giovedì 28 giugno 2007

L'uomo che visse nel futuro

The Time Machine di George Pal (1960) Dal romanzo di H.G. Wells, Sceneggiatura di David Duncan Con Rod Taylor, Alan Young, Yvette Mimieux, Sebastian Cabot, Tom Helmore, Whit Bissell Musica: Russell Garcia Fotografia: Paul Vogel (103 minuti) Rating IMDb: 7.5
Giuliano
La mattina dopo la prima trasmissione in tv di "Fahrenheit 451", il film di Truffaut tratto dal romanzo di Ray Bradbury, un mio compagno di classe (non dei peggiori) lo commentava così, parlandone con gli altri:- Oh, hai visto che roba? Bruciavano tutti i libri! Che bello... magari fosse vero!
Io facevo le medie, e me lo ricordo ancora. Come battuta poteva anche starci, soprattutto a scuola; ma a me non era piaciuta per niente. A me piaceva leggere, e l'immagine dei libri bruciati mi aveva angosciato. Più che altro, di quel film mi aveva colpito molto l'idea degli "uomini-libro", cioè delle persone (messe ai margini della società e considerate pericolose, nel romanzo di Bradbury e nel film) che prendevano come missione della propria vita l'imparare a memoria un libro, anche lungo come "Guerra e Pace". Io non ne sarei mai stato capace, pensavo; e di questo mi sarebbe piaciuto parlare, la mattina dopo. Invece mi toccò di stare zitto, e forse anche far finta di essermi divertito alla battuta.
Nella mia memoria, le immagini di quel film - dove è vietato possedere libri, e averne in casa è grave delitto - fanno il paio con un altro caro film della mia infanzia che ( una volta ) era famoso.Il film è "L'uomo che visse nel futuro" di George Pal, tratto da "La macchina del tempo" di H.G.Wells. Il protagonista, proiettato in un futuro molto lontano, trova un mondo dove l'umanità è divisa in due: in superficie vive una popolazione di giovani molto belli e gentili, ma anche un po' idioti; sottoterra ci sono i terribili Morlock, che fanno un uso poco raccontabile degli umani di superficie. Il protagonista, viaggiatore nel tempo, non ci si raccapezza e chiede ad una ragazza "di sopra" se ci sono dei libri che gli possano raccontare la storia. "Libri?" chiede la ragazza un po' stupita "Ah, sì, mi pare che ce ne siano, di là". E, infatti, di là i libri ci sono: ma sono così vecchi e abbandonati che, appena il protagonista ne prende in mano uno, il libro si sbriciola; e la stessa fine tocca a tutti gli altri, ormai inservibili.Queste due sequenze molto forti, quella del rogo dei libri e quella dei libri che si sbriciolano perché inutili, mi tornano spesso alla mente. Non è una mia ossessione personale, di quelle da appassionato, o almeno lo credo: forse la mia unica colpa è quella di accendere la tv e di guardarla. Una volta, quando facevo le medie e soprattutto prima, in tv ci andavano solo esperti e professori, e forse si esagerava; oggi siamo caduti nell'eccesso opposto. Oggi, radio e tv sembrano la saga del deficiente; i videogames la fanno da padroni e non sono sempre raccomandabili; e forse già i Morlock stanno cominciando a scavare le loro tane sotto di noi, e ci guardano con un certo appetito. Speriamo che qualcosa cambi, ma molto dipenderà da noi (noi che viviamo oggi) e non sono sicuro che le nostre mani siano le migliori...

9 commenti:

Isabella Guarini ha detto...

Giuliano, prima di "Fahrenheit 451", ricordo un episodio di alcuni alunni dell'ultimo corso che bruciarono dei libri davanti all'ingresso del glorioso Liceo classico da me frequentato. Il Preside di allora ne fu sconvolto e per giorni andò in giro per le classi a condannare il misfatto. Io ero ancora al ginnasio e rimasi colpita dalla passione con cui il Preside,uomo temuto ed esperto di lingua greca, difendeva la cultura rappresentata dai libri. Quando uscì il film dei libri messi al rogo, ho sempre tenuto presente l'insegnamento di quel professore d'altri tempi. E ancora oggi, quando passo davanti al mio Liceo, mi sembra di rivedere i roghi della cultura, tanto è stato fatto per distruggerla nella scuola.

Solimano ha detto...

A me successe da piccolo di vedere un rogo organizzato dalle suore. Esistevano i giornalini cattivi: Pantera Bionda (immaginate un Manara però castissimo), ma anche L'Uomo Mascherato e Mandrake. Le buone suore, entusiaste di lottare per il bene, organizzarono una serata in cui ognuno portava i giornalini cattivi, il prete assentiva ma non partecipò direttamente. Se ne raccolse una bella pigna e ricordo gli squittii delle suorine giovani a vedere le fiamme che durarono poco, la carta brucia presto. Lo stesso meccanismo del Savonarola a Firenze, solo che i suoi bruciarono pure quadri, magari del Botticelli o del Pollaiolo.
A mio avviso è in essere, attraverso i tempi, una vera e propria pulsione contro la cultura. Il motivo è semplicissimo: la cultura disturba. Poi, certo, ci sono i grilli parlanti che fanno di tutto per farla odiare, facendo gli esclusivi, finalizzati come sono a qualche buchetto universitario o editoriale (e quindi, in fondo non amano ciò di cui scrivono, e leggendoli si sente). Ma a parte snobbini e snobbine, che ci sono sempre stati e sempre ci saranno, dichiaro che sono ben contento di avere portato qui, ieri, il Signor Ludovico Ariosto, e magati lo farò anche col Signor Torquato Tasso (anche perché è un gran permalosone). Perché? Perché si vive meglio, a sapere certe cose, ed è ora di finirla di vergognarsene di saperle, perché a questo ci hanno portato.
Un sentito gesto dell'ombrello ai pedanti ma anche ai prezzemoloni (e prezzemoline) e via andare, facciamolo, il nostro lieto mestiere!

saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Purtroppo, oggi (da 20-25 anni) comandano quelli che della cultura non sanno cosa farsene. Non dico i politici, attenzione: in alcuni coincidono e sono le stesse persone, ma si tratta di chi ha in mano le televisioni, internet, il cinema.

Giuliano ha detto...

Il film è opera di George Pal, il grande mago degli effetti speciali del dopoguerra. Lo ricordo quand'ero bambino, e ancora oggi a quella poltrona viaggiante sono molto affezionato.
La scena dei libri che si disfano in Wells c'è ma è leggermente diversa: il protagonista entra in una biblioteca, ma non la riconosce subito. Dopo un po' capisce che cos'erano quegli stracci pieni di ragnatele e di polvere...

Roby ha detto...

Giuliano, conosco ambedue i film di cui parli (anzi, ti anticipo che sto tentando di scrivere un post su "Fahrenheit 451"). "L'uomo che visse nel futuro" è stato riproposto non da molto, mi pare su La7: ricordi il taglio "futuristico" dei vestiti dell'anno 1977 o su di lì, immaginato dai costumisti del 1960?
Che tenerezza. O che tristezza. Sono indecisa....

Roby

Habanera ha detto...

Isabella, mi dici il nome del tuo Liceo classico?
Era l'Umberto, il Gian Battista Vico, il Sannazzaro? Questi i primi che mi vengono in mente. Al Vico ricordo che c'era un grecista con i controfiocchi ma anche gli altri licei non scherzavano in quanto a severità e serieta di studi.

Solimano, perchè tanto pessimismo? Io non la vedo questa pulsione contro la cultura, anzi. Qualunque manifestazione culturale a Milano (ma anche in altre parti d' Italia) trova un consenso enorme da parte del pubblico che si manifesta in code chilometriche e pazienti, magari sotto il sole o sotto la pioggia. Scene abituali in altre città europee ma che oggi vediamo sempre più di frequente anche da noi. La gente ha fame di sapere e chi sa dica, non si tiri indietro.

Giuliano, credo che tu abbia messo il dito nella piaga... c'è chi ha interesse a fare in modo che la gente non capisca e non sappia. Un popolo ignorante è più facile da manovrare e uno dei compiti della sinistra dovrebbe essere proprio questo, opporsi con ogni mezzo a questo piano che oserei definire criminale.

Un caro saluto agli amici di Abbracci e pop corn.
habanera

Solimano ha detto...

Habanera, non sono per niente pessimista sulle persone, specie sugli ignoranti desiderosi di imparare, che hanno tutto il mio rispetto. Sermonti fa il pienone quando legge e commenta Dante, per Eugenio Riccòmini (grande critico d'arte) a Bologna non bastano teatri con 2000 posti quando racconta artisti pochissimo noti, il Fastivaletteratura di Mantova è un successo europeo, e via andare.
Però noto alcune cose.
La poca attenzione alla divulgazione acculturata da parte di tanti che la dovrebbero e potrebbero fare e non la fanno, preferendo le loro piccole beghe (all'estero non succede così).
La scarsezza di siti e di blog italiani in cui si faccia cultura inclusiva, non rivolta all'autocontemplazione di pochi eletti. In questi mesi di blog ne ho scoperto alcuni pregevoli e farò quello che posso per diffonderne la conoscenza. Intanto cerchiamo di fare il nostro qui, perché il cinema è un argomento che si presta molto ed ogni giorno scopriamo delle cose nuove.
Infine la grave ignoranza che c'è nel mondo politico a tanti livelli: Veltroni non sarà un Dio sceso in terra, ma finora a queste cose è sempre stato realmente attento, a differenza di altri. Non mi interessa che sia lui un uomo di grande cultura, ma che sia un facilitatore che si renda conto delle tante cose che si potrebbero fare, anche in rete.
Non sono né pessimista né ottimista, cerco di essere fattivo, e mi ci diverto pure.

saludos
Solimano

Isabella Guarini ha detto...

habanera, non vorrei deluderti. Il mio Liceo era dedicato a P.P.Parzanese poeta, sito in una importante cittadina dell'Irpinia (AV). Ne ho un ricordo indelebile.

Giuliano ha detto...

I veri morlocks non sono così brutti come quelli del film. Di solito vestono in giacca e cravatta, sono elegantissimi e vivono tra Milano e la Costa Smeralda...