Credevo che di libri nei film ce ne fossero pochi, a parte tre film in cui il libro è il vero protagonista: Fahrenheit 451 di Truffaut (1966), in cui sui libri pende la minaccia di essere arsi, e sorgono gli uomini-libro per perpetuare il sapere; Il nome della rosa di Annaud (1986), in cui, come nel romanzo di Eco i libri alla fine bruciano tutti; 84 Charing Cross Road di David Hugh Jones (1987), in cui è l'acquisto di libri antichi che permette al rapporto fra Helene Hanff e Frank P. Doel di durare vent'anni.
Ma invece i libri compaiono abbastanza spesso.
In Quel che resta del giorno di Ivory (1993) è un libro da leggere alla sera la debole difesa del maggiodomo James Stevens (Anthony Hopkins) per non essere invaso dalla governante Mary Kenton (Emma Thompson), ma ci sono cose a cui è difficile resistere.
Ne Le ali della libertà, film popolarissimo di Frank Darabont (268.000 votanti in IMDb!), è la lettura dei libri che consente a Andy Dufresne (Tim Robbins) di resistere in quella terribile prigione e di trovare un percorso verso la libertà.
Anche in Pleasantville di Gary Ross del 1998, i libri sono la chiave per capire che sta succedendo qualcosa: prima avevano le pagine bianche, ora compaiono i caratteri e le immagini, addirittura i colori!
Perfino in Colazione da Tiffany di Blake Edwards (1961) sono presenti i libri, presi come siamo da Holly Goolightly (Audrey Hepburn) ci dimentichiamo che Paul Fred Variak (George Peppard) fa lo scrittore.
Nel bellissimo The Spanish Prisoner di Memet (1997) mal tradotto con La formula, un libro costituisce il tramite per mettere in contatto persone che altrimenti non lo sarebbero (il film è un giallo). Qui il libro è una utility, lo scopo non è di leggere, ma di passarsi informazioni.
Che fanno prima di cominciare a parlare fra di loro, i protagonisti di Breve incontro di David Lean (1945)? Leggono.
In Zardoz di John Boorman (1974), quelli che vogliono resistere ai selvaggi hanno i libri, e Sean Connery viene convertito (forse più da Charlotte Rampling che dai libri...)
E Solaris, Il paziente inglese, persino I tre giorni del condor. I libri non fanno chiasso, ma nei film sono presenti spesso.
In Howards End di Ivory (1992), è una pesante libreria che uccide il povero Leonard Bast (Samuel West), colpevole di puntare troppo alto, a Helen Schlegel (Helena Bonham Carter). La libreria è spinta dal fratello di Helen, Tim (Adrian Ross Magenty).
E c'è un film di Michel Deville del 1988, La lettrice. Costance Marie (Miou Miou) va in giro a leggere ad alta voce a pagamento e fa una serie di incontri strani. Può essere un mestiere pericoloso, quello della lettrice.
Nel 1941 c'era stata Katherine 'Sugarpuss' O'Shea (Barbara Stanwyck) che nel film Ball of Fire di Howard Hawks fece di due grossi tomi di enciclopedia un uso anomalo e geniale: ci salì sopra in modo da poter baciare au pair il professor Bertram Potts (Gary Cooper) che sembrò gradire. Durante il film la situazione cambia, difatti alla fine è proprio il professor Potts a predisporre i due tomi onde Sugarpuss possa reiterare la lodevole iniziativa.
8 commenti:
Aggiungo all'elenco: "La storia infinita" (tratto dal libro di Michael Ende) e "The pagemaster", che mescola attori in carne ed ossa a cartoni animati.
Bye
Roby
Roby, di film in cui i libri sono bene presenti ce ne sono diversi altri, ma mi succede una cosa strana, che spero dipenda da me e non dalla situzione reale: non mi vengono in mente film italiani.
saludos
Solimano
Non è italiano ma vale ugualmente la pena di ricordarlo: "C'è post@ per te!". Un film gradevolissimo in cui il diverso modo di sentire i libri, da parte dei due protagonisti, costituisce il tema centrale di tutta la storia.
Bye bye
habanera
Habanera, questo proprio me l'ero scordato e sì che è importante, perché fra l'altro i libri sono il business per tutti e due e nella vita reale confliggono proprio negli affari. E' un bel film, che è il rifacimento di una commedia di Lubitsch che cercherò di vedere.
E me ne è venuto in mente un altro: Innamorarsi, Falling in love.
De Niro e la Streep si conoscono perché c'è uno scambio di libri alla Rizzoli di New York, ed anche nel finale si incontrano ancora casualmente nella stessa libreria. Ma ci sarà il lieto fine oppure no? Ssssttt! Non diciamolo a nessuno, tanto ci arrivano da soli.
saludos
Solimano
Uffa, Solimano!!! Non vale!!!! Pensavo di essere la sola a sapere che "C'è posta per te" è il remake di "Scrivimi fermo posta" del 1939 (il cui titolo originale,guarda un po', suona "The shop around the corner", come la piccola libreria di Meg Ryan)... Sei un MOSTRO enciclopedico!!!!!
'Notte
Roby
PS: mia figlia suggerisce che si parla di libri anche in "Serendipity", un filmetto rosa di pochi anni fa, prediletto -pare- dalle adolescenti... E fra gli italiani, poi, c'è il personaggio di Giovanna Ralli in "C'eravamo tanto amati", che si sforza di farsi una cultura leggendo "I tre moschettieri" (libro "tosto", però!).
Roby, adessso ognuno può scegliere i suoi film fra quelli che sono saltati fuori, titoli buoni ci sono.
Giovanna Ralli era commovente: cercava di farsi una cultura per piacere a Vittorio Gassman che l'aveva sposata per i soldi, e come prima cosa, sceglie "I tre moschettieri" e dice al marito che è un libro tosto, e il marito fa un ghigno sardonico.
saludos
Solimano
A proposito di oggetti, nel cinema (in letteratura non mi vengono in mente esempi significativi) c'e' tutto un artigianato narrativo che ha a che fare con un oggetto seguito nelle sue peregrinazioni. Nelle varianti horror si tratta di un oggetto maledetto (un feticcio, un libro); in Mulholland Drive c'e' la misteriosa scatoletta; nei film comici c'e' l'oggetto che ritorna (magari attraverso infinite trasmutazioni: ricordo un corto di Chaplin con una moneta trovata per terra, persa, forse trovata ancora -ma e' falsa- infine recuperata sottraendola alla mancia di un riccone). Ci sono film (drammatici o comici) basati su un cadavere che si rifiuta di stare fermo e appare a ogni pie' sospinto (Blood Simple dei fratelli Cohen).
Nicola, sul tema del cadavere che appare e scompare o che viene spostato ci ha ricamato Hitchcock in un film non amato dai suoi fan, ma amato da spettatori che in genere non amano i thriller: "The trouble with Harry" (La congiura degli innocenti), che abbiamo già portato qui.
Riguardo al libro, sto pensando ad un film notevole, in cui il libro era di tipo molto particolare: "I racconti del cuscino".
Credo che questo, dei libri nei film, sia un tema singolare, perché di prima intenzione senbra che di libri nel cinema ce ne siano pochi, ma pian piano ci si accorge che sono tanti, e usati in modo diverso. Ci gioca anche un meccanismo di rimozione: andare al cinema era l'alternativa a leggere, perciò stesso si rifiutava di memorizzare il libro che si trovava nel cinema.
saludos
Solimano
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