giovedì 4 marzo 2010

I libri nel cinema: La donna della domenica (1)

Jacqueline Bisset (Anna Carla) nel film "La donna della domenica"

La donna della domenica (1975) di Luigi Comencini Dal romanzo di Carlo Fruttero e Franco Lucentini Sceneggiatura di Agenore Incrocci e Furio Scarpelli Con Marcello Mastroianni (Commissario Santamaria), Jacqueline Bisset (Anna Carla Dosio), Jean-Louis Trintignant (Massimo Campi), Aldo Reggiani (Lello Riviera), Maria Teresa Albani (Virginia Tabusso), Omero Antonutti (Benito), Gigi Ballista (Vollero), Claudio Gora (Garrone), Franco Nebbia (Bonetto), Lina Volonghi (Ines Tabusso), Pino Caruso (De Palma) Fotografia: Luciano Tovoli Musica: Ennio Morricone (105 minuti) Rating IMDb: 6.7

Solimano

Il romanzo giallo "La donna della domenica" di Carlo Fruttero e Franco Lucentini fu pubblicato nel 1972 ed ottenne un grande successo (a mio avviso meritato, è tutt'altro che un libro di genere). Nel 1975, appena tre anni dopo, Luigi Comencini girò il film, naturalmente ambientato a Torino. Scriverò due post per la vista logica I libri nel cinema, cercando le corrispondenze fra le immagini del film ed il testo letterario.

LA GALLERIA VOLLERO
-Io, a Garrone,-disse duramente il signor Vollero,-non avevo affatto mandato l'invito; non so nemmeno dove abita. Ma una volta venuto, non potevo mica farlo buttare fuori da un gorilla? Questa è una galleria d'arte antica,-disse sottolineando antica,-non un night.
Dal gruppo di persone con le quali stava conversando accanto al cavalletto che reggeva un "Ratto d'Europa", il suo sguardo andò alle altre due sale della galleria, dove gli ultimi invitati (tutte persone civili e distinte) mormoravano educatamente le loro osservazioni sui quadri in mostra.
-Non esageriamo,-disse il critico d'arte.-A me Garrone in fondo è simpatico. Mi diverte.
-Ed è tutt'altro che uno stupido,-disse l'americanista Bonetto.- Ha una notevole apertura, per uno che non c'è mai mosso da Torino. L'anno scorso, qundo ho presentato al Teatro Tu quel gruppo californiano Plasticità e linfe...-fece una pausa, ma nessuno disse niente; alla galleria Vollero ci veniva notoriamente la Torino più sorda e retriva,-be', dopo lo spettacolo ci siamo ritrovati tutti a cena; Garrone era seduto vicino a me, e devo dire che mi ha fatto delle domande piuttosto pertinenti, piuttosto acute. Era realmente interessato.
-Non ne dubito,-disse il signor Vollero. Aveva soltanto una vaga nozione di che cosa fossero il Teatro Tu e i gruppi californiani, ma gli bastava il nome per associarli alla rivoluzione, alla pornografia e all'arte moderna in generale, che detestava prima come uomo e poi come mercante di quadri d'alta epoca. Guardò laggiù, nell'ultima sala, la "Leda col cigno" tardo-cinquecentesca, e si sentì ancora una volta ribollire al ricordo delle rivoltanti osservazioni che poco prima Garrone s'era permesso di fare sul soggetto. E per di più in presenza di due ottimi clienti con i quali le trattative per la tela erano già praticamente concluse. Si voltò all'ingegner Piacenza e signora (ma era lei che contava) con un sorriso di apprensione e di scusa.

Due immagini di episodi raccontati nel libro. Garrone (Claudio Gora) ha appena fatto un versaccio con la lingua fuori ad Anna Carla (Jacqueline Bisset), versaccio che ripete ogni volta che l'incontra (Anna Carla, per questo motivo, riterrà Garrone l'oscentità fatta persona). Garrone a passeggio per le strade di Torino non perde occasione per guardare ogni donna giovane che incontra.

GARRONE AL RISTORO MARIA VITTORIA
Duecentosettanta lire.
Da quando il Ristoro Maria Vittoria-all'angolo della via omonima con Via Bogino-esisteva, non era mai accaduto che l'architetto Garrone lasciasse una mancia così alta. Ma le mille e cinque erano lì, vicino al conto di 1.230, e la sedia era vuota.
-Avrà ereditato,-dicce la cameriera di Altopascio alla sua collega di Colle Val d'Elsa.
-O aveva fretta. Vedrai che quest'altra volta te li richiede.
-O mi chiede qualche altra cosa. Per duecentosettanta lire, è capace.
Dalla cassa all'estremità del bancone la padrona la richiamò con severità
-Non sono discorsi!-disse.
Per quanto economo e saltuario, l'architetto era pur sempre un cliente.
-Oh, e allora quelli che mi fa lui? Sono discorsi?-ribattè piccata Altopascio.
Colle Val d'Elsa ghignò:-Stasera però devi avergli dato spago. Rideva come una scimmia.
-Stasera rideva per fatti suoi. E' stata l'altra volta, invece, che stavo per sbattergli la fruttiera in testa. Aveva preso una banana e voleva sapere se al mio fidanzato...
-Ah!-gridò ridendo Colle Val d'Elsa.-La cosa della banana l'ha detta anche a me.

