sabato 7 luglio 2007

Akira Kurosawa al cinema (2)

Giuliano
da “L’ultimo samurai”, autobiografia di Akira Kurosawa, ed. Baldini & Castoldi

pag.110
(...) Fui affascinato anche dal cinema. Mio fratello maggiore, che era se n'era andato di casa passando da una pensione all'altra, era drogato di letteratura russa. Ma al contempo scriveva programmi di sala sotto vari pseudonimi. Scriveva in particolare sul cinema straniero, che conobbe una grande voga dopo la prima guerra mondiale.
Per il cinema e la letteratura devo molto al discernimento di mio fratello. Mi facevo un dovere di vedere tutti i film che mi raccomandava. Al tempo delle elementari andai a piedi fino ad Asakusa per vedere un film perché lui m'aveva detto che era buono. Non ricordo che film fosse quello di Asakusa, ma ricordo che lo davano al Teatro dell'Opera. Ricordo che feci la fila per i biglietti scontati dell'ultimo spettacolo, e ricordo che mio fratello si prese una sgridata terrificante da mio padre, quando tornammo a casa.
Ho tentato di fare un elenco dei film che mi hanno impressionato in quel periodo, ed è un elenco di quasi un centinaio di titoli.*
Sono sorpreso io stesso del numero di film che ho visto a quell'epoca, film che hanno segnato la storia del cinema. E di tutto questo sono debitore a mio fratello.
All'età di diciannove anni, mi stancai di dipingere paesaggi e nature morte mentre succedevano tante cose nel mondo intorno a me. Decisi di iscrivermi alla Lega degli Artisti Proletari. Quando informai mio fratello delle mie intenzioni, disse: «Bene. Ma il movimento proletario è come l'influenza, ora. La febbre passerà molto in fretta». Mi sentii un po' infastidito dal suo commento.
In quel periodo mio fratello aveva fatto un grande passo. Non scriveva più semplici schede, da grande appassionato di cinema qual era, ma era diventato un benshi professionista, cioè un commentatore di film muti. I commentatori non solo raccontavano la trama del film, ma sottolineavano i contenuti emotivi interpretando le voci e gli effetti sonori, e fornivano descrizioni evocative degli eventi e delle immagini che scorrevano sullo schermo: in maniera molto simile a quella dei commentatori del teatro di marionette Bunraku. I commentatori più popolari erano veri e propri divi. Sotto la guida del famoso benshi Musei Tokugawa iniziava un movimento completamente nuovo, che incoraggiava uno stile di narrazione di alta qualità su film stranieri scelti con cura. Mio fratello si unì a quel gruppo, e, anche se era una sala di terza visione, ebbe un posto di primo benshi in un cinema della periferia di Nakano.
Pensai che mio fratello, avendo avuto successo nella vita, fosse diventato uno snob in politica e parlasse con leggerezza di una cosa che io prendevo molto seriamente. Ma, come risultò in seguito, i miei entusiasmi proletari si sfebbrarono esattamente come aveva previsto mio fratello. Ero riluttante ad ammettere che aveva ragione, comunque, e rimasi nel movimento per parecchi anni. Con la testa piena zeppa di arte, letteratura, teatro, musica e cinema, continuai a vagare, cercando invano un luogo dove far uso di tutte quelle conoscenze. (...)
* È passato molto tempo, per cui è difficile ricordare le date esatte. Per i film stranieri ho dovuto far riferimento alle date di produzione e di distribuzione nei paesi d'origine, e in certi casi c'è uno scarto di due o tre anni prima che venissero proiettati in Giappone.
1919 (anno 8 dell'era Taisho). Nove anni. Il gabinetto del dottor Caligari, di Robert Wiene; Charlot soldato, di Charles Chaplin; Maschio e femmina, di Cecil B. De Mille; Giglio infranto, di David Wark Griffith.
1920 (anno 9 dell'era Taisho). Dieci anni. Von Morgen bis Mitternacht, di Karl Heinz Martin; Lo scoiattolo di Ernst Lubitsch; Il carretto fantasma, di Victor Sjöström; L'ultimo dei Mohicani di Maurice Tourneur; Humoresque, di Frank Borzage; Un idillio nei campi, di Charles Chaplin.
