Giuliano
“Arancia meccanica” non è un film per tutti. Purtroppo l’hanno visto tutti, l’hanno visto in troppi verrebbe da dire. E’ il discorso opposto a quello che si potrebbe fare, per esempio, con “L’istruttoria” di Peter Weiss: che non è un film ma una composizione per il teatro, dove – se andate a vederlo – troverete sempre un sacco di brave persone già più che sensibilizzate all’argomento, ma non troverete mai i negazionisti, i naziskin e i nostalgici del Buce. Ci sono persone che non leggerebbero mai, nemmeno sotto tortura, Platone o Plutarco; né tantomeno prenderebbero in mano un libro, se non per scagliarvelo contro.
Queste persone guardano le figure, di più non possono fare; capiscono quello che arrivano a capire, e se gli mettete davanti la Cappella Sistina vi diranno che è piena di nudi, perché fin lì ci arrivano e queste cose le capiscono. Magari i nudi di Michelangelo gli piaceranno, magari no: in ogni caso non andranno oltre ai commenti sui nudi. Se per caso leggono Goethe decidono che è osceno e lo vietano; se leggono Dante decidono che è una palla (pardon: una gran palla) e lo butteranno via alla prima occasione, chiedendosi perché mai lo insegnino a scuola. Non è una colpa essere ignoranti: è una colpa esserne fieri. Una volta, persone come queste erano scusabili, oggi non più: oggi se uno è ignorante è proprio perché vuole esserlo. Una volta, gli ignoranti erano simpatici: li trovavi magari al bar, davanti ad un buon bicchiere, erano divertenti. Oggi gli ignoranti (coloro che sono fieri di non conoscere, e si vantano di non aver mai letto un libro) li si trova in Parlamento e nei consigli comunali, si occupano della programmazione delle tv, dirigono giornali di successo, e anche con internet cominciamo ad essere messi male.
“Arancia meccanica” è un capolavoro, ma non è per tutti. Pur con tutti i distinguo che fa l’autore (l’articolo di Burgess è qui in archivio) non si può non ammirare la perfezione formale che ha dato Kubrick al racconto, la simmetria perfetta tra le parti del film, la perfezione delle scenografie (lo scenografo è lo stesso di Odissea nello spazio). Certo, è un film con molte scene violente: e la violenza girata dalla mano di un maestro è ancora più impressionante, così come sono impressionanti i nudi di Michelangelo. Le persone adulte e responsabili le troveranno più o meno piacevoli, più o meno giuste nel contesto del film; altri, di questo film e di questo ragionamento così complesso sulla natura dell’uomo e sul libero arbitrio, terranno a mente solo quello che riescono a capire: gli stupri, i nudi, la violenza. Il mondo funziona anche così: non va solo avanti, va anche all’indietro.
“Arancia meccanica” non è un film per tutti. Purtroppo l’hanno visto tutti, l’hanno visto in troppi verrebbe da dire. E’ il discorso opposto a quello che si potrebbe fare, per esempio, con “L’istruttoria” di Peter Weiss: che non è un film ma una composizione per il teatro, dove – se andate a vederlo – troverete sempre un sacco di brave persone già più che sensibilizzate all’argomento, ma non troverete mai i negazionisti, i naziskin e i nostalgici del Buce. Ci sono persone che non leggerebbero mai, nemmeno sotto tortura, Platone o Plutarco; né tantomeno prenderebbero in mano un libro, se non per scagliarvelo contro.
Queste persone guardano le figure, di più non possono fare; capiscono quello che arrivano a capire, e se gli mettete davanti la Cappella Sistina vi diranno che è piena di nudi, perché fin lì ci arrivano e queste cose le capiscono. Magari i nudi di Michelangelo gli piaceranno, magari no: in ogni caso non andranno oltre ai commenti sui nudi. Se per caso leggono Goethe decidono che è osceno e lo vietano; se leggono Dante decidono che è una palla (pardon: una gran palla) e lo butteranno via alla prima occasione, chiedendosi perché mai lo insegnino a scuola. Non è una colpa essere ignoranti: è una colpa esserne fieri. Una volta, persone come queste erano scusabili, oggi non più: oggi se uno è ignorante è proprio perché vuole esserlo. Una volta, gli ignoranti erano simpatici: li trovavi magari al bar, davanti ad un buon bicchiere, erano divertenti. Oggi gli ignoranti (coloro che sono fieri di non conoscere, e si vantano di non aver mai letto un libro) li si trova in Parlamento e nei consigli comunali, si occupano della programmazione delle tv, dirigono giornali di successo, e anche con internet cominciamo ad essere messi male.
