Match Point di Woody Allen (2005) Con Jonathan Rhis Meyers, Matthew Goode, Brian Cox, Emily Mortimer, Scarlett Johansson Fotografia di Remi Adefarasin (124 minuti) Rating IMDb: 7,8
Manuela
Qualche tempo fa scrissi per Stilelibero un breve commento su Match Point. Non sono molti i film di cui sento il bisogno di scrivere. Lasciando perdere i film “mitici” e quelli visti in gioventù, che sono belli per definizione, non sono molti i film che riescono ad emozionarmi. Match Point è uno dei pochi. Scrivevo allora: “E’ un film coraggioso, che ci mette davanti ad una verità dalla quale si tende a sfuggire: è il caso a decidere molto spesso della nostra sorte. La pallina, cadendo casualmente di qua o di là dalla rete, assegna la vittoria all’uno o all’altro giocatore. Non necessariamente al più bravo. Al più fortunato, piuttosto… La nostra mente si adatta con difficoltà a questa semplice constatazione; usiamo la categoria della casualità, come quella della finalità – come altre, del resto - in modo quasi inconscio, arrivando spesso a conclusioni facili ma errate. Ci vuole un film intenso e coraggioso, a farcene prendere coscienza…Il caso esclude qualsiasi finalità eterodiretta nelle vicende del mondo. E allora ne consegue l’urgenza cercare il senso della nostra esistenza; e questo è il problema a cui l’ateo rigore di Woody Allen ci mette di fronte, senza cercare scorciatoie autoconsolatorie”.
Lo sottoscrivo adesso, aggiungendo un’altra considerazione. In questa assenza di finalità, o di un senso consegnato dall’esterno alle nostre vite, allora l’unica guida cui affidarci non può essere che il nostro senso morale, quell’imperativo categorico che ci fa decidere cosa è bene e cosa è male. Se questo senso morale viene meno, come accade al protagonista, allora non resta che il caso, a buttare la pallina da una parte o dall’altra della rete. Così può succedere che si incappi in un amarissimo “lieto fine”.
A me piacciono i film che raccontano una storia, e questo la racconta; che hanno personaggi credibili e coerenti con la storia stessa, e questi lo sono. Mi piacciono i film che, oltre ad una storia, sanno fare domande, e questo le sa fare, se solo le si vogliono ascoltare. Non c’è molto del Woody Allen di “Provaci ancora Sam” o “La rosa purpurea del Cairo” (film che, come sapete già, adoro). E’ possibile però, che ad un certo punto, ci siano domande esistenziali che non si possono più evadere.
Per chi non ne conoscesse la trama, ecco il riassunto: Chris Wilton, maestro di tennis, conosce il ricco Tom Hewett e sua sorella Chloe. Chris e Chloe si innamorano e il ricco padre di lei lo inserisce nella sua attività finanziaria. Il matrimonio tra Chris e Chloe è inevitabile. Ma Chris, che ha conosciuto Nola (Scarlett Johansson, bravissima), la fidanzata di Tom e ne è rimasto irrimediabilmente attratto, quando mesi dopo la rincontra inizia con lei una appassionata relazione.
Ma Nola resta incinta e pretende che Chris lasci la moglie; questi, incapace di resistere alla pressione, escogita una via di fuga. E poiché il film è anche un giallo sui generis, non posso raccontare oltre.
Lo sottoscrivo adesso, aggiungendo un’altra considerazione. In questa assenza di finalità, o di un senso consegnato dall’esterno alle nostre vite, allora l’unica guida cui affidarci non può essere che il nostro senso morale, quell’imperativo categorico che ci fa decidere cosa è bene e cosa è male. Se questo senso morale viene meno, come accade al protagonista, allora non resta che il caso, a buttare la pallina da una parte o dall’altra della rete. Così può succedere che si incappi in un amarissimo “lieto fine”.
A me piacciono i film che raccontano una storia, e questo la racconta; che hanno personaggi credibili e coerenti con la storia stessa, e questi lo sono. Mi piacciono i film che, oltre ad una storia, sanno fare domande, e questo le sa fare, se solo le si vogliono ascoltare. Non c’è molto del Woody Allen di “Provaci ancora Sam” o “La rosa purpurea del Cairo” (film che, come sapete già, adoro). E’ possibile però, che ad un certo punto, ci siano domande esistenziali che non si possono più evadere.
Per chi non ne conoscesse la trama, ecco il riassunto: Chris Wilton, maestro di tennis, conosce il ricco Tom Hewett e sua sorella Chloe. Chris e Chloe si innamorano e il ricco padre di lei lo inserisce nella sua attività finanziaria. Il matrimonio tra Chris e Chloe è inevitabile. Ma Chris, che ha conosciuto Nola (Scarlett Johansson, bravissima), la fidanzata di Tom e ne è rimasto irrimediabilmente attratto, quando mesi dopo la rincontra inizia con lei una appassionata relazione.
Ma Nola resta incinta e pretende che Chris lasci la moglie; questi, incapace di resistere alla pressione, escogita una via di fuga. E poiché il film è anche un giallo sui generis, non posso raccontare oltre.
1 commento:
Non ho ancora visto Match point, e se mi capiterà lo vedrò volentieri, però su Woody Allen ho da tempo una convinzione: fa troppi film. Comprendendo quello che sta girando adesso e quello già pianificato per il 2008 sono 43 (quarantatré). Difatti, a parte i suoi primi film, in cui funzionava anche l'effetto sorpresa, siamo in difficoltà nel distinguere e ricordare chiaramente cosa ha detto in almeno una trentina di film. Gli succede come succedeva a Moravia, che se non usciva con un libro all'anno non era contento. La fine è stata che adesso di Moravia rileggiamo volentieri Gli indifferenti e poco altro. Mi si dirà che il mio amato Rohmer opera allo stesso modo, resta il fatto che i film di Rohmer, che sono comunque di meno, li ricordo uno per uno con le loro caratteristiche individue che li diversificano, cosa che non mi succede con Allen.
saludos
Solimano
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