Giuliano
C’è qualcosa di straordinario in questo film, ed è l’incontro di due dei narratori più grandi della storia: Rudyard Kipling e John Huston. Ci sono stati scrittori più grandi di Kipling, e registi più piacevoli di Huston, ma la questione del saper narrare è unica. Non si diventa narratori, ci si nasce: alcuni di noi raccontano storie e gli altri li stanno ad ascoltare, magari a bocca aperta, anche se la storia non è delle più avvincenti. Ma, se il narratore non è all’altezza, anche la più bella delle storie diventerà noiosa.
Qui si racconta la storia di Alessandro Magno, che giunse fino in Kashmir e in Afghanistan: la si racconta attraverso le gesta di due soldati dell’esercito coloniale inglese, due cialtroni dotati di abbastanza coraggio e incoscienza da gettarsi nell’impresa di recuperare un tesoro di cui soltanto si favoleggia, fra tribù selvagge e valli inesplorate. Una storia che si poteva immaginare solo nell’Ottocento: oggi ci sono ancora le tribù selvagge nell’Afghanistan, ma hanno il kalashnikov e non guardano più in faccia a nessuno.
Una scommessa che riesce, e alla grande, per merito di Kipling e di Huston ma anche dei due protagonisti, l’inglese Michael Caine e lo scozzese Sean Connery. Due degli attori più fascinosi della storia del cinema, ed è guardando questo film – più che i vari James Bond – che si capisce come mai Connery sia ancora oggi, a 70 anni compiuti e passati, uno degli uomini che più piacciono alle donne di tutto il mondo e di tutte le età.
C’è qualcosa di straordinario in questo film, ed è l’incontro di due dei narratori più grandi della storia: Rudyard Kipling e John Huston. Ci sono stati scrittori più grandi di Kipling, e registi più piacevoli di Huston, ma la questione del saper narrare è unica. Non si diventa narratori, ci si nasce: alcuni di noi raccontano storie e gli altri li stanno ad ascoltare, magari a bocca aperta, anche se la storia non è delle più avvincenti. Ma, se il narratore non è all’altezza, anche la più bella delle storie diventerà noiosa.
Qui si racconta la storia di Alessandro Magno, che giunse fino in Kashmir e in Afghanistan: la si racconta attraverso le gesta di due soldati dell’esercito coloniale inglese, due cialtroni dotati di abbastanza coraggio e incoscienza da gettarsi nell’impresa di recuperare un tesoro di cui soltanto si favoleggia, fra tribù selvagge e valli inesplorate. Una storia che si poteva immaginare solo nell’Ottocento: oggi ci sono ancora le tribù selvagge nell’Afghanistan, ma hanno il kalashnikov e non guardano più in faccia a nessuno.
Una scommessa che riesce, e alla grande, per merito di Kipling e di Huston ma anche dei due protagonisti, l’inglese Michael Caine e lo scozzese Sean Connery. Due degli attori più fascinosi della storia del cinema, ed è guardando questo film – più che i vari James Bond – che si capisce come mai Connery sia ancora oggi, a 70 anni compiuti e passati, uno degli uomini che più piacciono alle donne di tutto il mondo e di tutte le età.
5 commenti:
Tutta la mia ammirazione a Giuliano per aver saputo "narrare" così bene il film... e tutta la mia ADORAZIONE a Sean Connery, per le ragioni dette nel post...
Roby
Beh, ricordiamoci anche di Kipling, che adesso leggono molto poco, ma i cui libri,a partire dalle storie della Giungla, affascinarono molti ragazzi.
Anche Kim era un bel libro.
In ditta, c'era appesa da tante parti la sua poesia If... che per la cultura anglosassone costituiva un vero e proprio cult.
saludos
Solimano
Anche il film su Kim è bello, ma questo è più divertente. E' più da gaglioffoni, quasi un Indiana Jones ma fatto da John Huston: cioè molto meglio, anche se con qualche litro di whisky di troppo...
Però anche Kim era divertente, dai. Lo andrò a recuperare, ne ho un ricordo vago ma affascinante.
saludos
Solimano
Kim è divertente ma è serio: parla del "Grande gioco", c'è un bambino in guerra...
Questo qui è proprio invenzione, narrativa, fantasia. "Gaglioffone" mi viene spontaneo, perchè se metti insieme Huston, Connery e Caine...
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