domenica 1 aprile 2007

Questa ragazza è di tutti

This Property is Condemned di Sydney Pollack (1966) Dramma di Tennessee Williams, Sceneggiatura di Francis Ford Coppola, Fred Soe, Edith Sommer Con Natalie Wood, Robert Redford, Kate Reid, Charles Bronson, Mary Badham, John Harding Musica: Kenyon Hopkins, "Wish Me a Rainbow", Sing You Sinner, "Lil'l Liza Jane" Fotografia: James Wong Howe (110 minuti) Rating IMDb: 6.6
Solimano
Me lo sento, lo so, questo film non avrà commenti, perché credo che nessuno dei passanti l'abbia visto, ma non è una ragione per non scrivere, se un film lo si è amato e lo si ama. Che poi, amare il film... è Alva che amo! Ma partiamo dal titolo. Quello italiano è "Questa ragazza è di tutti", di per sé ci sono titoli peggiori, aggiungo che c'è anche del vero, per come si svolge il film, ma dico no, mille volte no, Alva Starr non è di tutti! Vabbè, dietro Alva Starr c'è la Natalie Wood del 1966, ma lei si chiama Alva Starr, non solo, siccome le immagini a colori non sono belle, ne metto una in bianco e nero, così vi rendete conto di come fosse Alva. Viveva in un paese del Sud degli Stati Uniti, vicino alla ferrovia ed era la ragazza che tutti desideravano e che la madre Hazel (Kate Reid) voleva piazzare con un uomo maturo, noioso e con un po' di soldi. Andava giù piatta, la madre, le diceva che la cosa andava fatta e che per intanto si divertisse pure, senza però farlo sapere in giro. Solo che la ferrovia era in difficoltà e dalla città arrivò Owen Legate (Robert Redford) per licenziare molti di quelli che ci lavoravano, a sua scelta, si badi bene. Quindi rischiava che gli facessero la pelle.

Alva desiderava proprio lui, così si mise contro la madre e molti paesani, ma non ci badò, perché era orgogliosa ed ambiziosa e quasi per sfregio civettò con J.J. Nichols (Charles Bronson), l'amante della madre. Grosso pasticcio, finì che Owen ripartì per la città e Alva, per raggiungerlo, andò a letto con Nichols e gli rubò un po' di soldi, così potè comprarsi il biglietto per andare in città. Lei e Owen si ritrovarono e furono felici per poco, perché arrivò la madre, che voleva recuperare la sua gallina dalle uova d'oro, e per questo spiattellò tutta la storia ad Owen, ma Alva scappò. Morì poco tempo dopo e la sorella più piccola, non più del tutto bambina, parlava di lei camminando in mezzo ai binari della ferrovia e indossando il vestito rosso che portava Alva. Fine, una storia come tante. Solo che capisci fin dall'inizio del film che Alva finirà male, non te l'ha detto nessuno, te lo senti dentro, e la vedi per tutto il film vitale, litigiosa, ammirata, anche amata da Owen, ma capisci che sta sbagliando, che il suo orgoglio e la sua ambizione sono male indirizzati, che non ce la farà. L'ammiri e ti commuovi, perché sai che non durerà la sua gioia quasi di belva feroce di essere viva, vivissima. Il film si chiude come ti aspettavi, e pensi a come l'avresti visto nel 1966, quando uscì, invece di vederlo ora. Nel 1966 non avrei capito che non c'era l'happy end e ci sarei rimasto male negli ultimi cinque minuti, adesso invece sono stato male per tutto il film - cioè, male e bene, quasi contento di starci, in un male così.

2 commenti:

Isabella Guarini ha detto...

Non so se il primo commento sia giunto a destinazione per una improvvisa interruzione di rete.
Ho visto il film, e la descrizione di Solimano mi fa mettere a fuoco alcune immagini in bianco e nero, perché mi sembra di averlo visto in tv, prima del colore. Sidney Pollock a 72 anni, dopo molti successi, ha girato un film-documentario sul più famoso architetto del mondo. Frank Gehry,noto per il Museo di Bilbao, è colui che trasforma il frash in architettura. Vedere per credere! Isabella Guarini

Solimano ha detto...

Sydney Pollack è un bel caso, un regista che ha fatto molti film notevoli, eppure si parla più di altri che hanno fatto meno di lui.
Gli "Sketches of Frank Gehry" di cui scrivi, è del 2005 ed è molto apprezzato. Pollack ha fatto di tutto, anche il produttore e l'attore (c'era una buona parte nell'ultimo film di Kubrick) ma soprattuto a fatto diversi film memorabili, a parte questo, come "Corvo rosso non avrai il mio scalpo", "La mia Africa", ma anchew film più leggeri, come "Tootsie e "I tre giorni del condor", una multiformità che gli viene ingiustamnte rimproverata. Nel film "This property is condemned" è impressionante vedere la Wood e Refdord nell'iniziale vigore: avevano ottenuto successo da poco ma si impegnavano ancora come due dilettanti. E pensare che avevano pensato di affidare le parti alla Taylor e a Montgomery Clift... sarebbe uscito un film tutto diverso!

buona giornata, Isabella
Solimano