giovedì 26 aprile 2007

Colazione da Tiffany (1)

Breakfast at Tiffany's di Blake Edwards (1961) Dal racconto di Truman Capote, Sceneggiatura di George Axelrode Con Audrey Hepburn, George Peppard, Patricia Neal, Buddy Ebsen, Martin Balsam, José Luis de Villalonga, Johm McGiver, Mickey Rooney Musica: Henry Mancini Fotografia: Franz Planer, Philip H.Lathrop (115 minuti) Rating IMDb: 7.8
Habanera
Non è stato un amore a prima vista. Non che non mi fosse piaciuto quando l' ho visto al cinema, solo che in quel momento non sapevo ancora che sarebbe diventato uno dei film che avrei rivisto sempre volentieri, un film amico. L' ho scoperto quando ho avuto occasione di rivederlo la seconda volta, in TV, e ne sono passati di anni. Non è sempre vero che un film lo si apprezza realmente solo al cinema, dipende dalle circostanze, dallo stato d' animo. Invece è assolutamente vero che niente può sostituire il teatro, la sua magia, il rapporto diretto che si stabilisce tra gli attori e gli spettatori, ma questo è un altro discorso.

Torniamo al film e ai due protagonisti, Paul (George Peppard) ed Holly (Audrey Hepburn).
Paul, scrittore in crisi d' ispirazione, è l' amante strapagato di una sofisticata signora dell' alta borghesia, Holly frequenta il giro delle persone in vista sperando di accalappiare un marito ricco per riscattarsi, insieme al fratello, dalla miseria in cui sono cresciuti. Sono vicini di casa e diventano amici, con estrema naturalezza, nel momento stesso in cui si conoscono. Nessuna formalità tra di loro, mai un attimo di imbarazzo, solo confidenza e fiducia reciproca, come si conoscessero da anni.
Holly entra ed esce senza preavviso da casa di Paul, anche in piena notte, direttamente dalla finestra e lui sembra trovarlo del tutto naturale. E' un' amicizia complice ed allegra, come tra due adolescenti, che si rafforza di giorno in giorno; tutto sembra filare a meraviglia finchè Amore ci mette lo zampino e inevitabilmente la situazione si complica. Holly ha paura di amare e di essere amata, non vuole appartenere a nessuno, teme di trovarsi ingabbiata, lei così interiormente libera da non avere mai arredato il suo appartamento nè dato un nome al suo gatto, che infatti chiama Gatto. Paul è il primo a capire che l' amicizia si sta trasformando in qualcosa di diverso e si comporta di conseguenza. Lascia senza rimpianti l' amante non amata, ricomincia a scrivere, cambia casa e stile di vita. E Holly? Adorabilmente testarda, come sempre, non si arrende. Resiste, si rifiuta di mettersi in gioco, cerca di fingere, anche con se stessa, che niente sia cambiato. Spera ancora di realizzare un matrimonio in cui l' affetto non rischi di trasformarsi in amore per continuare così a sentirsi libera, senza radici.

Ma alla fine cederà anche lei. Sotto una pioggia torrenziale, cercando e ritrovando il Gatto che aveva abbondonato, ritroverà anche Paul. Si guardano negli occhi e per un tempo che sembra interminabile nessuno dei due si muove verso l' altro...
L' Happy End, prevedibile ma non tanto, arriverà con l' abbraccio più inzuppato della storia del cinema, un abbraccio a tre perchè c'è anche Gatto, bagnato fradicio anche lui ma felicemente al riparo sotto il bavero dell' impermeabile di Holly.
Il tutto condito da una sognante colonna sonora, Moon River, e dalle immagini di una New York sul finire degli anni cinquanta con la sua mitica Quinta Strada, emblema di quel sogno americano che ha accompagnato tante generazioni e in cui oggi è tanto più difficile credere, per tutti.
Ho detto molto ma non ho detto tutto, chi ha visto il film lo sa. Occorre ascoltare il dialogo, battuta per battuta, ma soprattutto vedere lei, Audrey Hepburn, perchè senza i suoi incantevoli occhi questo film sarebbe un' altra cosa ed io, probabilmente, non sarei qui a parlarne.

9 commenti:

Solimano ha detto...

Habanera, mi hai fregato sul tempo, Colazione da Tiffany era tra i film che io volevo mettere. Ma hai ragione tu, perchè in campagna c'è il proverbio è l'uccello del mattino che becca la ciliegia.
Poi mi piace il gioco non truccato che c'è fra di noi: ognuno si tiene stretti i film suoi, come fossero carte da gioco, col rischio che qualcuno chiuda prima. Di film amici ce n'è per tutti, e più uno ne mette, più gliene vengono in mente.
Stamattina mi hanno sbalordito due cose.
La prima è che Colazione da Tiffany è del 1961! Credevo fosse di molti anni dopo, invece è quasi il primo film di Blake Edwards, onore a lui.
La seconda è che sono andato a vedere in IMDb i film che ha fatto Edwards: quanti ne ha fatto di belli!
Belli come questo forse no, ma Edwards è riuscito a farmi diventare simpatica persino sua moglie Julie Andrews, che prima non potevo vedere. Ha fatto in modo che diventasse spiritosa (lo era già prima, ma nessuno lo sapeva, forse neppure lei).
In questo film, io vedo anche il risvolto in ombra: il marito da cui Holly fugge e che viene in città per recuperarla, la scomparsa del fratello, i truschini che Holly combina con il gangster, che le costano il mancato matrimonio col brasiliano. Ma soprattutto: come si mantiene Holly? Lo sappiamo tutti, come si mantiene: andando ogni tanto alla toeletta, come dice lei. Lo sappiamo, ma non ne parliamo, perché le vogliamo troppo bene.