“Arancia meccanica” è un capolavoro, ma non è per tutti. Pur con tutti i distinguo che fa l’autore (l’articolo di Burgess è qui in archivio) non si può non ammirare la perfezione formale che ha dato Kubrick al racconto, la simmetria perfetta tra le parti del film, la perfezione delle scenografie (lo scenografo è lo stesso di Odissea nello spazio). Certo, è un film con molte scene violente: e la violenza girata dalla mano di un maestro è ancora più impressionante, così come sono impressionanti i nudi di Michelangelo. Le persone adulte e responsabili le troveranno più o meno piacevoli, più o meno giuste nel contesto del film; altri, di questo film e di questo ragionamento così complesso sulla natura dell’uomo e sul libero arbitrio, terranno a mente solo quello che riescono a capire: gli stupri, i nudi, la violenza. Il mondo funziona anche così: non va solo avanti, va anche all’indietro.
21 commenti:
Giuliano, apparentemente sembra che tu del film parli poco, in realtà parli dell'essenziale: la distinzione fra film violento e film sulla violenza. Questo è un film sulla violenza, che da tanti viene scambiato per un film violento.
Così si spiega l'altissimo numero dei votanti in IMDb, incredibile per un film del 1971: sono quasi 110.000, e continueranno a crescre.
Non solo, ma il picco più alto come voto è quello degli adolescenti (quelli sotto i 18 anni): 9.3!!!
Ancora, la fascia che ha il maggior numero di votanti è quella fra 18 e 29 anni, tutte persone che non erano ancora nate quando fu fatto il film: sono, ad oggi, oltre 52.000. E il voto, anche qui, è superiore alla media totale (8.4), è 8.7!!!
Il voto minimo si ha invece nella fascia delle donne sopra i 45 anni, ed è 7.3.
Sono ragionamenti che su numeri di votanti così alti si possono fare, perché votare in IMDb non è fare un click e via, c'è la parola d'ordine il controllo contro la duplicazione etc.
Una cosa assai simpatica è che uno, però, può cambiare il proprio voto, perché è ammissibile che cambi idea.
Infine, l'attenzione a questo film è universale: sono molti di più i votanti Non-US che i votanti US, cosa rara.
Da tutto ciò esco alla fine abbastanza preoccupato, perché la domanda è: quanti dei votanti si sono accorti che questo è un film sulla violenza, rispetto a quelli che l'hanno preso puramente come un film violento?
saludos
Solimano
# GIULIANO, il tuo post è (come sempre) piacevolissimo da leggere, oltre che -almeno per me- condivisibile nei contenuti. Perciò, mi è ancor più difficile dovere ammettere che comunque, malgrado tutto, benchè sia d'accordo in linea di massima sia con te che con Solimano, io NON HO VISTO e NON POTRO' MAI e poi MAI vedere questo film, proprio perchè tratta della VIOLENZA... A meno che, si capisce, non mi leghino ad una sedia e mi blocchino le palpebre come -mi dicono- accade al protagonista... Probabilmente perdo molto, ma proprio non ce la faccio. E' la stessa reazione che ho al ristorante, osservando la bistecca alla fiorentina alta due dita appena servita ad un altro commensale: tutti mi assicurano che è ottima, tutti me ne decantano il sapore e la consistenza, ed io non posso che concordare con loro, certamente... Ma assaggiarla no, mai, per carità, nemmeno per sogno, neanche morta, neppure dipinta. Lo so, così facendo sono io a rimetterci, perdendo opportunità di conoscenza e di sperimentazione forse importanti. Ahimè, è uno dei miei tanti limiti. Con il quale devo convivere e senza il quale, tuttavia, IO non sarei IO.
[;->]
Aveatquevale
Roby
Cara Roby, è una reazione più che legittima. L'importante è sapere che il 95% delle chiacchiere e delle opinioni su questo film sono drammaticamente sbagliate, e lo spiega molto bene Anthony Burgess nei brani che abbiamo riportato qui.
Anch'io ho un rifiuto netto per alcune cose, sia in letteratura che nelle arti visive, penso che sia una cosa normale (per esempio, ho buttato via il Satyricon di Petronio tanti anni fa e non intendo riprenderlo).
Anche questo è un discorsone...
Aaah! Che incubo quel film, io sono romanticona Kubrick non mi piace. Quel film lo vidi a scuola solo perchè la mia prof del liceo disse che vederlo era cosa buona e giusta... io passai la maggior parte del tempo fuori dall'aula alle macchinette, al bagno, in corridoio... per ringraziare la prof che mi lasciava uscire in continuazione, al ritorno di uno dei miei tanti giretti le ho portai il caffè.
