sabato 2 giugno 2007

Eric Rohmer

Solimano
I film di Rohmer li ho visti quasi tutti, tranne due e tre. Molti, li ho anche rivisti e li rivedrò.
Fra quella sera del 1968 in cui entrai in un cinema di Verona e vidi "La collectionneuse", senza saper nulla di Rohmer, ed oggi del tempo ne è passato. Tre-quattro volte, in questi anni, ho pensato: "Vabbè, tutto finisce, anche Rohmer", ma ha avuto sempre ragione lui: anche nel film meno noto c'è un volto, una frase, un giardino, una carta da gioco, una nota musicale che ti ricordi per sempre.
Noi rohmeriani siamo una piccola minoranza felice. A suo tempo ci provammo, a farlo piacere agli amici ed alle amiche: ci dicevano che quei film sembravano una soap-opera in cui non accade nulla, e con budget scarso. Eppure, per i ventitrè minuti de "La Boulangère di Monceau", che è del '63, darei tanti film famosi.
Succede sempre così: il film comincia, per un quarto d'ora sei distratto, parlotti, sbadigli, poi, al sedicesimo minuto, Rohmer ti imbozzola nella sua ragnatela fino alla fine del film. Riavvolgi la cassetta, e ti riguardi a bocca aperta il primo quarto d'ora.
Ci ho rinunciato, a crearmi un razionale che mi spieghi il come, quando, perché di Rohmer. Parlano di Jane Austen, di Henry James, di Stendhal: tutto giusto, con tanto altro, Marivaux, anche Molière, ad esempio.
La capacità di svelare i rapporti fra le persone, ed i rapporti amorosi in particolare, mostrandone le ambiguità, le dominanze, l'impermanenza, e facendole sentire non come una sfiga esistenziale, ma come bellezza cangiante, è solo sua.
Ed uno, alla fine di un qualsiasi suo film, dice a sé stesso: "D'accordo, la vita non è un paradiso, ma il 90% dei motivi è causato dal nostro sguardo sulla nostra vita".
Per questo ho parlato di minoranza felice. Niente steccati da felici pochi, niente sgomitamenti in cerca di riconoscimento. Sorseggiare ogni giornata come se fosse nuova, perché tale è, se il nostro sguardo la vive senza forzature, proprio come i titoli di Rohmer. Cito a memoria: "La femme de l'aviateur", "Ma nuit chez Maud", "L'amour, l'après-midi", "L'ami de mon amie", "Pauline à la plage", "Le genou de Claire", "Le beau mariage"... C'è lo stesso gusto con cui si apparecchia la tavola per uno spuntino con gli amici. Ma ci saranno anche le amiche, se no che spuntino è?
P.S. L'immagine è dal Conte d'Automne.

Nessun commento: