venerdì 27 luglio 2007

Gli oggetti nel cinema: la cucina


Il pranzo di Babette

Roby
Fra me e la cucina -intesa sia come stanza della casa ove si preparano i pasti, sia come elettrodomestico atto a tale scopo, sia come arte culinaria in genere- esiste una sorta di tacito patto di non-aggressione, una specie di accordo non scritto secondo il quale, se lei non disturba me, io non importunerò lei. Ho un'ammirazione infinita ed un grandissimo rispetto per tutti coloro che dichiarano di realizzarsi, di rilassarsi e persino di divertirsi (sic) sfaccendando tra pentole e fornelli. A me, il solo pensiero che siano già le 7 di sera e che debba per forza accendere il gas in previsione della cena dà i sudori freddi... cosa del resto non deprecabile, viste le temperature attuali. Il cinema, invece, ci ha offerto vari esempi di personaggi (non solo femminili) che riescono ad esprimersi al meglio attraverso le loro creazioni gastronomiche. La Babette di Stephane Audran, tanto per cominciare, è una vera sacerdotessa del rito pagano del pranzo, ed il film di cui è protagonista è davvero un bocconcino prelibato: nè le puritane zitelle sue datrici di lavoro, nè gli spettatori più attenti alla linea possono trattenersi, alla fine, dal dichiararsi sazi, materialmente e spiritualmente.
Chocolat

Così come irresistibili sono le praline che Juliette Binoche, la Maya di Chocolat, realizza nel retrobottega del negozio, mescolando nei suoi pentolini quantità ben dosate di cioccolato fondente, burro di cacao e spezie varie, uniti ad ingredienti segreti, capaci di addolcire non solo il palato ma anche -e soprattutto- il cuore. Più struggente, nella Finestra di fronte, l'abilità pasticcera di Massimo Girotti, che attraverso i capolavori creati nel silenzio della sua cucina riesce a comunicare con gli altri, proprio quando la malattia di Alzheimer gli impedisce ormai di farlo a parole. Le rappresentazioni cinematografiche dell'uso di fornelli, pentole e cibi vari non finiscono certo qui, e molti ricorderanno, ad esempio, film come La grande abbuffata: ma lì è presente una venatura amara, tragica, che in questo momento non mi è congeniale. Soffro già abbastanza pensando che il pomeriggio avanza e che fra poco la spada di Damocle del pasto serale si abbasserà inesorabilmente sul mio capo, accompagnata dalla consueta, inquietante richiesta da parte di tutta la famiglia: "E allora, che c'è di buono per cena???".

La finestra di fronte

3 commenti:

Solimano ha detto...

Roby, da anni io sono sostenitore di un progetto che quando lo ascoltano mi prendono per matto - forse lo sono - che è quello della Rosticceria di Condominio.
Qui in Lombardia ci sono condomini di otto piani in cui tutte le sere, cascasse il mondo, dopo le sette dietro ogni porta tutti a darsi da fare per cucinare qualcosa per due, tre, quattro persone al massimo.
E chi fa da mangiare - in genere le donne - lo fa trafelato, perché ha lavorato tutto il giorno fuori casa.
Già si è schiodato per molti il pranzo di mezzogiorno - tutti i bar sono attrezzati con paninerie di ogni tipo - sarebbe ora di organizzarsi, perché, facendo i conti a modo, non si spenderebbe poi molto di più.
Poi, due o tre volte al mese, per le appassionate, una bella magnata con annessi e connessi in casa propria. Ma credo che di fondo ne abbiano tutti le scatole piene di questo va e vieni di ogni tipo, che è un rito in fondo privo di senso. Ma già mi immagino le proteste del Vaticano... la famiglia che si riunisce attorno al desco...
Il punto vero è che alla gente piace soffrire, con una buona rosticceria con tre primi e tre secondi tutto sistemato. Secondo me, quelli di McDonald's ci stanno pensando, non dormono all'umido.
Ma la domanda sarebbe: che me ne faccio di tutto il tempo libero in più? Gli risponderei: "Apri un blog, vedrai che dopo di tempo libero ne hai poco".

saludos
Solimano

Isabella Guarini ha detto...

Solimano, la tua idea è perfetta, ma c'è un particolare non da poco che non va. Ed è il fatto di riunirsi in condominio per cenare. Ormai non vado più alle riunioni di condominio, per la noia di ascoltare le cavillose questioni e le liti inutili. Se ci fosse la cena condominiale, morirei d'inedia. Comunque, sei un "ideatore" , un personaggio che è stato poco valorizzato nei film, ma soprattutto nella vita reale. Oggi, si chiama creatività. Se ne fa un gran parlare, ma a nessuno piace rischiare su una nuova idea. Ho più volte scritto sui quotidiani locali, qui a Napoli, sulla questione dei rifiuti, proponendo un sistema di raccolta differenziata, detto ALADINO, per salvaguardare l'estetica urbana dalla monnezza. Ma, nada de nada, lo scempio continua perchè rende ai furbi.

Solimano ha detto...

No! A tavola con i condomini no! Per quanto, la signora del secondo piano...
Tutto, nel mio progetto, è pianificato. Ci saranno dei contenitori - realizzati da reputati architetti - comprensivi di tutte le facility e con destinazione a raccolta differenziata. E' ora di finirla con questa mitologia del cibo, nutriamoci e basta, come si fa benzina.
Salvo... salvo... due puntate al mese in qualche posto in cui il mangiare è una libidine sardanapalesca, da dedicarci una giornata intera con scelta compagnia. Ne ho una lista segreta che custodisco con cura.

saludos
Solimano