Alle volte gli insegnanti sono ben strani... Ho fatto vedere tanti film ai miei nipoti (nel senso che io sono lo zio), ma Arancia meccanica ho lasciato che se lo scoprissero da soli, se ne avevano voglia.
Grazie della visita, e del blog che sono subito andato a vedere.
Ho visto Arancia meccanica, che ricordo benissimo per la sua componente estetica, ma lo considero terribilmente sconvolgente come Novecento di Bertolucci che non ho voluto più rivedere.
Cara Isabella, trovo molto strano questo accostamento, che giustifico solo come una tua personalissima idiosincrasia. In questo senso, mi può star bene (le antipatie personali esistono e non c’è da perder tempo a spiegarle); però “Novecento” è un film dove ci sono due o tre minuti di violenza in un film che violento non è, e nei due-tre minuti metto anche i pochi fotogrammi di sesso esplicito “censurabile”. Per il resto, un qualsiasi telefilm sulle streghe, o sui medici in ospedale, trasmesso in tv alle cinque del pomeriggio, surclassa “Novecento” quanto a violenza, anche esplicita.
Senza quei due-tre minuti, “Novecento” (un film di tre ore) funziona benissimo lo stesso; invece “Arancia meccanica” è uno studio quasi clinico della violenza nell’uomo, e le spiegazioni dell’autore, Anthony Burgess, sono qui in archivio da leggere. Capisco che “Arancia meccanica” disturbi, disturba anche me... (La violenza è un attributo della gioventù, dice tra le altre cose Burgess: e questo spiega più di tanti ragionamenti pseudopolitici cosa succede negli stadi, e anche il terrorismo).
L’unico punto di paragone tra i due film è l’estrema chiarezza nella visione della reale natura umana, una chiarezza che si potrebbe definire “machiavelliana”. Anche “Il Principe” è un libro violento, violentissimo: ma se lo insegnano a scuola una ragione c’è – sta solo alla bravura dell’insegnante farla capire ai giovani.
Per il resto, - chiedo scusa – paragonare “Novecento” ad “Arancia meccanica” mi riporta direttamente ad un meraviglioso brano del mio Sommo Filosofo & Maestro, Achille Campanile: “Gli asparagi e l’immortalità dell’anima”.
Sono proprio quei due o tre minuti che mi sono rimasti impressi. Indimenticabili perchè rappresentano il top nellarappresentazione della violenza: quella sui bambini e le donne.
E' la rappresentazione di Auschwitz, e di tutti gli orrori dei quali non vogliamo parlare.
Bertolucci parla per sintesi poetica, a volte i poeti sono violenti, violentissimi.
Giuliano, c'è per me un problenma che i film come Arancia meccanica e Novecento mi impediscono il godimento estetico del film. So, per aver letto le recensioni che in Arancia meccanica Kubrick fa riferimento ad artisti molto importanti come Moore, con sedie che ricordano le sue donne sdraiate, ma non riesco a ricordarle, perchè la violenza di alcune scene mi ha fatto rimuovere il tutto.
Goethe vietato non è una mia invenzione: è un progetto di legge del ministro per l'Educazione nella Polonia dei fratelli Kaczinsky.
La realtà supera la fantasia, davanti alla stupidità si rimane sempre senza fiato e senza parole...
La situazione polacca attuale è deplorevole, una mistura di nazionalismo, populismo e clericalismo della peggiore specie.
Il mondo di Solidarnosc, che per alcuni aspetti non mi piaceva, non avrebbe permesso certe cose. Mo piacerebbe sapere il perché della tentata rimozione di Goethe. Secondo me il motivo che c'è dietro è perché è tedesco.
saludos
Solimano
Beh, nel Faust c'è una bella scena di discesa all'inferno, c'è la notte di Walpurga... Se basta per la censura, allora sono in pericolo anche Dante e Milton (ma ho letto sui giornali tutto l'elenco, faceva impressione: c'è anche Kafka, e Dostoevksij, per esempio: immorali!!)
L'importante è che la sapienza sia in mano ai dotti e sapienti, eh? Un ignorante che si reca a vedere la Cappella Sistina e abbia piacere nell'ammirarla forse ha una conoscenza più diretta e genuina di chi l'idea se l'è costruita a furia di leggere, non le pare? Pensa che gli artisti rinascimentali (e non) passassero tutta la vita a leggere libri per farsi un'idea? Il film affronta tematiche, come si direbbe in un tema di liceo, inerenti alla violenza. Ma è propria dell'arte la trasversalità dei propri fruitori. A meno che non siano infarciti di luoghi comuni o di troppo 'sapere'.
