Giuliano
Non avrei mai creduto di guardare volentieri un film di Steven Seagal, ed invece eccomi qui: “Trappola in alto mare” è davvero bello ed avvincente. E’ attendibile come uno di quei fumetti di guerra e d’azione che si trovavano in edicola quand’ero piccolo (ci sono ancora?), ma ci sono momenti nella vita, e nelle nostre giornate, in cui il bisogno di staccare il cervello e di pensare ad altro è troppo urgente e dominante, e allora vanno benissimo i film come questo.
La storia è quella dell’eroe di guerra (Vietnam?) che ha avuto qualche problema con i superiori a causa dei suoi metodi non proprio ortodossi (leggi: violenti), e che adesso si ricicla come cuoco, in incognito, a bordo di una supernave da guerra. La mascheratura funziona perchè Seagal è un eccellente cuoco, ed è presa in accordo con il vecchio generale (o era un ammiraglio?) che è a bordo della nave, e sa che di Seagal può sempre fidarsi; e verrà buona quando entreranno in azione i cattivissimi, che sono già a bordo. Inutile dire che Seagal salverà la nave (e gli USA) tutto da solo, ma a questo punto bisogna aggiungere che il film è ben scritto e ben girato, e che gli attori sono tutti ottimi e scelti molto bene. Le scene madri ci sono tutte, e funzionano anche se non sono raffinatissime; la nave è una vera nave della marina USA ed è uno spettacolo in sè; molte scene sono ben scritte e tutt’altro che banali ( per esempio quella del povero soldato che non vuole liberare Seagal dalla cella frigorifera). Insomma, funziona tutto – soprattutto se sei in una di quelle sere lì e hai bisogno di non pensare. Quasi un telefono amico, un servizio civile al quale aggiungo il piacere di rivedere, ogni volta che lo trovo su qualche tv, la sequenza in cui Erika Eleniak esce dalla torta: meno di un minuto, ma è entrata subito nella mia personale galleria delle scene da non dimenticare.
Battuta memorabile: quando Seagal dice alla Eleniak di stare al riparo e se la ritrova subito accanto, e lei gli dice: “Ho capito che qui dentro il posto più sicuro è stare vicino a te.”
PS: Ho provato a vedere altri film di Steven Seagal, dopo questo: non ci sono riuscito. Ho rischiato perfino di addormentarmi...
Non avrei mai creduto di guardare volentieri un film di Steven Seagal, ed invece eccomi qui: “Trappola in alto mare” è davvero bello ed avvincente. E’ attendibile come uno di quei fumetti di guerra e d’azione che si trovavano in edicola quand’ero piccolo (ci sono ancora?), ma ci sono momenti nella vita, e nelle nostre giornate, in cui il bisogno di staccare il cervello e di pensare ad altro è troppo urgente e dominante, e allora vanno benissimo i film come questo.
La storia è quella dell’eroe di guerra (Vietnam?) che ha avuto qualche problema con i superiori a causa dei suoi metodi non proprio ortodossi (leggi: violenti), e che adesso si ricicla come cuoco, in incognito, a bordo di una supernave da guerra. La mascheratura funziona perchè Seagal è un eccellente cuoco, ed è presa in accordo con il vecchio generale (o era un ammiraglio?) che è a bordo della nave, e sa che di Seagal può sempre fidarsi; e verrà buona quando entreranno in azione i cattivissimi, che sono già a bordo. Inutile dire che Seagal salverà la nave (e gli USA) tutto da solo, ma a questo punto bisogna aggiungere che il film è ben scritto e ben girato, e che gli attori sono tutti ottimi e scelti molto bene. Le scene madri ci sono tutte, e funzionano anche se non sono raffinatissime; la nave è una vera nave della marina USA ed è uno spettacolo in sè; molte scene sono ben scritte e tutt’altro che banali ( per esempio quella del povero soldato che non vuole liberare Seagal dalla cella frigorifera). Insomma, funziona tutto – soprattutto se sei in una di quelle sere lì e hai bisogno di non pensare. Quasi un telefono amico, un servizio civile al quale aggiungo il piacere di rivedere, ogni volta che lo trovo su qualche tv, la sequenza in cui Erika Eleniak esce dalla torta: meno di un minuto, ma è entrata subito nella mia personale galleria delle scene da non dimenticare.
Battuta memorabile: quando Seagal dice alla Eleniak di stare al riparo e se la ritrova subito accanto, e lei gli dice: “Ho capito che qui dentro il posto più sicuro è stare vicino a te.”
PS: Ho provato a vedere altri film di Steven Seagal, dopo questo: non ci sono riuscito. Ho rischiato perfino di addormentarmi...
5 commenti:
Stevan Segal da rivalutare? Incredibile. Forse si può fare anche con altri attori del genere (mi riferisco ai film, honny soit qui mal y pense!) Facci sapere ;-)
No no, non rivaluto Steven Seagal... però questo film non è male, soprattutto quando si è nelle condizioni in cui l'ho visto io. (tornare a casa alle 22.30 dopo un turno pomeridiano micidiale in fabbrica...)
Sono assolutamente, completamente, quasi pedissequamente d'accordo con Giuliano su questo film: uno dei pochi che mio marito ed io rivediamo puntualmente, in religioso silenzio, ad ogni passaggio in tv. Più rilassante di una camomilla, malgrado le avventure convulse sulla nave in pieno oceano. In altri film Steven Seagal è semplicemente una montagna di muscoli che mena pugni e calci, qui è "quasi" un attore.
In effetti sono riuscita perfino a vederlo fino alla fine, la prima volta.
Quello che invece è insopportabile, e che rende anche il film insopportabile, è la frequenza ossessiva con la quale la tv lo inserisce nei palinsesti!
Questo è un bel discorso, cara Manuela!!!
Purtroppo, anche se non ci pensa mai nessuno, i programmisti di oggi in tv sono i paninari di vent'anni fa...
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