Nel 1968, al dottor Guido Tersilli (Alberto Sordi) tocca tirare la cinghia. Giovane medico, si trova a sgomitare con i colleghi Bui (Franco Scandurra) e Drufo (Sandro Merli) seguendo il primario (Claudio Gora) che tira ai fatti suoi, spacciando ogni tanto qualche frase di Ippocrate, che male non fa.
Tersilli è ambizioso, e si fa un piano: diventare un medico della mutua con centinaia e centinaia di clienti, se possibile migliaia. E' dura, perché il medico della mutua ce l'hanno tutti, e bisognerebbe che mollassero quello che hanno già per passare a lui, ma il dottor Tersilli ha un punto forte a suo favore: le donne. A principiare dalla fidanzata Teresa (Sara Franchetti), che non è ricca, ma che è disposta a fargli un prestito per un po' delle spese che deve affrontare (ambulatorio etc). Poi la madre (Nanda Primavera), che va in giro per il quartiere lasciando il biglietto da visita del Dottor Guido Tersilli a destra e a manca. Poi le buone suore da cui Tersilli si fa conoscere andando in chiesa la domenica. Rimarrebbe comunque dura, ma c'è un colpo grosso che Tersilli si costruisce con abilità. C'è un medico che sta molto male di salute, ed ogni tanto ci sono delle sostituzioni, così Tersilli ne conosce la moglie (Bice Valori) e riesce ad entrare nelle sue simpatie. In ballo ci sono ben tremila (!) mutuati, ed il medico ne avrà per poco. Tersilli crea abilmente delle aspettative nella donna e quando il medico non c'è più, si ritrova con tremila mutuati tutti suoi. La vedova a questo punto presenta il conto, è lei che ha fatto in modo che le cose andassero così, ma certi conti a Tersilli, spalleggiato dalla madre, non piacciono. Quindi, via anche la vedova, in un sano rapporto di usa e getta. E via anche la morosa Teresa, poverella, c'è Anna Maria (Evelyn Stewart), la figlia di un costruttore, che lo vorrebbe sposare, e così sarà.
Il dottor Guido Tersilli ormai è un uomo arrivato, di mutuati ne ha più del doppio di quelli che potrebbe seguire - se facesse il medico - e così si organizza. E' un continuo va e vieni negli ambulatori - ora ne ha due - e l'invidia di Bui e di Drufo si taglia col coltello. Poi, c'è l'altro business, quello delle operazioni. Non perchè Tersilli operi, ormai a stento sa provare la temperatura, ma perché è lui che dirotta i suoi mutuati dall'uno o dall'altro chirurgo, sono favori che si pagano. Il Paradiso che ha raggiunto è anche un Inferno di impegni, a cui supplisce con professionalità: i suoi tempi-visite sono per la brevità da Guiness dei primati.
Ma un brutto giorno Tersilli non gliela fa più, gli viene una specie di coccolone. Quando Bui e Drufo lo vanno a trovare all'ospedale, divisi fra pietà e soddisfazione, lo vedono lì, nel suo letto, come se fosse in ambulatorio: i mutuati gli telefonano - si vede che gli sono affezionati - e lui per telefono li visita, i tempi si riducono ancora. I due medici che sono rimasti al palo rimangono lì, un po' ammirati un po' svergognati: che cosa ha Tersilli che loro non hanno?
P.S. Uscendo dal cinema la gente diceva due cose: bene, bene, è ora di cantargliele chiare, ai medici, prima cosa, e come è simpatico Alberto Sordi, seconda cosa.
Vent'anni dopo, dovetti sottopormi ad un intervento non difficile ma neppure trascurabile. Chiesi all'ospedale, e mi dissero che dovevo aspettare sei mesi, chiesi ad una casa di cura locale, e mi dissero che in una settimana il problema era risolto. Optai per la clinica, visto che avevo fretta e che la mia ditta mi rimborsava l'80% del costo. Non so se sarebbe stato agevole decidere se non ci fosse stato questo rimborso quasi totale. Tutto andò bene.
Dimenticavo una cosa che credo importante: il medico che mi operò immediatamente nella clinica era lo stesso che mi avrebbe operato all'ospedale dopo sei mesi. Proprio simpatico, Alberto Sordi.
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