Casablanca di Michael Curtiz (1942) Sceneggiatura di Murray Burnett, Joan Alison, Julius J. Epstein, Philip G. Epstein, Howard Koch Con Humphrey Bogart, Ingrid Bergman, Paul Henreid, Claude Rains, Conrad Veidt, Peter Lorre, Dooley Wilson, Joy Page Musica: Max Steiner Fotografia: Arthur Edeson (102 minuti) Rating IMDb: 8.8
Roby
Un giorno o l’altro devo proprio andarci, in Marocco, per vedere se a Casablanca sia rimasta traccia del bar di Rick, e se nel souk del vecchio centro si aggirino ancora furtivamente profughi europei, alla spasmodica ricerca di un lasciapassare per volare finalmente verso la libertà. A me il candore della giacca di Humphrey Bogart, seduto al banco del suo locale con l’immancabile sigaretta pendente dal labbro inferiore, fa letteralmente impazzire. E la lucentezza dei capelli e degli occhi della Bergman - che in quello stesso locale fa il suo ingresso, non si sa bene quanto inaspettato- mi colpisce ogni volta, più che se il film fosse in technicolor. Per me “Casablanca” non è affatto un normale film in bianco e nero: è semplicemente una pellicola “non colorata”, dove –come in uno di quegli album molto in voga fra i bambini dell’asilo- le sagome dei personaggi si possono riempire con le tinte preferite, magari pasticciandole un po’ a proprio piacimento. Anche a me vien voglia di “pasticciare” parlandoci a quattr’occhi, con Rick, perché la faccia finita di fingersi cinico e distante, permettendo a Sam di suonarla più spesso, quella famosa canzone. E potrebbe pure sbilanciarsi, una volta tanto, fino a dare una mano al povero Peter Lorre, in una delle scene iniziali, per aiutarlo a salvare la pelle! Allo stesso modo, sussurrerei all’orecchio di Ilsa che, alla fin fine, Laszlo sarà nobile, alto, intelligente e patriottico, ma… vogliamo mettere lo sguardo con cui l’avvolge Rick, vedendola entrare??? Bambina, dammi retta: saluta Laszlo sulla scaletta dell’aereo e torna indietro, che i bei tempi di Parigi possono tornare, solo che tu lo voglia… Così come bacerei con lo schiocco su tutte e due le guance il capitano Renault di Claude Rains , quando nel finale alza la cornetta del telefono e dice, sornione:”Il maggiore Strasser è stato ucciso -(pausa ad effetto)- Fermate i soliti sospetti”.
Una curiosità: pochi giorni fa mi è capitato fra le mani un numero recente di TOPOLINO in cui i personaggi Disney “interpretano” il remake di “Casablanca”. Topolino è Rick, Minnie la sua amata, Orazio è Laszlo e Gambadilegno (c’è bisogno di specificarlo?) il malvagio nazista. Il fumetto, in uno splendido bianco e nero, è un ulteriore omaggio ad una delle colonne della cinematografia di tutti i tempi: con la differenza che nell’ultima vignetta Minnie e Topo-Rick restano insieme, benchè ammettano candidamente che forse si sono un po’ confusi e che la storia originale era un po’ diversa. Però - concludono, per la felicità dei "piccoli lettori" di tutte le età- in fondo cosa importa? A loro ( e a me) va benissimo così.
sabato 28 aprile 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
13 commenti:
Roby, ho avuto dei dubbi nello scegliere l'immagine giusta. Da una parte ne avevo una con Rick e Ilsa abbracciati, dall'altra avevo Rick in piedi vicino al piano e Sam che suona e canta a bocca spalancata. Alla fine ne ho scelto una terza, con il capitano Renault e con Victor Laszlo. Come si fa, a lasciarli fuori? Sotto sotto, a parte l'amoruccio parigino con Rick, a Ilsa piace Victor: mica fa il barista a Casablanca lui, fa l'eroe, poi è pure alto e bello. E il capitano Renault, prima di tutto è quello che recita meglio (quella faccia di pietra di Rick si tiene su col whisky) e poi è quello che salva capra e cavoli, da vero professionista, io mi ci identifico un po' col capitano, è quasi un deus ex machina . Mi spiace solo che nella immagine non c'è Sam, un'altro che ha un mestiere per le mani, visto come suona e come canta. Ma ti metterò il link alle immagini sotto il post, così fai la scelta tua, finirà che ti andrà bene quel perdigiorno alcolizzato di Rick. Mbah! Valle a capire, le donne...
saludos
Solimano
Solimano, mi rifiuto categoricamente di pensare che a Ilsa piaccia di più Laszlo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
La sua (e la mia) passione per Rick, come si usa dire, è tutta "di pancia", non "di cervello". Laszlo è troooooooppo TUTTO: troppo perfettino, angelico, eroico, alto e pure troppo biondo. A (molte di) noi donne dà più emozione lo sguardo di un (presunto) perdigiorno alcoolizzato come il tenebroso gestore (NON semplicemente barista!!!) di un fumoso ed esotico locale, così tanto -ma tanto!!!- lontano dal nostro tran tran quotidiano....
Roby, è meglio fare il barista che il gestore. Il barista è uno sveglio, sa fare dei cocktail che lèvati, ha gli occhi vivaci, conosce i clienti e ci parla, ad ognuno l'argomento suo, ha le mani sapienti, se no sai i bicchieri che romperebbe. Strizza l'occhio non da sfigato alla ragazza più bella, quella con l'amico dalla macchina lunga e dalla conversazione corta. Il gestore conta i soldi nel retrobottega e magari compra acqua minerale supergasata, per rimboccare col rubinetto a metà bottiglia - c'è chi fa anche questo.
Rick, invece di dire: "Suona ancora Sam", che suonasse - e cantasse - lui, se ne è capace. Per l'eroe alto biondo e colorito - come San Pasquale Bailonne, grande amico delle donne - concordo con te, anche perché non sono biondo.
saludos
Solimano
Una cosa curiosa è che Conrad Veidt, che in questo film è l'eroe bello, divenne famoso interpretando un sonnambulo assassino, quasi uno zombie, nel famoso "Il gabinetto del dottor Caligari", un film espressionista tedesco del 1919
Giuliano, adesso che hai scoperto che Victor Laszlo ha qualche scheletro nell'armadio, diverrà interessante per Roby, magari si scopre anche che era biondo tinto.
Che vuoi farci? Alla fine sono i brutti di bosco a piacere.
Di per me stesso sarei bellissimo, mi imbruttisco apposta.
saludos
Solimano
Posso dire un'enormità? A me Casablanca non è mai piaciuto molto. Non che non mi piaccia, ma non ho mai capito gli entusiasmi e il clima da leggenda: vuoi mettere la Bergman in Notorious? E anche il mito di Bogart, sarà che sono un uomo e certe cose non le capisco, però Gary Cooper era molto meglio, e anche James Stewart, o John Huston... Però mi ritiro subito, la verità è che su Casablanca io non ho niente da dire, dico che è bellino ma se non fosse per voi me lo sarei dimenticato da un pezzo.
Giuliano carissimo, più che una semplice "enormità" il tuo giudizio su Casablanca mi sembra francamente un SACRILEGIO degno di SCOMUNICA...
[;->]
E DAI, SCHERZOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!
Sono più che felice di aver conferma che, vivaddio, non abbiamo tutti gli stessi identici gusti... Sai che barba sarebbe, sennò!!!
Roby
PS: COMUNQUE, ripeto: ADORO BOGART, e guai a chi me lo tocca! James Stewart è delizioso, e Gary Cooper magnifico, ma...
Cara Roby,non so che dire: a me Bogart piace solo nei film di John Huston, sempre con la barbaccia lunga, sporco, un po' losco. Con la giacca bianca non ce lo vedo, però poi Lauren Bacall la pensava come te...
Vorrei fare tre osservazioni.
1. Quale è la vera capacità recitativa degli attori cinematografici? Credo che non si possa considerare come unico parametro la capacità che avevano dal punto di vista teatrale, per intendersi, non ho dubbi che Rains e la Bergnan questa capacità ce l'avessero, mentre non ne sono molto sicuro riguardo Bogart e Veidt. Contano anche le qualità tipicamente filmiche, cioè la presenza e la faccia giusta.
2. C'è l'identificazione che ognuno di noi ha provato riguardo certi personaggi, o certi attori che fanno generalmente un loro tipo di personaggi. Il cinema è un'arte pericolosa, perché in un certo senso rimbambisce - con i pro e i contro - sotto questo aspetto, che è diffusissimo.
3. Abbiamo tutti provato un certo tipo di innamoramento per attrici o attori. A parte l'esistenza di veri e propri fan club in rete, è meglio non fare dell'ironia perchè ci siamo passati tutti, e non solo da ragazzi. Nel mio caso la Bergman di Notorious, la Kim Novack di Picnic... sono piuttosto infedele, però non riesco a farmi passare la Maggie Chung, che forse non sapete nemmeno chi è.
Conclusione: non di rado, anche oggi, alla fine del film partono gli applausi, vorrà dire qualcosa: un coinvolgimento transitorio ma fortissimo.
saludos
Solimano
Ho visto il film tanti anni fa e devo dire che, come Giuliano, non lo considero affatto un mito. D'altro canto il regista Michael Curtiz è stato un bravo artigiano dei film di avventura e non basta un cast di attori di tutto rispetto a fare diventare grande il film. La storia è fiacca e viene riscattata solo nel finale dove tutto si gioca sull'intreccio di destini inevitabili che conducono i protagonmisti a svolgere il ruolo loro assegnato. Per quanto riguarda i baristi.....e no caro Solimano la vita del barista non ha nulla di affascinante. Lo dice bene un granfde del cinema: John Ford che in "Sfida infernale" conclude con Henry Fonda/Wyatt Earp che al bancone del saloon chiede a al barista: John sei mai stato innamorato? E il poverino risponde: no. Ho fatto il barista per tutta la vita.
Ecco, fare il barista come metafora di una vita non vissuta, che non ha potuto o voluto avere possibilità....altro che barista sveglio.
Lodes, ho deciso di regalarti una cassetta, quella di Ten, che ti interesserà anche per altri motivi, ma soprattutto perché c'è un barista che è un vero guru di quelli tosti. Un maestro di vita impagabile, che si capisce benissimo che è in grado di fare della teoria perché ha fatto molta pratica. Poi ne parliamo dei baristi e dei gestori...
saludos
Solimano
La parte migliore di Humphrey Bogart è Woody Allen....
...sì, Manuela, ma... se un GENIO come Woody ha scelto proprio il vecchio Humphrey, ci sarà un motivo, no?
BUONANOTTE!
[:->>>]
Posta un commento