1921 (anno 10 dell'era Taisho: assassinio del primo ministro Hara) Undici anni. Way Down East, di David Wark Griffith; Il monello, di Charles Chaplin; I tre moschettieri, di Fred Niblo; Over the Hill to the Poor House, di Harry Millarde; I quattro cavalieri dell'Apocalisse, di Rex Ingram; Paradiso folle, di Cecil B. De Mille.
1922 (anno 11 dell'era Taisho: fondazione del partito comunista giapponese). Dodici anni, primo anno alla scuola media Keika. Il dottor Mabuse, di Fritz Lang; Theonis, la donna dei faraoni, di Emst Lubitsch; The Little Prince, di Alfred Green; Sangue e arena, di Fred Niblo; Il prigioniero di Zenda, di Rex Ingram; Giorno di paga, di Charles Chaplin; Femmine folli, di Erich von Stroheim; Le due orfanelle, di David Wark Griffith; The Distant Smile, di Sidney Franklin.
1923 (anno 12 dell'era Taisho: grande sisma di Kanto). Tredici anni. Il pellegrino, di Charles Chaplin; Il ladro di Bagdad, di Raoul Walsh; La rosa sulle rotaie, di Abel Gance; Kick In, di George Fitzmaurice; The Covered Wagon, di James Cruze; Kean, di Alexandre Vilkoff; Una donna di Parigi, di Charles Chaplin; Cyrano de Bergerac, di Augusto Genina.
1924 (anno 13 dell'era Taisho). Quattordici anni. Il cavallo d'acciaio, di John Ford; Quello che prende gli schiaffi, di Victor Sjöström; I Nibelunghi, di Fritz Lang; Matrimonio in quattro, di Ernst Lubitsch.
1925 (anno 14 dell'era Taisho: negoziati con l'Urss; prime trasmissioni radiofoniche). Quindici anni. La febbre dell'oro, di Charles Chaplin; L'angelo del focolare, di Carl Theodor Dreyer; Il fu Mattia Pascal, di Marcel L'Herbier; Beau Geste, di Herbert Brenon; Rapacità, di Erich von Stroheim; Il ventaglio di Lady Windermere, di Ernst Lubitsch; La grande parata, di King Vidor; The Salvation Hunters, di Josef von Sternberg; L'ultima risata, di Friedrich Wilhelm Murnau; La via senza gioia, di Georg Wilhelm Pabst; Nana, di Jean Renoir, Variété, di Ewald Andreas Dupont.
1926 (anno 15 dell'era Taisho: fondazione del partito socialista agrario; morte dell'imperatore Yoshihito). Sedici anni. I tre birbanti, di John Ford; La vita è un charleston, di Ernst Lubitsch; Tartufo, di Friedrich Wilhelm Murnau; Faust, di Friedrich Wilhelm Murnau; Metropolis, di Fritz Lang; La corazzata Potiomkin, di Sergej M. Ejzenstejn; La madre, di Vsevolod I. Pudovkin.
1927 (anno 2 dell'era Showa: crisi finanziaria; suicidio dello scrittore Ryunosuke Akutagawa; conferenza sul disarmo). Diciassette anni; si diploma. Settimo cielo, di Frank Borzage; Ali, di William Wellman; Barbed Wire, di Rowland V. Lee; Le notti di Chicago, di Josef von Sternberg; Aurora, di Friedrich Wilhelm Murnau; comiche con Harold Lloyd, Buster Keaton, Harry Langdon, Wallace Beery, Raymond Hatton, Chester Conklin, Roscoe Arbuckle, Sidney Chaplin; Chuji tabi nikki, di Daisuke Ito.
1928 (anno 3 dell'era Showa; assassinio di Chang Tsao-lin in Manciuria; il comunismo viene messo fuori legge). Diciotto anni. I dannati dell'oceano, di Josef von Sternberg; Thérèse Raquin, di Jacques Feyder; Tempeste sull'Asia, di Vsevolod I. Pudovkin; Marcia nuziale, di Erich von Stroheim; La piccola fiammiferaia, di Jean Renoir; Verdun, visions d'histoire, di Léon Poirier; La caduta della casa Usher, di Jean Epstein; La passione di Giovanna d'Arco, di Carl Theodor Dreyer; La coquille et le clergyman, di Germaine Dulac; Shinpan Ooka Seidan, di Daisuke Ito; Roningai, di Masahiro Makino.
1929 (anno 4 dell'era Showa: lo zeppelin arriva in Giappone; embargo dell'oro; sommosse a Tokyo; crollo di Wall Street). Diciannove anni. L'angelo azzurro, di Josef von Sternberg; Asfalto, di Joe May; Un chien andalou, di Luis Bunuel; Les mystères du Chateau du Dé, di Man Ray; Rien que les heures, di Alberto Cavalcanti, Kubi no za, di Masahiro Makino; Kaijin, di Minoru Murata.
(...)

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