White Hunter Black Heart di Clint Eastwood (1990) Racconto di Peter Viertel, Sceneggiatura di James Bridges, Burt Kennedy, Peter Viertel Con Clint Eastwood, Jeff Fahey, Charlotte Cornwell, Norman Lumsden, George Dzundza, Edward Tudor-Pole, Marisa Berenson Musica: Lennie Niehaus Fotografia: Jack N.Green (110 minuti) Rating IMDb: 6.6
Giuliano
Giuliano
Lo Scrittore ed il pilota dell'aereo restano da soli sulla jeep, mentre il Regista e Kiwu vanno a sparare all'elefante.
Lo Scrittore: No, non li avevo mai visti in libertà. Sono maestosi... Sembrano indistruttibili, parte integrante della Terra. Ci fanno sentire come piccoli mostri di un altro pianeta, senza dignità. Ci fanno credere in Dio, nel miracolo della creazione. Fanno parte di un mondo che non esiste più, ormai. Danno il senso dell'eternità.
Il pilota: Lei le sa trovare le parole, Pete... per forza che fa lo scrittore.(...)
il Regista: Ti sbagli, Pete. Non è un delitto uccidere un elefante: è una cosa molto più grave. E' un peccato. L'unico peccato che si può commettere comperando una licenza, ed è per questo che io voglio farlo.
"Cacciatore bianco, cuore nero" è un film di Clint Eastwood, girato nel 1991. Dopo aver lasciato il poncho, il sombrero e il sigaro che gli aveva affibbiato Sergio Leone, ormai 40 anni fa, Eastwood è diventato un grande regista; e sono storia recente i premi Oscar per il suo ultimo film. Quindi non scopro niente di nuovo se dico che è ormai un maestro riconosciuto; ma questo suo "White hunter" è stato molto snobbato, dalla critica e dai premi, e non ho mai capito bene perché. Forse perché i critici non hanno più la pazienza, o il tempo, per vedere un film fino alla fine e capire quello che ci sta dicendo l'autore? E' un atteggiamento lecito per il comune spettatore, soprattutto se il film è molto lungo, ma da un critico si vorrebbe qualcosa di più.
"Cacciatore bianco" racconta la lavorazione di un film di John Huston, uno dei più famosi: "La regina d'Africa", del 1951, con Humphrey Bogart e Katharine Hepburn. E' una libera ricostruzione, non una biografia: perciò si usano nomi fittizi, ci sono parecchie libertà (ed è giusto, perché in questo caso sono altre le cose importanti). Eastwood si prende la parte del protagonista: John Huston stesso, intrattabile, irascibile, duro e rissoso, ma anche incredibilmente talentuoso e affascinante. Huston va in Africa per fare un film, ma lo fa a modo suo. E' lui il padrone del film, non i produttori che ci mettono i soldi: Eastwood ci tiene a farcelo sapere, ed è quello che racconta nella prima parte della storia. Che poi si sposta in Africa, in un hotel dove il regista zittisce un'inglese filonazista e antisemita e fa a cazzotti (perdendo) con un uomo, per lo stesso motivo; e prosegue con un safari, voluto a tutti i costi da Huston-Eastwood. Nel safari, realizzato vicino alla zona dove si girerà il film, muore una guida africana, fedele guida e amico stimato da tutti. Ma il film deve andare avanti; e il regista viene condotto davanti alla macchina presa, a dare il via all'azione scenica, mentre i tamburi degli africani raccontano quello che è successo, e ritmano un messaggio che viene tradotto così: "Cacciatore bianco, cuore nero". L'espressione di Eastwood, e la voce strozzata con la quale dice "Azione" sono il finale della storia; e la scena da sola vale più di tanti film ben più celebrati e di successo che una critica distratta fa passare per capolavori.
Lo Scrittore: No, non li avevo mai visti in libertà. Sono maestosi... Sembrano indistruttibili, parte integrante della Terra. Ci fanno sentire come piccoli mostri di un altro pianeta, senza dignità. Ci fanno credere in Dio, nel miracolo della creazione. Fanno parte di un mondo che non esiste più, ormai. Danno il senso dell'eternità.
Il pilota: Lei le sa trovare le parole, Pete... per forza che fa lo scrittore.(...)
il Regista: Ti sbagli, Pete. Non è un delitto uccidere un elefante: è una cosa molto più grave. E' un peccato. L'unico peccato che si può commettere comperando una licenza, ed è per questo che io voglio farlo.
"Cacciatore bianco, cuore nero" è un film di Clint Eastwood, girato nel 1991. Dopo aver lasciato il poncho, il sombrero e il sigaro che gli aveva affibbiato Sergio Leone, ormai 40 anni fa, Eastwood è diventato un grande regista; e sono storia recente i premi Oscar per il suo ultimo film. Quindi non scopro niente di nuovo se dico che è ormai un maestro riconosciuto; ma questo suo "White hunter" è stato molto snobbato, dalla critica e dai premi, e non ho mai capito bene perché. Forse perché i critici non hanno più la pazienza, o il tempo, per vedere un film fino alla fine e capire quello che ci sta dicendo l'autore? E' un atteggiamento lecito per il comune spettatore, soprattutto se il film è molto lungo, ma da un critico si vorrebbe qualcosa di più.
"Cacciatore bianco" racconta la lavorazione di un film di John Huston, uno dei più famosi: "La regina d'Africa", del 1951, con Humphrey Bogart e Katharine Hepburn. E' una libera ricostruzione, non una biografia: perciò si usano nomi fittizi, ci sono parecchie libertà (ed è giusto, perché in questo caso sono altre le cose importanti). Eastwood si prende la parte del protagonista: John Huston stesso, intrattabile, irascibile, duro e rissoso, ma anche incredibilmente talentuoso e affascinante. Huston va in Africa per fare un film, ma lo fa a modo suo. E' lui il padrone del film, non i produttori che ci mettono i soldi: Eastwood ci tiene a farcelo sapere, ed è quello che racconta nella prima parte della storia. Che poi si sposta in Africa, in un hotel dove il regista zittisce un'inglese filonazista e antisemita e fa a cazzotti (perdendo) con un uomo, per lo stesso motivo; e prosegue con un safari, voluto a tutti i costi da Huston-Eastwood. Nel safari, realizzato vicino alla zona dove si girerà il film, muore una guida africana, fedele guida e amico stimato da tutti. Ma il film deve andare avanti; e il regista viene condotto davanti alla macchina presa, a dare il via all'azione scenica, mentre i tamburi degli africani raccontano quello che è successo, e ritmano un messaggio che viene tradotto così: "Cacciatore bianco, cuore nero". L'espressione di Eastwood, e la voce strozzata con la quale dice "Azione" sono il finale della storia; e la scena da sola vale più di tanti film ben più celebrati e di successo che una critica distratta fa passare per capolavori.
2 commenti:
perfettamente d'accordo con te!
Eastwood ha l'anima, non solo bravura, vedi " Gran Torino" e gran parte della filmografia degli ultimi anni , che dimostrano chiaramente la sua avvenuta grandezza di regista e aggiungerei di uomo in linea con le proprie passioni (la musica, il jazz, il blues) i propri ideali di giustizia e di liberta.
L'ultimo dei grandi maestri!!!
johntrudell, grazie per la visita e per il commento.
saluti
Solimano
Posta un commento