Diverse scene del barone di Munchausen furono girate fra le rovine di Belchite, una piccola città dell'Aragona, a una trentina di chilometri da Saragozza. Chi vede il film può pensare ad una fantasiosa e pittoresca ambientazione, ma la storia di Belchite è una delle tante tragedie del Novecento. In quel luogo fu combattuta per quasi due settimane, fra l'agosto e il settembre del 1937, una delle più spietate e sanguinose battaglie della guerra civile spagnola. Niente bombardamenti né artiglieria, Belchite fu conquistata dai repubblicani casa per casa, ed i morti furono migliaia e migliaia. Il puzzo di cadaveri in decomposizione si fece ad un certo punto insopportabile: Hemingway, a battaglia conclusa, si aggirava per Belchite con la maschera antigas. La battaglia dal punto di vista strategico non servì a nulla, i repubblicani la ripersero poco tempo dopo. A guerra civile conclusa, Franco decise di far ricostruire Belchite a breve distanza, ma di lasciare intatte le rovine della battaglia. Riccardo De Gennaro ha così scritto su il Manifesto del 7 gennaio 2007:
"I sentieri sono invasi dalle erbacce, le porte delle case sfondate, le finestre non ci sono più, i pavimenti, che erano fatti di paglia e pietrisco, sono sventrati, le facciate sembrano di cartapesta ed è un miracolo che, dopo settant'anni, stiano ancora in piedi. Il campanile di una delle tre vecchie chiese, quella di San Martín, sembra una grossa matita tarlata. Nella chiesa di S.Augustin è cresciuto un albero di fichi, qua e là, nelle case, sono invece spuntati i fiori viola della malva. Lontano c'è un gallo che canta, un cane nero trotterella tutto solo. Dopo averla distrutta, l'uomo non ci ha più messo mano se non per recintarla e puntellare la Torre dell'Orologio troppo pericolante. Al contrario di Guernica, che è stata ricostruita completamente e per la memoria si affida soltanto a un piccolo Museo della Pace, Belchite vecchia è una città morta, ma è uno dei luoghi più simbolici della guerra civile."
3 commenti:
E soprattutto Belchite non ha avuto un Picasso che ne immortalasse la tragedia e la facesse diventare un'icona (anche se sulle vere origini del quadro di Picasso ci sono varie storie, ma questo oggi non ha importanza). Se non ci fosse il dipinto, Guernica sarebbe ricordata oggi (forse) come uno dei tanti tragici episodi della guerra civile spagnola.
Molto interessante questo post, Solimano, sconoscevo completamente questi particolari.
Anch'io pensavo che fosse tutta una scenografia, anche perché lo scenografo Ferretti è talmente bravo da sembrare sempre vero, anche dentro Cinecittà...
Caro Solimano, obrigado.
Gabriella e Giuliano, ve lo dico con schiettezza: fino a due giorni fa ignoravo l'esistenza di Belchite.
Quando cerco le immagini, mi sono abituato a guardare anche nel sito da cui provengono, perché ci può essere la fregatura che l'immagine non è del film per cui la sto cercando. Così, una immagine strana del Munchausen mi ha fatto scoprire tre righe su Belchite. Dopo, è stato facile, cercando con "Belchite" riuscire a trovare informazioni, in particolare uno splendido articolo sul Manifesto di cui ho riportato dieci righe. Eh! La rete è proprio una cosa strana, magari per quattro ore ti aggiri fra la fuffa, poi, da un momento all'altro, inciampi (è il verbo giusto) in una realtà che non sapevi e che è bene che tu sappia.
saludos
Solimano
Posta un commento