Cordialmente Lino
Credo che la vera "violenza" di questo film sia nel contenuto...non nele immagini...l'ho visto...e rivisto e rivisto...e continuerò a vederlo....la violenza sta in quello che ti lascia..non in quello che vedi...le immagini sono "crude" a tratti...è lo spirito dell'atto che è violento...o almeno è un mio punto di vista...comunque di gran lunga il miglior film che abbia mai visto!
Caro Lino, e caro TiberOne, vi invito a leggere cosa hanno detto, nel corso del tempo, sia Kubrick che Burgess a proposito di "Arancia meccanica". Su Kubrick ci sono libri molto belli, basta cercare (l'ultimo è il volume di interviste edito da minimumfax, molto bello).
Di Burgess abbiamo iniziato a pubblicare qualcosa, se cercate nell'archivio del blog lo trovate (il resto lo metteremo più avanti).
Quanto a me, io non ho soluzioni ma solo racconti (molto personali) e qualche proposta... posso solo aggiungere che guardare la Sistina senza capirci nulla non è una cosa grave, ma guardare Arancia Meccanica senza sapere cosa volevano dirci Burgess e Kubrick può esserlo, e infatti sia Kubrick che Burgess hanno avuto modo di pensarci più volte.
grazie ancora
Mi dispiace, ma non penso che per un'opera d'arte ci voglia la mediazione di chi ci dica: questo voleva dire Kubrick. Dopotutto non siamo in una messa cattolica in cui il sacerdote ci informa del significato del Verbo, capacità che gli deriva dal suo ufficio.
Sono proprio curioso di sapere cosa voleva dirci Burgess e Kubrick... No, perchè io un'idea me la sono fatta e sarei felice di confrontarla. Però non mi venite a dire che il senso del film è che la violenza è ingiusta ed altre ovvietà: la vostra immagine di "critici" perderebbe non pochi punti.
Infine, non abbiate la pretesa di farvi mediatori tra il regista e chi si vede un film: è impossibile, se non altro perchè il cinema è per sua natura nazional popolare; oltre ad essere ovviamente presuntuoso.
Caro Lino, innanzitutto grazie per l'intervento. Io sono un perito chimico, per di più uscito con un voto basso e in tempi lontani; Solimano è un ingegnere. Siamo solo appassionati di cinema, nessuno qui si mette sul pulpito.
Io, in particolare, stavo mettendo ordine nel mio archivio personale: poi Solimano mi ha chiesto se volevo scrivere in questo blog, e adesso sto condividendo i miei appunti con altre persone, ed è tutto qui.
Se vuoi leggere cosa ha detto Burgess sul suo libro, è qui in questo blog: ce l'ho messo io tempo fa. Basta fare clic su "Stanley Kubrick" nella colonnina di destra, oppure cercare "Burgess" col motore di ricerca interno, in alto a sinistra.
Ho anche altri scritti di Burgess, presto li metteremo in rete.
un saluto cordiale
Giuliano
Ciao Giuliano. Scusa il mio precedente intervento un po' spigoloso... ho letto l'intervista a Burgess riportata sul sito. Davvero interessante, anche se ho constato che per quanto riguardo la violenza, descritta mooolto cinicamente nelle sue pagine, egli abbia eluso il discorso parlando di scelte morali, peccato originale e quant'altro. Un passaggio mi è sembrato significativo, quando dice: (arancia meccanica) "Per me significa l'applicazione di una moralità meccanicistica a un organismo vivente che gronda di succo e di dolcezza", quello che in realtà ho sempre avuto l'impressione che, strambamente, significasse.
Kubrick, a mio avviso, ne fa un film, del romanzo, come critica ad una crudele società che pretende di saper forgiare bravi cittadini, strizzando addirittura l'occhio ad una violenza sì efferata, ma spontanea e propria di un animo che ricerca, tramite la cultura pop, una dimensione estetica. Un dandy, insomma.
Ciao e un cordiale saluto. Lino.
Caro Lino, il discorso è lungo: Burgess e Kubrick ne hanno parlato per 40 anni, mi sembra che ne sia stato tratto anche un documentario.
Qualcosa di Burgess lo porteremo qui (occhio alle date: questi articoli hanno vent'anni), per Kubrick ci sono ottimi libri in giro, come l'intervista di Michel Ciment (immancabile se si vuol capire Kubrick) e la raccolta recente di interviste che vanno dagli anni '50 fino a Full metal jacket, editore Minimum Fax (copertina nera, titolo "Non ho risposte semplici").
E poi un consiglio: guardati "Orizzonti di gloria". Ci vuole un po' di pazienza, perché è un vecchio film in bianco e nero, ma il pensiero di Kubrick è dentro lì.
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