BOSTON O BAAAST'N?
-Anna Carla, non cambiare le carte in tavola.
-Non cambio niente. Ho ragione io. Mi hai messo in crisi per due giorni, ma adesso sono sicurissima. La pronuncia giusta è Baaast'n, e quindi ho fatto benissimo a dire Baaast'n, e lo dirò ancora ogni volta che si parlerà di Baaast'n, perché è corretto, logico e soprattutto mi viene naturale dire Baaast'n.
-Non far finta di non aver capito. Qualsiasi commesso d'abbigliamento, qualsiasi annunciatore della RAI, sa che si dice Baaast'n, è fiero di saperlo, e lo sfoggia tutte le volte che può. Ma tu.

MASSIMO E LELLO
-Ah, eri tu,-disse Lello aprendo.
Non si baciavano mai, quando lui arrivava o se ne andava. Fin dalle prime volte Lello gli aveva detto di no, che questo faceva troppo marito e meglie; e dato che loro due, per forza di cose, non lo erano, che senso aveva sottostare alla schiavitù di quelle piccole cerimonie? L'indipendenza, la libertà era anche fatta di piccole banalità evitate, di affettuose convenzioni prudentemente respinte. E adesso, nell'anticamera di quello che per Lello era "il mio studio", il contrappeso al grigio ufficio del Comune dove passava le sue giornate ("il mio lavoro"), adesso lui capiva quanto fosse stato saggio. Poteva stare tranquillo: un ragazzo così avrebbe preso bene qualsiasi cosa gli avesse detto.

DAL PARRUCCHIERE
-Ecco,-disse Gianni Tasso. Le diede un ultimo, leggerissimo colpetto ai capelli, poi tirò indietro le mani come da un formicaio.-Grazie,disse piano e senza calore.
Voce, pensò Anna Carla, voce. Poteva ben dirlo più forte, a chi gli pagava il viaggetto a Tahiti.
-E parte presto?-disse alzandosi.
-No,no ci vediamo ancora,-la rassicurò il parrucchiere.
-Ah, allora...
Diradare, pensò, diradare.
Pagò insieme alla signora Tabusso, e non potà evitare di scendere le scale insieme alla signora Tabusso e al suo cane. Una brutta giornata.
-Sono cose dell'altro mondo,-disse subito la signora Tabusso.
Era una di quelle donne che "dicono quello che pensano", cioè in pratica capace di raccontare a chiunque, in qualsiasi posto e a voce altissima, quel genere di cose che una preferirebbe non sapere: dalle varizioni stagionale dei suoi calli, alle abitudini sessuali del suo defunto marito, che appena fatto l'amore, gli veniva una fame tremenda e bisognava preparargli già prima sul tavolino un piatto di prosciutto cotto. Una donna spaventosa, anche da vedere.

PENSIERI DI ANNA CARLA
Non delizioso. Non favoloso. Non adorabile. E nemmeno affascinante. No. Mentre guardava il commissario Santamaria, che adesso stava parlando con Massimo, Anna Carla si rese conto che tutta quella maledetta aggettivazione iperbolica non serviva, con un uomo così, non c'entrava niente, stonava. Delicato, questo sì; perché poco prima, mentre Massimo, camminando su e giù per il terrazzo, le raccontava con effettacci gigioneschi e inutilissime pause alla Hitchcock, tutta la storia del Garrone, della lettera appallottolata, del fallo, della misteriosa bionda col borsone, lui, il Santamaria, era stato impeccabile: né occhiate intensamente scrutatrici (per vedere come lei reagiva) né arie di finta indifferenza (per farle credere che lei non era sospettata). Era rimasto sulla sua sedia di vimini a sentire con pazienza, ecco, con pazienza, le cavatine di Masimo, la traduzione in lingua cretina, diciamolo pure, di un fatto che per lui rappresentava evidentemente solo lavoro, fatica, dovere. Delicato e paziente. Aveva sorriso quando c'era da sorridere (e anche quando non c'era; pieno di tatto, dunque). Aveva chiarito e precisato qua e là; dunque aveva carattere, fermezza, non si lasciava portare a spasso da uno come Massimo, che per portare a spasso la gente... E alla fine le aveva detto una frase stupenda, assolutamente da nodo alla gola. Le aveva detto, allargando un po' le mani:-Ha visto, i casi della vita?
(continua)

