The sting, di George Roy Hill (1973) Sceneggiatura di David S. Ward Con Paul Newman, Robert Redford, Robert Shaw, Dana Elcar, Harold Gould Musiche di Scott Joplin Fotografia di Robert Surtees (129 minuti) Rating IMDb 8,3
Roby
Non ho visto La stangata in tv -come spesso mi capita- ma al cinema, dal vivo, e per ben tre volte, in coincidenza della sua prima uscita, nella splendida cornice del vecchio, suggestivo, elegantissimo Odeon di Firenze. Che volete, all'epoca (solo all'epoca???) ero patita di Paul Occhi-azzurri Newman, mentre mia sorella stravedeva per Robert Capelli-biondi Redford: dunque, quale miglior film da vedere insieme e da rivedere subito dopo, restando incollate alla poltrona dall'inizio del primo spettacolo alla fine del secondo? La stangata è un bel giocattolo a molla, una bonaria bomba ad orologeria, un sapiente meccanismo ad incastro: il tutto inserito in una ricostruzione dell'America dei gangsters anni '30 così perfetta da lasciare in dubbio se si tratti di omaggio o parodia. Fatto sta che, a partire dall'antefatto (il ladruncolo Johnny Hooker che vuole vendicare l'amico, ucciso dal potente capobanda Lonnegan, incastrando quest'ultimo in una colossale truffa), ci si ritrova più o meno inconsciamente a far parte dell'ingranaggio, e si comincia quasi senza accorgersene a strofinarsi il naso con un dito -gesto convenzionale d'intesa dei partecipanti all'imbroglio- aspettando che lo spietato ma troppo avido boss cada nella rete tesagli ad arte. Il che, puntualmente, accade, tra colpi di scena inseriti in altri colpi di scena assolutamente inaspettati (almeno, per gli spettatori di allora: perchè in seguito, stuoli di sceneggiatori hanno attinto a piene mani alle idee più originali), senza il minimo accenno di noia, sino al finale rutilante di colori... compreso il rosso sangue (finto, sia dentro che fuori la scena). Accompagna tutta la vicenda il Ragtime di Scott Joplin, rimasto una delle mie musiche da film preferite, tanto da farmelo adottare di recente come suoneria del cellulare.
Dimenticavo: la terza volta che rividi La stangata ero con alcune mie compagne di liceo, fra le quali una certa D., considerata da molte di loro un modello di leader da seguire ciecamente. Costei, a dispetto dei 17 anni, delle minigonne che indossava disinvoltamente e della presunta libertà di costumi, prediligeva -più per vezzo che per altro- un tipo di cinematografia molto più "impegnata", tipo film bulgaro con sottotitoli in francese. Per tutta la durata della proiezione, comunque, vidi sia lei che le altre ridere, divertirsi ed appassionarsi alla storia: ma alla fine, uscendo, il suo commento annoiato e lapidario -tra l'annuire convinto delle sue accòlite- fu: "L'avevo detto, io, che non mi sarebbe piaciuto: per me questi film americani sono una tale palla...."
2 commenti:
Roby, questo film mi divertì molto e lo riguardavo quando tornava in TV, cioè abbastanza spesso. E' pieno di trovate, e non vedevo l'ora che Robert Shaw fosse pesantemente punito per la sua cattiveria, salvo la prima volta che lo vidi, in cui c'era un po' di ansia su come sarebbe andata a finire.
Però ad un certo punto smisi di rivederlo, e se mi capita, preferisco Butch Cassidy e credo di aver capito i due motivi: sa di storia vera e c'è una buona presenza, una zampata di una donna, Katharine Ross. Nella Stangant le donne non sono presenti come dovrebbero, e non lo dico per par condicio, ma perché due come Newman e Redford ne hanno sicuramente sentito la mancanza anche loro.
saludos
Solimano
E' a partire da questo film che Scott Joplin ha invaso tutte le case col suo ragtime...
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