venerdì 31 agosto 2007

The suspect, ovvero l'arte di Charles Laughton

The Suspect, di Robert Siodmak (1944) Sceneggiatura di Arthur T. Horman, Bertram Millhauser, James Ronald Con Charles Laughton, Ella Raines, Molly Lamont, Stanley Ridges, Henry Daniell, Rosalind Ivan (85 minuti) Musica: Frank Skinner Fotografia: Paul Ivano Rating IMDb: 7.7
Ottavio
All’inizio della vita di questo blog avevo inserito il post di Rashomon scrivendo che nella mia personale classifica questo film occupava un posto tra i primi cinque.
(Mi ha fatto piacere a questo proposito riscontrare che Rashomon era anche uno dei sei titoli che rappresentavano un campionario essenziale di film d’autore per Michelangelo Antonioni, gli altri cinque essendo La regola del gioco di Jean Renoir (1945), Quarto potere di Orson Welles (1941), Sfida infernale di John Ford (1946), Perfidia di Robert Bresson (1945) e Otto e mezzo di Federico Fellini (1963). Il che mi ha anche fatto capire quante lacune ci sono nella mia cultura cinematografica avendo visto tra i citati, oltre al film di Kurosawa, solo quello di Fellini).
Oggi vorrei applicare il criterio dei primi cinque nel ranking personale agli attori, e per non avere l’imbarazzo di stilare una precisa graduatoria dirò solamente che uno dei cinque è sicuramente Charles Laughton. Ho visto solo alcuni film della sua lunga carriera (da L’ammutinamento del Bounty del 1935 dove interpreta il sadico capitano Bligh a Il caso Paradine del 1947, da Testimone d’accusa del 1957 a Sotto dieci bandiere del 1960) e in tutti mi è sembrato un attore straordinario. Intanto perché si immedesima meravigliosamente con il personaggio, anzi nelle sue interpretazioni si compiace di enfatizzarne i lineamenti del carattere, e del comportamento, positivi o negativi, rendendolo così assolutamente autentico. Non è bello come un divo di Hollywood e la sua corporatura è imponente: dall’aspetto potrebbe essere un buon caratterista; ma il suo sguardo è penetrante, malizioso e sarcastico, la sua straordinaria espressività e la sua grandissima personalità lo destineranno a interpretare personaggi di rilievo, a volte cinici e crudeli, a volte comici o grotteschi, o tormentati da un'intima inquietudine.
Sarà un grande attore, di cinema e di teatro (memorabile la sua interpretazione nel Galileo di Brecht).
Per “portare” Charles Laughton in questo blog utilizzo un film “minore”, “The suspect” che Robert Siodmak girò nel 1944 e che ho visto qualche anno fa in un passaggio televisivo. (Deve esistere anche un titolo italiano che non ricordo, ma che non è Il sospetto, titolo italiano di un film di Hitchcock).
In questo film, un noir ambientato nella Londra di inizio ‘900, piena epoca vittoriana quindi, Laughton è Philip Marshall, signore di mezza età che nella vita fa il direttore di un negozio ed ha una moglie brutta, bisbetica e brontolona, che sopporta con britannica rassegnazione.
Per sua fortuna (o sfortuna?) un giorno incontra una giovane donna meravigliosa e disoccupata (Ella Raines) che gli si rivolge per un lavoro. Lui cerca di aiutarla e inevitabilmente se ne innamora, ricambiato (e qui si vede come uno con la faccia e il corpaccione di Charles possa essere dolce e delicato). Naturalmente è un amore platonico, come d’uso ai tempi della Regina Vittoria. Deciso a riscattare la sua vita grigia, Charles-Philip scopre ben presto che la moglie non gli concederà mai il divorzio e allora approfitta di una situazione favorevole per liberarsene (diciamo che l’aiuta a cadere dalle scale). Purtroppo il delitto non è risolutivo a causa dello scrupolo di un detective di Scotland Yard e perché un vicino intuisce la verità e lo ricatta. Così è “costretto” ad uccidere anche il vicino, con il veleno, ma per questo omicidio viene incriminata la di lui moglie. A questo punto Charles avrebbe via libera e prepara la partenza sua e dell’amata per la Francia, dove cominciare una nuova vita, ma, sopraffatto dal rimorso di vedere condannare un’innocente e convinto dal suo profondo “british” senso di giustizia, rinuncia al viaggio lasciando l’amata al suo destino e si consegna alla polizia. Indimenticabile la scena in cui Laughton, impeccabilmente vestito e con bastoncino di bambù roteante, scende dal traghetto che lo avrebbe trasportato al sicuro, e si dirige verso Scotland Yard.
Il film, come ho detto, è solo un episodio nella lunga carriera di Laughton. E’ un prodotto ben confezionato, diretto ed interpretato: sarebbe solo un buon prodotto artigianale se non ci fosse lui. Un grande attore fa grande anche il film.

Ella Raines nel film The Suspect

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Gran bel post! Mi è sempre piaciuto molto Laughton. Seconco Wikipedia il titolo italiano del film sarebbe "quinto non ammazzare!" Terribile! Ricordo volentieri Laughton anche come regista di "la morte corre sul fiume" con un grande Robert Mitchum, film che mi è piaciuto moltissimo. Buona giornata.

Giuliano ha detto...

Laughton ha anche firmato un autentico capolavoro, come regista: La morte corre sul fiume, 1955, con Robert Mitchum (un film spaventoso: Mitchum è quasi come un orco, ma dei nostri giorni).
E poi è il giudice del Caso Paradine di Hitchcock, e tante altre grandi interpretazioni.
Grazie per averlo ricordato!
Giuliano

Anonimo ha detto...

Grazie per avermi ricordato il giusto titolo italiano (veramente non è stata usata molta fantasia!) e per avermi segnalato un'ulteriore lacuna (non ho ancora visto "La morte corre sul fiume": vedrò di provvedere).
saluti
Ottavio

Solimano ha detto...

Il film La morte corre sul fiume lo conosco e prima o poi lo rivedrò perché è un grande film. Ne fu fatto un buon remake alcuni anni fa(non mi ricordo il titolo)ma non paragonabile al film di Laughton.

saludos
Solimano