SolimanoNel numero di ALI BABA del maggio 1968 c'è una inchiesta di Lietta Tornabuoni intitolata "Cinepudore contro Ulisse". La censura aveva proibito la proiezione di un film tratto da "Ulisse" di James Joyce (a questo punto indagherò...), e la Tornabuoni prese lo spunto dall'accaduto per fare una inchiesta su come era organizzata e come funzionava la censura in Italia, e ne vennero fuori delle belle, specie nell'individuazione dei guardiani del cinepudore, nomi e cognomi suddivisi per categorie: magistrati, docenti di diritto, di pedagogia, di psicologia, registi, giornalisti cinematografici, rappresentanti dell'industria cinematografica, funzionari del ministero. In totale 64 (sessantaquattro) persone, credo ben retribuite. Alcuni di questi accettarono di rispondere a delle domande e riporto alcune delle risposte sotto i disegni di cui ALI BABA non cita gli autori, ma che ho trovato di un magnifico stile che definerei vittoriano-strizza l'occhio. Alcune delle risposte dei censori le trovo di un formidabile senso di umorismo del tutto involontario. Il grassetto all'inizio delle risposte è di ALI BABA.
Professor Giuseppe Liguori. Nostalgico: C'è stato un bel periodo della cinematografia italiana, quello dei film storici. Perché non si fanno più film storici? Potrebbero essere una specie di enciclopedia storica rigorosamente esatta nella ricostruzione di ambienti e costumi, così che il pubblico potesse istruirsi divertendosi. Poi basta con i film antifascisti: rivangare continuamente il fascismo significa rinfocolare odii nella famiglia italiana.
Dottor Mario Janiri. Ricorso: Io leggo poco, il lavoro mi assorbe quasi completamente, ho tre figli. Al cinema vado poco. Quando ci vado preferisco le commedie rose, i film polizieschi e quelli storici. Non ho simpatia per le forme spinte di cerebralità. Mi è piaciuto molto "Il dottor Zivago".
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