un insulso Burt Lancaster e una lunga serie di comprimari, accomunati da inquietanti, misteriose, interminabili telefonate. Nell'aria sonnolenta del primo pomeriggio, con l'umidità all'80% e la soglia di attenzione notevolmente abbassata, realizzo all'improvviso che il vero protagonista del film è proprio il telefono. Così, per ingannare il tempo (e il caldo) comincio a riflettere sul fatto che cinema e telefonia (fissa, un tempo; mobile, oggi) hanno avuto fin dall'inizio rapporti piuttosto stretti. Ricordate le vecchie pellicole dove Humphrey Bogart o Spencer Tracy alzano la cornetta (il ricevitore era a forma di corna, appunto) e dicono: "Signorina, passatemi Brooklin 4321"? Perchè all'altro capo del filo c'era una ragazza con la cuffia e gli spinotti da inserire nel centralino, pronta a far da tramite per la comunicazione. Tra gli anni '30 e '40, al filone italiano del cinema dei telefoni bianchi appartengono operette leggere come Ore 9: lezione di chimica, Teresa Venerdì, Gli uomini che mascalzoni!, dove Assia Noris, Alida Valli e Carla Del Poggio -giovanissime- compongono in fretta, sul disco girevole, il numero dei loro spasimanti. Nei film di guerra di ogni tempo, poi, difficilmente manca un telefono da campo, attraverso il quale John Wayne o Robert Mitchum impartiscono ordini fatali. Senza contare il presunto telefono rosso, in gran voga ai tempi della cortina di ferro e della minaccia sovietica. Di gran lunga più angosciante, senza dubbio, l'apparecchio maledetto di The call, che diventa strumento di horror e morte (per carità, non rispondete!!!). Infine -ne è un esempio il recente Cellular con Kim Basinger e Chris Evans- un film può diventare una specie di gigantesco spot pubblicitario per l'ultimo (??) modello Nokia: che poi il cellulare serva all'eroe della storia per salvare la bella prigioniera, è solo un particolare secondario. Ma tutto sommato... Oooops! Scusate! Devo lasciarvi: cordless e portatile stanno squillando all'unisono... Vi richiamo più tardi, ok?

4 commenti:

Giuliano ha detto...

Cara Roby, guardo con nostalgia ai vecchi apparecchi in bachelite. Più sono vecchi e più mi piacciono: ho appena comperato un cordless nuovo (per rimpiazzare quello vecchio), devo leggere le istruzioni, caricare i numeri, eccetera. Idem per il decoder tv (obbligatorio!!!), e per tante altre cose. Ogni volta che mi passano un telefonino, bisogna informarsi su come si fa a spegnerlo...
I telefoni di una volta erano molto più semplici, e questa cosa qui la rimpiango. Poi, è vero che i telefonini sono comodi, ma questo discorso qui lo fanno già tutti.

Sul film con la Stanwyck, ricorda un po' "La voce umana", all'origine di tanta noia filmica e non solo (dalla Magnani a Ornella Muti all'opera di Poulenc...)
Però guai a chi mi tocca Barbara Stanwyck!

Solimano ha detto...

Roby, quando andai a vedere L'ultimo bacio, perché volevo farmene una idea, visto che ne parlavano tutti, la cosa che mi colpì di più fu che tutti i personaggi erano continuamente alle prese col telefonino.
Devi sapere che io non possiedo iltelefonino cellulare, è una scelta un po' Amish che ho fatto e che vorrei tragredire non più di due volte l'anno. Il che è abbastanza curioso, visto che per ragioni di lavoro il telefono lo usavo molto, non solo, mi trovai a dover realizzare io all'interno della società un Corso di Uso del Telefono per personale commerciale, dopo essere stato inviato a seguire dei corsi esterni presso una società di consulenza. Nella realizzazione e nella conduzione del corso mi divertii molto, perchè c'era anche una parte di simulazione delle telefonate (con registrazione e riascolto) che era assai coinvolgente. Per me, il telefono è uno strumento formidabile per organizzare al meglio la propria giornata di lavoro, ma ha seri limiti per quello che riguarda la conduzione di una vera e propria telefonata commerciale. Aggiungo, e credo di essere il solo a pensarlo, che ha limiti e pericoli notevoli per quello che riguarda le telefonate ehm... affettuose.
Ma oggi certe cose si fanno a base di messaggini.
Giuliano non vedo con quale diritto costruisci un recinto attorno a Barbara Stanwyck. E' stata straordinaria sia come attrice comica che nelle parti drammatiche, e credo che la vedremo presto in azione qui.

saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Barbara Stanwyck? Avevo un'amica che le somigliava molto, un po' a lei un po' a Emma Thompson. (Acqua passata, gli anni passano per tutti: più o meno 1988-98...)

moticanus ha detto...

Non posso non consigliarti una pellicola che ha come scenografia una cabina telefonica al cui interno si gira quasi l'intero film (In linea con l'assassino). Un buon film, costato pochissimo e incentrato solo sui dialoghi.