domenica 10 giugno 2007

Orizzonte perduto

Lost Horizon di Frank Capra (1937) Romanzo di James Hilton, Sceneggiatura di Robert Riskin, Sidney Buchman Con Ronald Colman, Jane Wyatt, Edward Everett Horton, John Howard, Thomas Mitchell Musica: Dimitri Tiomkin Fotografia: Joseph Walker (132 minuti) Rating IMDb: 7.7
Giuliano
Comincia come un film d’azione, con sequenze mozzafiato: siamo in Oriente, negli anni 30, nelle colonie inglesi tra Baskul e Peshawar, in tempo di guerre e d’insurrezioni. In un aeroporto, un ufficiale inglese sta organizzando l’evacuazione dei "bianchi": e con molta efficienza, nonostante il terrore che regna. Quegli aerei sono per i presenti l’unica occasione di salvezza, ma non c’è posto per tutti. L’ufficiale sale sull’ultimo aereo disponibile; con lui suo fratello (anche lui ufficiale) e poche altre persone raccattate nell’aeroporto all’ultimo momento. Quando tutto sembra tranquillo, l’aereo è già in volo da un po’ e si comincia pensare al ritorno verso casa, uno dei passeggeri si accorge che il pilota sta andando nella direzione sbagliata: non verso il mare, ma verso le grandi montagne dell’Himalaya. L’aereo è stato dirottato: un pilota misterioso, dai tratti mongolici, lo sta portando verso una destinazione ignota. Il dirottatore ha un aspetto minaccioso, non gli si può parlare, mostra una pistola; ma non sembra avere davvero cattive intenzioni. L’aereo fa uno scalo per il rifornimento di benzina, durante il quale ai rapiti è proibito scendere dall’aereo: e tutto funziona con grande efficienza, anche se in una landa desolata e a forza di braccia e di taniche di benzina, e poi si riparte subito, ancora più in alto.
Infine l’aereo atterra, in condizioni terrificanti: siamo proprio in mezzo alle vette più alte, tra le nevi perenni, in uno spazio angusto. Nell’atterraggio il pilota muore, e nessuno dei rapiti può più sapere che cosa è successo. Ora sono soli, sperduti tra le nevi dell’Himalaya: cosa fare?
Non sembra un film di Frank Capra. I primi venti minuti sono tutti azione, che ancora oggi fanno la loro bella impressione: è il film che racconta il mito di Shangri-La, tratto dal bestseller dello scrittore inglese James Hilton. Non racconto come va avanti, perché sarebbe un delitto privarvi del piacere della visione di questo film: che ormai è fuori dal giro da parecchi anni, anche se ne sono stati tentati dei remake molto deludenti che spero vi siano sfuggiti. L’originale è questo, e rimane inimitabile perché la mano del grande Frank Capra si fa sentire, anche in un tema per lui inusuale. Ma, forse, non così inusuale: in fondo, anche in "La vita è meravigliosa" l’elemento del soprannaturale e del tempo sospeso è ben presente – e forse i due film non sono così diversi l’uno dall’altro. Ma qui mi fermo, è più che probabile che non l’abbiate davvero mai visto: vi posso dire che io sono riuscito a recuperare il libro di Hilton, ed è notevole (non me l’aspettavo), e che tra i protagonisti del film ci sono due mostri di bravura, i caratteristi Thomas Mitchell (che qualche anno dopo sarà il medico ubriaco di "Ombre rosse") e l’allampanato Edward Everett Horton, specializzato nelle parti di gentiluomo all’inglese, che qui interpreta un bizzarro paleontologo con la testa sulle nuvole.

4 commenti:

Roby ha detto...

Giuliano, ma davvero hai recuperato il libro di Hilton? Dove? Come? Quando? "Orizzonte perduto" e la leggenda di Shangri-la hanno un posto ben consolidato nel mio immaginario. E non solo nel mio, come ho potuto testè constatare!

Aveatquevale

Roby

Solimano ha detto...

Giuliano, io non l'ho mai visto, ne ho sentito solo parlare.
Vorrà dire che il prossimo saccheggio che farò a Milano riguarderà anche questo film, anche se a questo punto potremmo mettere su una specie di mutuo soccorso per cui i film ce li passiamo l'uno con l'altro.
Mi sto godendo il cofanetto DVD di sei film di Rohmer. A parte il prezzo buono (sui nove Euro per DVD) la cosa apprezzabile è la lingua originale con i sottotitoli in italiano, lo trovo comodissimo e fa capire molto meglio il film, mi piacerebbe che succedesse così anche per i film di Lubitsch.

saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Cara Roby, su una bancarella di Milano: piccolo, triste, vecchio, ingiallito - ma intatto.
Ho trovato anche "Prigioniero del passato" (bellissimo, c'è un film che non ho mai visto, sempre con Ronald Colman) e il famoso "Mr, Chips", tutti di Hilton e tutti su bancarelle e libri usati molto vecchi...
Forse le biblioteche li hanno

Giuliano ha detto...

Shangri-la non è tanto "il mito dell'eterna giovinezza", come si dice sempre. E' piuttosto il desiderio di rallentare il tempo, di avere il tempo di vivere la nostra vita, e di farlo in un posto dove ne valga la pena.
C'è poi un messaggio fortemente pacifista, soprattutto nei libri di Hilton, che hanno sempre protagonisti che la guerra l'hanno vissuta e ne hanno sofferto.