mercoledì 20 giugno 2007

Il cinema e il mondo degli Impressionisti

Roby
In questi giorni Firenze ospita una mostra su Cézanne, molto celebrata e tutto sommato molto interessante. Ho scoperto purtroppo solo troppo tardi che alla mostra era collegata una rassegna cinematografica GRATUITA, che comprendeva Ritratto di signora, Lautrec, Une partie de campagne, I colori dell'anima (Modigliani), Van Gogh, Klimt, Le due inglesi, Vincent et Theo, Camera con vista. Nel sito del Comune ho trovato questa introduzione alla rassegna, scritta da Roberto Salvadori: magari è un po' lunga per il blog, ma alcune riflessioni mi sembrano degne di nota. Ed è per questo che ve la posto...
"Certamente, fino dalla sua nascita, è sempre esistito un rapporto tra cinema e pittura. Jacques Aumont in un suo celebre saggio definiva Lumiére “ultimo pittore impressionista” e la storia del cinema, nel suo divenire, ha sempre assimilato forme dell’espressione – per dirla con Hjemslev – maturate all’ombra di esperienze pittoriche contemporanee oppure catturate da celebri pittori del passato. Tutti ricordano il film di Pasolini La ricotta (episodio di Rogopag, 1963) e come la scena della crocifissione sia ispirata in particolare al Rosso Fiorentino (Deposizione dalla Croce, Volterra) e al manierismo come cifra stilistica da cui il regista ha tratto ampia ispirazione. L’elenco delle “contaminazioni” tra film e pittura può registrare esempi illustri e numerosi, da Ejzenstejn a Visconti, perfino Hitchcock, nel continuo divenire delle diverse affermazioni stilistiche e narrative che hanno percorso le strade oggi del realismo, poi del surrealismo, del neorealismo, dell’espressionismo in un progredire quasi parallelo della espressività filmica con quella delle arti figurative: perché il cinema è anch’esso osservazione o raffigurazione della realtà ma allo stesso tempo flatus onirico, trasposizione fantastica di emozioni, riflessioni, turbamenti dell’anima. (...) Ricordiamoci che il primo “inventore ante litteram” del cinema è stato Platone (libro VII della Repubblica) che nella descrizione del mito della caverna non fa che raffigurare gli elementi fisici e psicologici che il cinema ha costruito intorno a noi: il buio, le ombre affascinanti, il verosimile e il simile, il reale e fantastico, i prigionieri e il burattinaio. In fondo anche la pittura è materia allo stesso tempo legata alla realtà e all’immaginazione, alla razionalità pura e alla pura emozione e l’artista è colui che stupisce lo spettatore trasportandolo nel mondo fantastico – anche se realisticamente descritto – creato dalla sua immaginazione. Questo preambolo non deve essere inteso come sfoggio di erudizione, ma come pretesto per dare un senso ad una scelta di film che accompagnano una mostra di pittura di un grande impressionista – Cézanne – e di altri artisti del suo tempo. Abbiamo cercato di mettere insieme – compatibilmente con le difficoltà di reperimento dei film sul mercato cinematografico italiano e all’interno del vasto mondo delle cineteche e dei collezionisti – opere che tratteggiassero con molta fantasia, creatività e documentazione, non solo la vita di alcuni grandi artisti dell’Impressionismo – Toulouse-Lautrec, Van Gogh – e di altri che nell’epoca dell’impressionismo iniziarono la loro stagione creativa – Modigliani, Klimt - ma anche la loro epoca come rivisitazione del modo di vedere la vita e conseguentemente viverla proprio di quella generazione. Le passioni, a volte delicate oppure sfrenate, l’amore per il bello che sembra essere sentire universale, la ricerca struggente di emozioni tali da risollevare una esistenza dal vissuto quotidiano a esaltanti stati d’animo in grado di giustificare la vita stessa. La fine dell’Ottocento ed i primi anni del Novecento sono stati fecondi perché si è consumato il passaggio da una economia rurale ad una industriale ossia si è compiuta la vera rivoluzione della presa del potere da parte della borghesia europea. La Francia è il luogo dove si forgiano le idee, la Gran Bretagna è il paese che accumula ingenti ricchezze. Gli artisti sono attratti da Parigi, dove nascono fermenti nuovi contro quel neoclassicismo che aveva dominato con la sua estetica e il suo stile, pittura e architettura. Il nuovo si chiama Impressionismo ed annovera artisti di rara grandezza. Gli inglesi girano il mondo e comprano intere collezioni di quadri, specialmente creati negli anni del Rinascimento e Manierismo. Non disdegnano il contemporaneo e cercano anch’essi di vivere con intensità quello straordinario periodo. A questo mondo e alla sua complessa poetica è dedicata questa rassegna di film."

1 commento:

Roby ha detto...

...inutile sottolineare che a me l'idea di PLATONE quale INVENTORE del CINEMA garba un monte (tanto per dirla come i fiorentini istruiti)!

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Roby