lunedì 30 aprile 2007

Braveheart

Braveheart di Mel Gibson (1995) Sceneggiatura di Randall Wallace Con Mel Gobson, James Robinson, Sean Lawlor, Sandy Nelson, Sophie Marceau, Brian Cox, James Cosmo, Catherine McCormack Musica: James Horner Fotografia: John Toll Costumi: Charles Knode (177 minuti) Rating IMDb: 8.3
Giuliano
Mel Gibson è un bravo attore e ha girato film piacevoli e anche importanti, soprattutto quelli con Peter Weir all'inizio della sua carriera; ma in questi giorni ritrasmettono in tv Braveheart, il suo primo film da regista, e mi torna alla memoria lo sgomento con il quale ho assistito alla sua prima proiezione, quand'era appena uscito. Eh già, perché poi è uscito il suo film sulla Passione di Cristo, ma prima (1995) Mel Gibson aveva girato Braveheart. Un buon film, intendiamoci: ma quanta violenza gratuita... Ancora non sono riuscito a dimenticare la scena in cui il cattivo inglese sgozza la moglie di Braveheart, prologo e giustificazione a guerra e tremenda vendetta. Una scena molto cruda e realistica, degna dei rapitori di giornalisti in Iraq: ma, almeno, le nostre tv quei video ce li hanno risparmiati. Lo spettatore di Braveheart, invece, quella sequenza (molto realistica) se la deve proprio vedere: fino all'ultimo, infatti, si spera che - secondo l'usanza - al momento opportuno la macchina da presa sfumi. Invece no: la povera ragazza indifesa viene proprio sgozzata davanti ai nostri occhi; e questo spiega molto - molto più di tanta pretesa filologia teologica - cosa abbia voluto fare Mel Gibson dirigendo poi la sua troppo famosa Passione di Gesù...Per quanto riguarda il resto, "Braveheart- Cuore impavido" è un soggetto che richiede castelli, paesaggi scozzesi e battaglie: e tutte queste cose ci sono, Gibson non si tira di certo indietro e questo va a suo merito. Ma io ho ancora nella mente Stanley Kubrick, Akira Kurosawa, e anche il Mahabharata di Peter Brook: le battaglie di Braveheart sono ispirate (posso dire: copiate?) a quelle di Spartacus, di Ran e di Kagemusha, ma non sono la stessa cosa. Avrei preferito, piuttosto, veder recitare fino alla fine l'attrice che faceva la parte della moglie di Braveheart, era molto carina ma Gibson me l'ha tolta di torno dopo mezz'ora. Che peccato: come si chiamava? Ho cercato il suo nome ma non sono riuscito a trovarla...

3 commenti:

Solimano ha detto...

Giuliano, avrai notato che avevo messo una immagine di Mel Gibson, ma poi ho preferito sostituirla con una immagine di Catherine McCormack, sebbene sia piccola. Difatti l'aspetto di Mel Gibson mi sembrava di una brutalità troppo voluta. A quel punto, preferisco Flesh+Blood di Verhoeven che almeno ha l'aspetto di una favola cattiva e sfolgorante, e forse ne scriverò. Mel Gibson, in un genere diverso, fa come Dario Argento: tira colpi bassi all'indifeso spettatore. E' un peccato, perché la bella storia ci sarebbe tutta, ma la differenza rispetto a Kubrick e Kurosawa è che con loro anche nelle scene più crude siamo in grado di mantenere un salutare distacco, pur nel coinvolgimento. Gibson no, vuole la nostra pancia più che i nostri cervelli. Il guaio è che, siccome è bravo, c'è il rischio che ci riesca.

saludos
Solimano

Roby ha detto...

Caro Giuliano, se non si trattasse di un comportamento assai disdicevole per una signora-bene come me, credo che TI BACEREI: sono letteralmente circondata -sia in famiglia che sul lavoro- da persone che mi hanno sempre guardato con malcelata commiserazione, appena accenno al fatto che a me la VIOLENZA, sul grande e sul piccolo schermo, dà molta ma moooolta noia. "Tesoro, questa è la vita REALE" è solita ripetermi la mia amica D. "A me danno molto più fastidio i reality: quella sì che è VOLGARITA' pura!". Bene: e le ossa triturate e sanguinolente di Gesù crocifisso in "Passion" (le ho intraviste per un attimo, sorvolando il televisore per dirigermi in bagno) quelle no, non sono volgari, oltre che gratuitamente violente??? Già che c'era, il bravo (e anche bello, per alcuni/e, ma non per me) Gibson, oltre a far parlare gli attori in aramaico antico con inflessioni di ebraico della tribù di David, il tutto venato dal tipico accento tardo-latino delle province orientali (!), poteva anche mostrarceli mentre espletavano le loro più elementari funzioni fisiologiche, disinvoltamente accosciati dietro un monticello di terra, ai bordi del deserto giudaico. Non sarebbe stato tanto più VERO, il tutto??????
Ecco. L'ho detto. E adesso mi sento meglio!
[:->>>]

Giuliano ha detto...

Cara Roby, ok per il bacio, appena possiamo mi tengo pronto.
La violenza nei film non mi disturba, per esempio in Kubrick (che è stato molto frainteso, e tagliuzzato dalla pubblicità perde il suo vero senso). Però ne ho anche viste troppe, a un certo punto scappa perfino da ridere e vado a cercarmi Bud Spencer, che è molto meglio. Il film di Gibson su Gesù proprio per questo era di uno squallore infinito, non l'ho retto. Per il resto era un'idea buona, e ha anche ragione Solimano a dire che Gibson regista non è da buttar via: ma insomma, se voglio vedere Mel Gibson vado a prendere i film che ha fatto con Weir: lì è davvero bravo.