Jacqueline Bisset (Anna Carla) nel film "La donna della domenica"

lunedì 1 marzo 2010

Visitatori di febbraio 2010

Nastassja Kinski in "Tess" (1979) di Roman Polanski

Solimano

I numeri del blog sono buoni, come negli ultimi mesi, ma questo post sui Visitatori di febbraio 2010 è diverso da quelli precedenti. Tratta una realtà che toccano con mano tutti i blog con tanti post in archivio: la classe degli asini. In questo blog, ad oggi, ci sono 1239 post, e come ci sono quelli molto visitati, così ci sono quelli visitati poco, pochissimo. E' bene che il blogghiere lo sappia (e che un po' ci patisca). Gli asini certamente non sono i film, magari sono i post e chi li scrive. Quindi, esco da considerazioni asinine: non spiegano tutto e forse ci vado di mezzo io. Però, oltre a guardare le gratificanti prime pagine delle statistiche, continuerò a guardare anche le ultime, a volte desolanti. In questo modo ho trovato questi dodici post che nel mese di febbraio hanno avuto solo una richiesta per pagina in tutto il mese. Ce ne sono più di dodici, ma ho preferito scegliere post tutti scritti da me: mea culpa mea culpa mea maxima culpa.

"La bruttina stagionata" (1996) di Anna Di Francisca

Questo è un grazioso film quasi sconosciuto, e le immagini in rete sono pochissime. Inoltre, come per quasi tutti i film della classe degli asini, il post è stato scritto nei primi tempi del blog, quando avevo meno esperienza nella ricerca delle immagini e - soprattutto - quando Google non dava ad AEP (Abbracci e pop corn) la visibilità odierna, perché il numero delle visite non era elevato.

"Chi ha paura di Virginia Woolf?" (1966) di Mike Nichols

Un film importante, ma poco conosciuto. Forse la migliore interpretazione della coppia Elizabeth Taylor - Richard Burton. Conta più il testo teatrale di Albee che la regia di Nichols.

"La congiura degli innocenti" (1955) di Alfred Hitchcock

Un film giallo per modo di dire: è più un film umoristico, ambientato in una spendida campagna inglese. Una delle primissime interpretazioni di Shirley MacLaine.

"Le invasioni barbariche" (2003) di Denys Arcand

Uno strano caso. Su "Le invasioni barbariche" ho scritto due post, l'altro è molto visitato. Ma ho capito i motivi, collegati alle immagini ed agli argomenti.

"La lettrice" (1988) di Michel Deville

Ottimo film, interpretato da Miou-Miou e che si svolge nella splendida località di Arles. Ma allora avevo poche immagini e piccole, non come queste.

"Relazioni pericolose" (1960) di Roger Vadim

I due ruoli principali sono di Gérard Philipe e di Jeanne Moreau, ciò malgrado, il film è quasi dimenticato. Vent'anni dopo, i film di Forman e di Frears hanno attirato l'attenzione della critica e del pubblico. Però stanno arrivando al film di Vadim delle belle immagini in rete... Potrei decidere di scrivere un altro post. Choderlos de Laclos è fra gli scrittori che preferisco.

"Mignon è partita" (1988) di Francesca Archibugi

Il film di Francesca Archibugi è altalenante: ci sono anche mesi di buone visite. Potrei fare una evidenza per un periodo molto più lungo di un mese... allora dagli asini si passerebbe agli asinissimi... meglio non farla...

"Lola" (1981) di Rainer Werner Fassbinder

Questo non me lo aspettavo. Il film è tra i migliori di Fassbinder e Barbara Sukowa è perfetta nella parte di Lola. Può accadere che un post non venga visitato e poi, per qualche motivo, arrivino finalmente le visite. Succede di tutto, in rete.

"Lolita" (1962) di Stanley Kubrick

Un film inflazionato di post. Tutti scrivono post su Lolita di Kubrick. La conseguenza è che i retaioli si trovano di fronte una scelta vastissima di siti e di blog. Mi è successo anche per altri film molto noti, su cui avevo delle aspettative. Ma siamo in tanti, troppi. Quando ho capito, ne ho tenuto conto nelle scelte.

"Madame Bovary" (1991) di Claude Chabrol

Eppure, su questo film non mollerò. Vorrei scrivere un post o due per la vista logica "I libri nel cinema". Il film di Chabrol è scandito in modo tale che si presta molto, ad illustrare Flaubert.

"Notre-Dame de Paris" (1956) di Jean Delannoy

Tanti, a visitare il Ritratto di signora di Gina Lollobrigida basato sul film "La provinciale" di Mario Soldati. Pochissimi, per ora, la cercano come Esmeralda.

"Tess" (1979) di Roman Polanski

Anche qui, può darsi che scriva un altro post o due, perché il film lo merita. Evidentemente, la presenza di Nastassja Kinski ha affollato la rete di post e i visitatori hanno larga scelta. In questi casi, o non si scrive, o si punta su un argomento specifico (il libro, il paesaggio etc).

Shirley MacLaine in "La congiura degli innocenti" (1955)
di Alfred Hitchcock