saludos
Solimano

Roby ha detto...

Una bella "Colazione da Tiffany", quanto mi piacerebbe farla davvero, con un sacchetto pieno di brioches calde ed un caffè in confezione "da passeggio"! L'ho già detto, credo, che Audrey Hepburn è una delle mie attrici preferite, perfino in cosette minori tipo "Come rubare un milione di dollari e vivere felici", nel quale m'innamorai perdutamente di Peter O'Toole. Ed ora che ci penso, per lo stesso motivo ho adorato altri suoi partner, come qui George Peppard, Gregory Peck in "Vacanze romane" e i fratelli Holden/Bogart di "Sabrina"... Curioso quanto la mia immedesimazione con lei, quando la guardo, sia totale, al contrario della consistenza fisica -ahimè!- assolutamente opposta! Ciao, Habanera, e grazie!!!

Habanera ha detto...

Caro Solimano, mi dispiace averti fregato ma avrei potuto fare di peggio. Pensa che volevo iniziare con "L' Amour l' après-midi" di Rohmer. Quella sì che sarebbe una bella invasione nel tuo campo. Ma non lo ricordo in tutti i particolari, avrei bisogno di rivedelo prima di parlarne e non è detto che non lo faccia, quindi se vuoi battermi sul tempo ti consiglio di fare in fretta. Sul risvolto in ombra del film Colazione da Tiffany hai perfettamente ragione e l'apparizione di Doc, il marito di Holly, è uno dei momenti migliori del film. Un puro di cuore, disegnato con mano leggera, che ci conquista e ci intenerisce senza mai cadere nel patetico, almeno per come la vedo io.

Saluti e... pop corn
Habanera

Habanera ha detto...

Verissima questa cosa dell' immedesimazione, Roby!
E' sempre capitato anche a me con Audrey; Così, di volta in volta, sono stata Sabrina, Arianna, Holly e, via via, tutti i personaggi che interpretava con la sua inimitabile grazia e la sua innata eleganza.
Se ti interessa puoi travare qui: http://www.mymovies.it/dizionario/biblio.asp?a=4850
alcune notizie interessanti.

Ti leggo sempre molto volentieri.
Ciao!

Habanera

Solimano ha detto...

Habanera, con Rohmer non c'è problema, di film suoi ne ho visti ventuno e ne amo ventidue, quindi gioco barando, di assi nella manica ne ho quanti ne voglio. Se vai avanti tu con L'amour l'après midi ho solo l'incertezza della scelta: Pauline à la plage o La femme de l'aviateur o Les nuits de la pleine lune? Mbah! Vedremo.
Roby, il meccanismo della identificazione succede anche ai maschietti, quindi capisco benissimo cosa succedeva (e succede)a voi quando vedete Audrey Hepburn. Perchè sono personaggi diversi, ma è sempre lei come è fatta non solo come attrice, ma anche come persona: in ogni film si porta dietro tutti i personaggi, quelli che è stata e quelli che sarà, compresa Eliza di My Fair Lady, non dimentichiamola.
Voi pensate ad Audrey, io mi dedicherò ad Eric, vi invidio un po'.

saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

caro solimano
ti seguo con assiduità, ma è la prima volta che ti scrivo.
il fatto è che quasta sera su rai 1 gira colazione da tiffany.
mia moglie, che mi ha spinto a vederlo, ad un certo punto dice "mi immaginavo di meglio" e io di rimando "ma è un film da anni 60. non pupi vederlo con gli occhi di oggi"
poi mi è venuto in mente che ne avessi parlato in una delle tue recensioni dal punto di vista dello spettatore.
l'ho trovata e mia moglie ha riacquistato curiosità per il film
stiamo aspettando l'abbraccio più inzuppato della storia
grazie

Paolo Ferrario ha detto...

scusa. ero amalteo

Solimano ha detto...

Amalteo, il post su "Colazione da Tiffany" l'aveva scritto Habanera, ma siamo tutti convinti che è uno dei migliori di Blake Edwards. Credo che non risenta molto del tempo passato. Ei, il finale è inzuppato di pioggia, ma c'è qualcuno che anche si commuove. Mi sono comprato il DVD e finirà che ne riparleremo.

grazie e saludos
Solimano

Paolo Ferrario ha detto...

scusa, non avevo notato che lo aveva scritto habanera. grazie