Giuliano
Per uno che nasce come spettatore di teatro, questo piccolo film è una grande gioia. E’ qualcosa di unico e di inaspettato, solo un “dilettante matto” come Pasolini poteva inventarselo. E’ la storia di Otello, è l’Othello di Shakespeare: però raccontato con le marionette. E che marionette: Jago è Totò, tutto vestito di nero, con un cappellaccio nero e con la faccia dipinta di verde; Otello è Ninetto Davoli, giovane e ingenuo. Un Otello così l’aveva già descritto Dostoevskij, in una pagina spesso dimenticata dai “Fratelli Karamazov” (parte terza, libro ottavo, capitolo terzo): « “Otello non è un uomo geloso, è un uomo fiducioso”, osservò Pushkin (...) Nel caso di Otello si tratta semplicemente di questo, che la sua anima si è spezzata e la sua visione del mondo è crollata, perchè il suo ideale si è offuscato (...) “. Otello non è geloso, ma si fida di Jago. Si fida anche di Desdemona, ma adesso a chi dare ragione, visto che Jago e Desdemona sono ai due poli opposti?
Ma qui siamo nel teatro delle marionette, non finirà come in Shakespeare: finirà con il pubblico che sale sul palcoscenico, come nella sceneggiata napoletana, contro « ‘o malamente», lo Jago dalla faccia verde, e contro quello sciagurato di Otello, così stupido da non capire niente. Come a Napoli, ma anche come Don Chisciotte nel teatrino di mastro Pietro, il pubblico non sopporta di vedere il male trionfare, e interviene. Al mattino, le due marionette rotte (Otello e Jago, Totò e Ninetto) verranno raccolte dallo spazzino e gettate in discarica: lì finalmente vedranno il cielo, e le nuvole. Le nuvole, che non avevano mai visto e che faticano a riconoscere, ma sono così belle...
Il resto del cast, dove la scelta fatta da Pasolini è sempre perfetta per lo scopo che si era prefisso: Desdemona è Laura Betti, bella e bionda ma anche poco affidabile; Cassio è Franco Franchi, Roderigo è Ciccio Ingrassia. E lo spazzino è Domenico Modugno, uno spazzino felice che lavora senza pensieri e che canta allegro un motivo da cantastorie che fa così: “Il derubato che sorride ruba qualcosa al ladro”, e sono proprio parole di Shakespeare.
Ma qui siamo nel teatro delle marionette, non finirà come in Shakespeare: finirà con il pubblico che sale sul palcoscenico, come nella sceneggiata napoletana, contro « ‘o malamente», lo Jago dalla faccia verde, e contro quello sciagurato di Otello, così stupido da non capire niente. Come a Napoli, ma anche come Don Chisciotte nel teatrino di mastro Pietro, il pubblico non sopporta di vedere il male trionfare, e interviene. Al mattino, le due marionette rotte (Otello e Jago, Totò e Ninetto) verranno raccolte dallo spazzino e gettate in discarica: lì finalmente vedranno il cielo, e le nuvole. Le nuvole, che non avevano mai visto e che faticano a riconoscere, ma sono così belle...
Il resto del cast, dove la scelta fatta da Pasolini è sempre perfetta per lo scopo che si era prefisso: Desdemona è Laura Betti, bella e bionda ma anche poco affidabile; Cassio è Franco Franchi, Roderigo è Ciccio Ingrassia. E lo spazzino è Domenico Modugno, uno spazzino felice che lavora senza pensieri e che canta allegro un motivo da cantastorie che fa così: “Il derubato che sorride ruba qualcosa al ladro”, e sono proprio parole di Shakespeare.
4 commenti:
ti ringrazio, cercavo proprio questo titolo di questo lavoro con totò e davoli
Caro Zamo, siamo qui per questo... A me piace soprattutto quando posso mettere on line cose che non si trovano, altrimenti che senso c'è?
Sono molto affezionato a questo film, peccato solo che non abbiamo trovato dialoghi, testi delle canzoni e altre immagini... (ci proverò).
Grazie per la visita.
mi sono ricordato ed ho cercato :-)
mi andrebbe di rivederlo per l'ennesima volta perché (sì, concordo)"questo piccolo film è una grande gioia"
Ciao, Dario.
Dear Darius, solo un matto come Pasolini poteva fare un film così "ricco e strano", per dirla ancora con Shakespeare (la Tempesta), rimanendo così fedele al testo originale anche ridotto ai minimi termini.
Ci sarebbe un gran bisogno di questi "matti" nel cinema di oggi. Ci sono tanti bravi registi, ma sono tutti andati alle scuole di cinema...
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