Solimano
Non ci volevo credere: Sarah Michelle Gellar nella parte della Merteuil, Reese Whitherspoon come Madame Tourvel, Selma Blair come Volanges, cambiando un po’ i cognomi, ma la storia è quella di Laclos, con un certo Ryan Philippe a fare Valmont. Come appaiono nella foto in bianco e nero, tutti e quattro col loro bell’aspetto da palestrati, le donne, anche se molto giovani, già preda dei chirurghi estetici, dopo i ventiquattro anni sembra che tutte ci siano già passate. Ho pensato che tanto valeva che un produttore italiano entrasse nella casa del Grande Fratello mettendo in palio i vari ruoli, con nomination, annessi e connessi, così avremmo avuto anche l’edizione italiana, che sarebbe ora che noi dicessimo la nostra se non altro perché Laclos è morto a Taranto nel 1803. Trovarono anche un regista giovane, sui trentacinque, Roger Kumble, e nel 1999 uscì il film. Siccome andò bene al botteghino, fecero Cruel Intentions 2 (presequel) e Cruel Intentions 3 (sequel): come marketing erano nel quadrante della matrice di Boston che si chiama “Mungere la vacca”, e la munsero. Mi sarebbe comodo continuare con l’ironia, ma non sarei onesto, perché quando ho visto il film ero diviso fra risate e ammirazione. Una incredibile sfacciataggine portata avanti con professionalità coerentissima. Immaginate Merteuil e Valmont fratellastri perché il padre dell’uno ha sposato la madre dell’altra, lei che desidera la Jaguar di lui, lui che desidera lei. Immaginate che la decisone sia affidata al fatto che lui riesca a farsi la figlia del preside del college, una che nell’intervista dice che la verginità è un valore che si dona solo quando si incontra quello che se la merita; c’è un’altra ragazza che fa ombra perché fila con l’ex moroso della Merteuil, e seducendola si punirebbe lui. L’ambiente è quello della New York straricca tra liceo e università, poi ci sono anche le opportune modernizzazioni, non manca il nero bello e c’è persino il bacio saffico fra Gellar e Blair, che in Italia hanno tagliato perché non si voleva che il film fosse vietato ai minori. Rimane che Ryan Philippe s’innamora di Reese Witherspoon, ne consegue il contrasto fra i fratellastri, come succede in Laclos, solo che questa operazione così lustra, patinata, colorata, musicata, moderna, postmoderna non può rinunciare al lieto fine: i buoni vanno premiati ed i cattivi puniti. La cattiva, cioè la Gellar, viene un po’ sputtanata in una di quelle riunioni scolastiche che nei college servono a capire chi ha il boccino in mano. Ryan Philippe invece diventa buono e Reese è tutta contenta. Non scorre sangue, solo un po’ di droga ogni tanto. Tutto - dialoghi, sguardi, vestiti, macchine, case, letti, musiche, toccamenti - perfettamente finalizzato al target: i giovani attorno ai vent’anni (anche meno) dei paesi ricchi, che hanno i soldi e la voglia per andare al cinema ed identificarsi con eroi ed eroine loro, già quelli dei trentenni sono off. Manca del tutto, ovviamente, la profondità di Laclos, del sistema Laclos, ma c’è vivacità di dialoghi, di movimenti, di combinazioni, di trovate, di sorprese, come una coloratissima vita tutta di superficie, in cui l’interiorità è solo un suggeritore che se ne sta nella sua buca: conta solo la scena, con gli attori intenti a rubarsi le parti. Difatti sono sorti i fan club: quelli per Sarah, quelli per Ryan, quelli per Reese. Qualcuno dice che Selma Blair è stata scelta perché assomiglia Monica Lewinsky, non ci sarebbe da meravigliarsene, visto il contesto. Su IBS, sito in genere frequentato da gente che legge, sono arrivati a frotte, per votare 5/5 il DVD. Qui ci starebbe la geremiade del dove andremo a finire di questo passo. Ma di fondo non la vedo così, perché so come andrà a finire: qualcuno dei tifosi e delle tifose di oggi, quando si avvicineranno ai trent’anni, cioè alla vecchiaia senza speranza - così pensano e penseranno - troverà in qualche book shop il testo di Laclos, magari modernizzato con in copertina Sarah o Ryan. Lo comprerà un po’ curioso un po’ no e leggendolo si renderà conto - se supererà le prime pagine - che su questo pianeta esistono molte cose che non sapeva, ad esempio che fare i conti con le dominanze è più difficile che fare i conti con gli amplessi. Senza la geniale e gaglioffa operazione di Cruel Intentions non l’avrebbe mai saputo.
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